A Milano un murale intitolato “Respiro” ha l’obiettivo di dare un tocco di verde in più alla città e non solo.
Tenzin Khenrab Rinpoche. Salvare questo pianeta è la nostra prima responsabilità
La prima volta che abbiamo avuto l’onore di intervistarla, nel 2010, era da poco arrivato a Milano. Cosa è cambiato per lei personalmente in questi sei anni e come si trova in Italia? Il cambiamento personale che ho vissuto in questi sei anni è legato alla crescita dell’istituto Ghe Pel Ling dove insegno la filosofia
La prima volta che abbiamo avuto l’onore di intervistarla, nel 2010, era da poco arrivato a Milano. Cosa è cambiato per lei personalmente in questi sei anni e come si trova in Italia?
Il cambiamento personale che ho vissuto in questi sei anni è legato alla crescita dell’istituto Ghe Pel Ling dove insegno la filosofia e la psicologia buddista, oltre che la meditazione. Personalmente, però, posso dire di aver imparato molto di più di quello che ho insegnato. Ho conosciuto molte persone, ciò che pensano, le loro caratteristiche. Il ruolo dell’insegnante è comprendere anche queste cose. Sto trascorrendo un bel periodo in Italia. Anche se Milano è una città davvero frenetica, sono riuscito a trovare me stesso, la mia pace e la mia tranquillità.
Che tipo di persone ha incontrato?
Persone diverse tra loro, con mentalità e motivazione differenti. Le prime esperienze non sono state facili, soprattutto nel cercare di trovare un punto d’intersezione tra culture diverse. Ma fortunatamente sono riuscito a venire incontro alle richieste delle persone.
Perché la diffusione della cultura e degli insegnamenti del buddismo sono importanti per un contesto come quello, a volte frenetico, della città di Milano? Che attività svolge l’istituto Ghe Pel Ling?
Noi non usiamo la parola diffusione perché l’idea di avere un istituto buddista a Milano non era finalizzata alla diffusione degli insegnamenti, bensì alla partecipazione e al cercare di portare l’attenzione sulla filosofia che è molto utile in un contesto come quello milanese. Le persone sono molto agitate e quando si svegliano al mattino pensano subito a correre, alle cose da fare. Io faccio sempre l’esempio del semaforo. Non possono passare cinque secondi da quando scatta il verde che subito qualcuno suona il clacson. Tutto questo è la dimostrazione di come la gente sia frustrata e agitata. Quindi quando parliamo degli insegnamenti buddisti è per cercare di portare più stabilità e calma nelle menti delle persone. È di questo che abbiamo bisogno, è questo che dobbiamo imparare, a Milano come nel resto del mondo.
Questo è un periodo difficile per l’umanità, fatto di migrazioni, milioni di persone che scappano da catastrofi, conflitti e muri per fermarli. Qual è il suo pensiero e come ci si deve comportare di fronte a questo fenomeno che riguarda tutti noi?
Penso sia una situazione davvero complessa perché ciò che sta succedendo è di portata globale. I migranti che arrivano sono persone disperate e per noi la cosa più importante è aiutarli quando entrano in un altro paese, nel momento del bisogno. La soluzione più efficace, invece, di lungo termine, è cercare di stabilizzare la situazione nei loro paesi, eliminare i motivi che li costringono a scappare e aiutarli a non abbandonare le loro case. Ma le persone che sono già qui devono essere aiutate: non si possono ignorare.
Il 21 e 22 ottobre Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, sarà a Milano per portare i suoi insegnamenti. Il tema di quest’anno è la lode all’interdipendenza. Perché è così importante?
Sua Santità parlerà dell’interdipendenza intesa come la necessità di un individuo di stabilire legami con gli altri. Perché non è possibile vivere una vita senza legami, da soli. Sì, una persona può fare molte cose in autonomia, ma tutti i cambiamenti positivi che avvengono nel mondo, vivere in modo positivo sono cose che dipendono dalle relazioni che abbiamo con gli altri popoli e le altre persone. L’interdipendenza non è qualcosa che si può spiegare brevemente, ha bisogno di profondità. Per questo invito tutti a seguire gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama.
I suoi insegnamenti stanno raggiungendo un pubblico sempre più ampio. Quale messaggio vorrebbe oggi lasciare ai nostri lettori, che hanno una coscienza sensibile ai temi legati alla sostenibilità?
L’ultima volta che ho avuto l’onore di rilasciare un’intervista per LifeGate, ho detto che l’ambiente è uno degli aspetti più importanti. Per interdipendenza, infatti, non si intende solo quella tra essere umani, ma anche quella che si stabilisce con la natura. Per questo penso che per vivere pacificamente sulla Terra, bisogna rispettare e prendersi cura dell’ambiente. Penso che tutti i disastri naturali siano un riflesso del nostro comportamento, dipendono da ciò che facciamo. La mia idea è che persino i terremoti si verifichino a causa nostra, per richiamare la nostra attenzione e che niente succede naturalmente: tutto è una conseguenza delle nostre azioni. Ecco perché penso che ognuno di noi deve prendersi cura di Madre Natura e dedicarle molto tempo. La nostra prima responsabilità è salvare questo pianeta.
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