Dall’ecoansia a sensazioni positive di unione con la Terra. Conoscere le “ecoemozioni” ci aiuta a capire il nostro rapporto con ciò che ci circonda e come trasformarle in azione.
Come Terra Madre Salone del Gusto diventa un evento sostenibile
L’edizione 2016 del Salone punta al 70 per cento di raccolta differenziata, ma non solo. Mobilità, cultura e impatto economico sul territorio, grazie al Systemic Event Design.
Se il tema generale di Terra Madre Salone del Gusto è quello di “voler bene alla terra”, quello del progetto Systemic Event Design (SEeD), sviluppato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo per Slow Food fin dal 2006, vuole ridurre l’impatto ambientale di tutto l’evento in maniera capillare, sistemica. Una riduzione costante degli impatti negativi dei grandi eventi, che permette di avere delle ricadute positive su tutto il territorio e il tessuto sociale che lo ospita. Da una parte si riducono i consumi e si implementa la raccolta differenziata, dall’altra si evitano gli sprechi e si guarda al locale.
Un approccio multidisciplinare grazie anche a: “Tre università, 40 aziende, 67 azioni messe in atto, 1200 persone direttamente coinvolte e 100.000 possibili fruitori”, spiega Franco Fassio, docente di Systemic Food Design all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e responsabile del SeeD. “Quest’anno gli obiettivi sono ancora più ambiziosi e prendono quattro vie: sostenibilità ambientale, fisica e culturale, innovazione sociale e impatto economico sul territorio”.
Un caso che farà scuola, quello di Terra Madre Salone del Gusto
“Tutti possiamo dimostrare il nostro amore per la terra quando facciamo la spesa, quando ci trasformiamo da consumatori a co-produttori, quando non ci limitiamo a comprare ciò che mangiamo, ma cerchiamo di guardare a come quel cibo è stato prodotto, alla sua storia e alla sua origine, alle mani, a i volti e al lavoro che gli hanno dato vita”, racconta Carlin Petrini durante la presentazione dell’edizione 2016 del Salone. Ancora più importante sarà quindi ridurre gli impatti negativi dell’evento sull’ecosistema.
Se dal 2006 al 2014 le azioni messe in atto hanno permesso di ridurre gli impatti del 65 per cento, per quest’anno si sono aggiunti nuovi macro-scenari di ricerca: l’innovazione sociale, l’accessibilità all’esperienza culturale, l’impatto economico dell’evento sul territorio.
Il Systemic Event Design in pratica
Ecco allora una raccolta differenziata spinta, che dovrà raggiungere almeno il 70 per cento, grazie alla collaborazione con Amiat e Novamont. Un focus sul food packaging portato avanti con i Consorzi Ricrea, Comieco e Rilegno. La fornitura di bicchieri, piatti e posate in materiale compostabile come il MaterBi e la polpa di cellulosa. O i tovaglioli realizzati da Lucart riciclando la carta del Tetrapack. Solo per citarne alcuni.
“Amiat ha pianificato una serie di interventi per massimizzare la raccolta differenziata durante l’evento e raggiungere un obiettivo che è una vera e propria sfida: vogliamo arrivare al 70 per cento, dato migliorativo rispetto alle precedenti edizioni”, sottolinea amministratore delegato del Gruppo, Gianluca Riu.
Non solo rifiuti, ma anche mobilità sostenibile, di merci e persone, grazie a partners come Gtt, [To]Bike, Bixicle e car2go. Con Iveco Bus è stato inoltre creato un servizio di navetta interna con mezzi a ridotto impatto ambientale, mentre con Smat si valorizzerà l’utilizzo di acqua pubblica e con Iren la fornitura di energia da fonti rinnovabili. C’è da aspettarsi che queste pratiche diventeranno presto un esempio di sostenibilità per tutti gli eventi, nazionali ed internazionali.
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