Le soluzioni di smart home & building automation abilitano la transizione ecologica, come dimostra il Report di sostenibilità “Welcome to the Nice future”.
Terra cruda e design uniti nel concorso Terra Migaki
Grazie ad Anab la terra cruda, conosciuta già per il suo utilizzo nel settore edile, approda nel mondo del design con un concorso. Che porta dritti dritti in Giappone.
La terra cruda è un materiale ampiamente utilizzato nelle finiture e negli intonaci. Lo dimostra una pratica edile del Giappone, l’otsumigaki, tradizionalmente impiegata nella costruzione delle tipiche case da tè di Kyoto.
Con l’intento di creare un legame esclusivo tra la cultura giapponese e quella italiana, Anab, l’Associazione nazionale architettura bioecologica, ha indetto il concorso Terra Migaki che metterà al centro dell’attenzione la terra cruda e il suo impiego in un settore insolito, quello del design. Per comprendere meglio di cosa si tratta, abbiamo intervistato Sergio Sabbadini, architetto responsabile del settore terra cruda di Anab e del concorso.
Anab collabora con molte società giapponesi, tra cui Sou-Cika-Sia. Può spiegarci la natura di questo legame?
La collaborazione con questa società, che raggruppa i maestri delle tecniche tradizionali giapponesi, nasce già dall’anno scorso in relazione all’otsumigaki, una pratica di lisciatura di finiture in terra cruda con cui si ottengono superfici quasi specchiate, tipo marmorini.
Questo rapporto di scambio culturale, artigianale, artistico sul tema di una materia essenziale come la terra, però, non nasce solo per sviluppare delle tecniche giapponesi, che sono sicuramente affascinanti sia per l’uso di miscele particolari con fibre di cellulosa o componenti di alghe che per l’approccio quasi spirituale dato dall’estrema delicatezza nei gesti, ma per mettere in relazione culture e tradizioni diverse.
“Terra Migaki Design”, indetto da Anab, Sou-Cika-Sia e GEN (Genuine Education Network), è in assoluto il primo concorso dedicato all’utilizzo della terra per il design contemporaneo. Quali sono gli obiettivi che vorreste raggiungere con questa iniziativa?
In Italia, la tradizione dell’impiego della terra nelle finiture è stata sostituita dall’uso di prodotti premiscelati e industrializzati, invece, in Giappone non si è mai persa del tutto, ma riportarla in auge richiede un grande sforzo. Il nostro non vuole, dunque, essere un approccio nostalgico verso vecchie tecniche edili, ma un approccio del tutto nuovo che mette insieme due culture diverse tra loro.
Terra Migaki Design parte da due sfide importanti: la prima è mettere in relazione culture lontane, come quella giapponese e quella italiana – tra l’altro, proprio quest’anno ricorrono i 150 anni del rapporto tra Italia e Giappone, infatti stiamo cercando di fare inserire ufficialmente il nostro evento all’interno di questo anniversario-; la seconda, invece, è introdurre la terra, prevalentemente utilizzata nelle costruzioni, anche nel mondo del design.
E coniugando questi due presupposti, la cultura italiana e quella giapponese trovano il loro punto d’incontro proprio nell’uso di un materiale ecologico per eccellenza, come la terra, in un settore in cui non si è mai visto.
Quali sono i requisiti per poter partecipare al concorso e cosa viene richiesto di fare ai concorrenti?
Il bando del concorso è aperto a tutti, non per abbassarne la qualità, ma per non essere selettivi, perché lo scopo è pur sempre culturale. Infatti, più persone verranno contagiate dalla curiosità di approfondire il tema e maggiore sarà il successo dell’evento. A tal proposito, un appuntamento importante sarà anche il seminario di approfondimento con i maestri giapponesi.
Ogni progetto verrà presentato alla Fabbrica del Vapore durante il Fuorisalone 2016. La valutazione avverrà seguendo tre criteri: la coerenza dell’uso della terra rispetto alla funzione dell’oggetto perché, per esempio, la terra si scioglie con l’acqua dunque non è adatta per un oggetto che entra in costante contatto con l’acqua; l’ideazione intesa come originalità in risposta al tema; il concetto di green design, design sostenibile. Colui che presenterà il più alto punteggio, vincerà un viaggio studio in Giappone alla scoperta delle realtà e degli oggetti tipici di questo paese.
Immagine di copertina ©regenerationinternational.org
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