Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Come sarà la Terra dopo il riscaldamento globale? La risposta arriva dagli alieni
Uno studio a dir poco originale propone alcuni scenari sugli effetti del riscaldamento globale. E lo fa guardando a forme di vita extraterrestri. C’è poco da stare sereni.
I cambiamenti climatici sono un problema che riguarda tutti, nessuno escluso. È da ormai più vent’anni che scienziati e studiosi si battono per spingere i governi ad agire per arginare il problema. Anche se c’è ancora chi sostiene che il riscaldamento globale non esista (perfino da parte del presidenti degli Stati Uniti), questo non ha impedito agli uomini di scienza di proseguire le ricerche per salvaguardare la Terra. Ora la risposta potrebbe arrivare persino dagli alieni. In un interessante reportage pubblicato dall’Atlantic, lo studioso americano Adam Frank ha mostrato le possibili soluzioni da mettere in atto seguendo le esperienze avvenute, si pensa, su altri pianeti.
Quindi il riscaldamento globale c’è stato anche in altri pianeti?
Unendo la propria ricerca a quella di geologi, ecologi e astronomi, Frank ha provato a dimostrare come, secondo lui, in passato civiltà extraterrestri abbiano affrontato e superato il riscaldamento globale del loro pianeta. I dati confermano che nell’universo esistono almeno dieci trilioni di pianeti e perciò Frank è sicuro che fra questi ci siano state, nel corso della storia, delle civiltà sviluppate, come la nostra. “Proprio come la maggior parte delle specie che sono vissute sulla Terra sono ora estinte, così anche la maggior parte delle civiltà aliene che sono emerse (se sono emerse) potrebbero essere finite da tempo. Quindi stiamo esplorando cosa potrebbe essere successo agli altri per ottenere informazioni su ciò che potrebbe accadere a noi”, ha scritto lo scienziato che si sta interessando al fenomeno del global warming da un punto di vista mai analizzato prima.
1. When it comes to facing global warming and choices for our cherished “project of civilization,” we’ve been asking the wrong question over and over again. https://t.co/WtEiOHJBSg
— Adam Frank (@AdamFrank4) 10 marzo 2018
Questa è l’ipotesi di Adam Frank e dei suoi collaboratori
La teoria di Adam Frank sul riscaldamento globale, e i cambiamenti climatici, è ovviamente solo un’ipotesi, ma potrebbe essere molto utile per provare a risolvere il problema che nei prossimi decenni sarà sempre più importante per le sorti della Terra. “Per semplicità, abbiamo immaginato che il pianeta extraterrestre avesse solo due tipi di risorse energetiche: una con un impatto planetario elevato (come i combustibili fossili) e l’altra un impatto ridotto (come l’energia solare). In alcuni modelli abbiamo permesso alla civiltà di passare dall’una all’altra man mano che le cose andavano male”, ha spiegato Frank descrivendo una situazione simile a quanto avviene da noi.
Le ricerche di Adam Frank e dei suoi collaboratori hanno portato a tre scenari possibili sul riscaldamento globale. Nel primo scenario, la civiltà aliena immaginaria è cresciuta in modo esponenziale nel numero degli abitanti continuando a usare tutte le risorse possibili. In altre parole, la civiltà ha superato la capacità di carico del pianeta. Poi è arrivata una grande riduzione della popolazione fino a quando sia il pianeta sia la civiltà hanno raggiunto uno stato stazionario. Dopo che la popolazione e il pianeta hanno smesso di cambiare è stata raggiunta una civiltà planetaria sostenibile, ma a un costo elevato. “In molti dei modelli, abbiamo visto fino al 70 per cento della popolazione morire prima che venisse raggiunto uno stato stazionario”.
Nella seconda ipotesi la popolazione è cresciuta e il pianeta è cambiato, ma l’hanno fatto insieme ovvero tramite una transizione graduale verso un nuovo equilibrio. La civiltà ha sì cambiato il pianeta, ma senza innescare un crollo.
La terza opzione è la più tragica: la popolazione cresce troppo ma il pianeta non riesce a stare al passo. Il deterioramento in questo caso è veloce e distruttivo portando all’estinzione della specie aliena.
Le soluzioni “aliene” per il riscaldamento globale
In conclusione, Adam Frank non riesce a essere molto ottimista per le sorti della Terra dopo il riscaldamento globale. “Porta al limite le risorse di un pianeta e non tornerà più com’era all’inizio. Sappiamo che questo può accadere perché lo abbiamo visto su Venere: molto tempo fa l’effetto serra di Venere si spostò in una modalità di fuga, portando il suo clima ad una invivibile temperatura di 426 gradi centigradi. Da quella prospettiva, la vera narrativa dei cambiamenti climatici non è un piccolo dramma nazionale che vede contrapposti democratici contro repubblicani o interessi commerciali contro ambientalisti. È un test cosmico che ci dà la possibilità di unirci a coloro che attraversano con successo questa frontiera”, conclude Frank che ha approfondito il tema nel suo libro Light of the stars: alien worlds and the fate of the Earth.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Uno studio della rete di esperti MedECC e dell’Unione per il Mediterraneo mostra quanto il bacino sia vulnerabile di fronte al riscaldamento globale.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.