Una tempesta di sabbia ha avvolto la capitale della Cina, Pechino, facendo salire l’indice della qualità dell’aria nella città a un livello di allerta.
La capitale della Cina, Pechino, è stata investita dalla peggiore tempesta di sabbia degli ultimi dieci anni. Il fenomeno ha portato con sé una densa coltre arancione-giallastra che ha ricoperto la città e causato un picco senza precedenti nelle misurazioni dell’inquinamento atmosferico, con livelli 160 volte superiori al limite raccomandato.
La tempesta aggrava l’inquinamento atmosferico di Pechino
La sabbia è stata portata da forti venti provenienti dalla regione cinese della Mongolia Interna per poi estendersi nelle province di Gansu, Shaanxi e Hebei, fino a Pechino. Secondo le autorità locali, nella vicina Mongolia sei persone sono decedute a causa della tempesta e decine rimangono disperse. Il traffico aereo è stato bloccato a Hohhot, capitale della Mongolia Interna e più di quattrocento voli sono rimasti a terra nella capitale cinese. La densa coltre di sabbia ha ridotto la visibilità a 1.000 metri e ha aggravato i già altissimi livelli di inquinamento atmosferico di Pechino.
Le tempeste di sabbia sono un fenomeno abbastanza comune tra marzo e aprile, dovute ai venti che attraversano il deserto del Gobi, situato nell’Asia centrale tra la Mongolia e la Cina. Tuttavia, una tempesta di questa portata non veniva documentata da anni.
L’indice che misura in tempo reale la qualità dell’aria (Aqi) ha indicato un livello di pericolosità pari a “999” durante la giornata di lunedì (oltre 300 è considerato rischioso per la salute umana). Per avere un termine di paragone, nello stesso momento grandi città come Tokyo e New York registravano un livello di inquinamento di 42 e di 26.
A Pechino i livelli di particolato PM10, dannoso per le vie respiratorie, ha raggiunto gli 800 microgrammi per metro cubo, 160 volte oltre il limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che considera “buoni” i livelli di inquinamento dell’aria tra 0-54 e “moderati” tra i 55-154. I livelli registrati di PM2,5, particolato ancora più pericoloso poiché di dimensioni più piccole, hanno raggiunto 600 microgrammi in molte parti della città, ben al di sopra delle concentrazioni di 25 microgrammi raccomandate dall’OMS.
Le autorità meteorologiche cinesi hanno proclamato un’allerta. A Pechino, che conta circa 20 milioni di abitanti, tutte le attività sportive esterne nelle scuole sono state sospese ed è stato raccomandato alle persone con problemi respiratori di rimanere a casa. Il corrispondente della Bbc, Stephen McDonnell, scrive che i livelli di inquinamento continueranno ad essere elevati anche martedì.
Emergenza ambientale e sanitaria nella megalopoli cinese
Secondo le stime dell’Oms, l’inquinamento dell’aria è collegato a infarti, problemi cardiaci, respiratori e cancro ai polmoni, che ogni anno uccidono di circa 4,2 milioni di persone al mondo. Circa il 91 per cento della popolazione mondiale vive in luoghi nei quali i livelli di inquinamento atmosferico superano i limiti considerati sicuri dalla stessa organizzazione delle Nazioni Unite. “Pechino è il simbolo di una crisi ecologica. Dopo due settimane di smog e aria statica, forti venti hanno portato una tempesta di sabbia, facendo innalzare gli indici di inquinamento. È difficile dire che stiamo facendo passi avanti, se non possiamo vedere quello che abbiamo davanti”, ha scritto su Twitter Li Shuo, consulente per il clima di Greenpeace Cina.
Beijing is what an ecological crisis looks like. After two weeks of smog and static air, strong wind carries a sand storm in, sending AQI off the chart. It’s hard to claim we are moving forward when you can’t see what’s in front. pic.twitter.com/m0wS5oYg6O
La deforestazione nel nord della Cina e consumo di suolo sono tra i motivi che hanno contribuito alla gravità della tempesta di sabbia. A partire da domenica scorsa, la capitale cinese, già una delle città più inquinate al mondo, e gran parte della Cina settentrionale sono state colpite da alti livelli di smog, legati anche all’aumento della produzione dell’industria pesante per favorire la ripresa economica post-pandemia nel Paese. Secondo il programma di monitoraggio dell’ambasciata statunitense in Cina, nell’ultima settimana il livelli di inquinamento atmosferico a Pechino sono stati definiti tra i livelli “dannoso” e “molto dannoso”.
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