Oltre duemila vittime nel terremoto in Marocco: danni gravissimi soprattutto a Marrakech, si scava ancora in cerca di superstiti. Come fare per aiutare.
Un terremoto di scala 6,8 ha colpito venerdì sera il Marocco, con epicentro l’Alto Atlante.
Almeno duemila le vittime, ma il conto è destinato ad aumentare.
Gravi danni soprattutto a Marrakech, popolazione in fila per donare il sangue.
Sono oltre duemila le vittime causate dal violento terremoto in Marocco, di magnitudo 6,8 della scala Richter, che ha devastato una vasta regione del paese nordafricano provocando danni significativi e seminando il panico tra la popolazione locale, con numerose scosse di assestamento che continuano a verificarsi soprattutto nell’area di Marrakech. L’evento sismico principale si è verificato alle 23:11 della sera di venerdì 8 settembre con epicentro sotto le montagne dell’Alto Atlante, che ha registrato almeno la metà delle vittime, a una profondità di 18,5 chilometri.
This was the moment a powerful magnitude 6.8 earthquake struck Morocco near Marrakesh on Friday night, killing hundreds of people and destroying ancient buildings ⤵️ pic.twitter.com/EKZ4uPP8p9
Il terremoto in Marocco è stato avvertito in diverse regioni del paese, e perfino in Algeria, in Spagna e in Portogallo. Le città più colpite includono Taroudant, Agadir, Chichaoua e Ouarzazate, e soprattutto Marrakech, dove sono crollate intere parti delle storiche mura rosse delle medina, la parte vecchia fortificata tipica delle città nordafricane, e il minareto di una moschea vicino a Jamal El-Fnaa, l’iconica piazza della città.
L’ultimo rapporto della Protezione civile marocchina ha confermato ben 2.012 decessi, 2.059 feriti, di cui 1.404 in condizioni gravi, e oltre 20mila persone sfollate. Ma non si tratta, purtroppo, di dati da considerare come definitivi: gli esperti prevedono che questi numeri continueranno ad aumentare poiché i danni più gravi si sono verificati nelle aree rurali, soprattutto nelle pendici dell’Alto Atlante e nella regione di Al-Haouz, che ha registrato almeno la metà delle vittime: aree che ad oggi sono ancora difficili da raggiungere e finanche da contattare. Caroline Holt, responsabile delle operazioni per la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), parla di “corsa contro il tempo per salvare le persone sepolte sotto le macerie”. A Marrakech e nelle città circostanti, migliaia di persone hanno trascorso la prima notte all’aperto, temendo ulteriori scosse telluriche (che si stanno effettivamente verificando) e crolli di edifici, preferendo l’incertezza di un’auto o un riparo improvvisato alla propria abitazione. Per la notte successiva e quelle che verranno sono stati predisposti dei campi attrezzati.
“The next 24 to 48 hours will be critical in terms of saving lives. Search and rescue efforts will be prioritised in parallel, of course, with making sure that those that we know have survived are taken care of.” — Hear from @carolineholt_1 with @AJEnglish. pic.twitter.com/OIZqhhA2U1
La città, a 48 ore dal terremoto, prova a ridarsi una parvenza di normalità, anche se le voci raccolte dagli inviati di Al Jazeera sono sconfortate e preoccupate: “L’unica cosa che possiamo fare ora come marocchini è consolarci e sostenerci a vicenda, aiutare le persone che hanno perso la casa, fornire cibo, donare a enti di beneficenza e dare tutto ciò che possiamo a chi è nel bisogno”, racconta in particolare un negoziante al principale network del mondo arabo.
I soccorsi e la solidarietà internazionale per il Marocco
In molte aree sono stati riscontrati crolli di edifici, frane e danni alle infrastrutture. Nell’Alto Atlante, la principale catena montuosa del Marocco, le strade sono state bloccate da macerie e ciò tiene bloccate centinaia di persone, tra cui turisti italiani, a causa dell’interruzione della viabilità. A ciò si aggiunge che molte linee elettriche sono state danneggiate, lasciando diverse comunità senza energia elettrica. Anche le comunicazioni telefoniche sono state interrotte in alcune zone, ostacolando gli sforzi dei soccorritori. Proprio all’Alto Atlante, secondo i geologi, è dovuto il terremoto: le due placche sottostanti ai rilievi sarebbero infatti in una fase di collisione, muovendosi l’una verso sud e l’altra verso nord, provocando così l’innalzamento delle montagne.
Il devastante terremoto di magnitudo 6.8 che ha colpito il #Marocco è stato innescato dalla rottura di una faglia trascorrente sotto la catena montuosa dell’Alto Atlante
Le autorità marocchine, in collaborazione con organizzazioni internazionali, stanno coordinando gli aiuti e mobilitando risorse per supportare la popolazione colpita. Il re Mohammad VI ha annunciato l’intervento dell’esercito nelle operazioni di soccorso, con il dispiegamento di circa 50mila unità.
Ospedali da campo sono stati allestiti per fornire cure mediche immediate, e moltissimi paesi hanno offerto la propria solidarietà e il proprio aiuto concreto. Tra questi anche la vicina Algeria, con la quale le relazioni diplomatiche, da sempre burrascose, sono ai minimi storici dal 2021, soprattutto a causa della questione del popolo sahrawi: Algeri ha deciso di aprire il proprio spazio aereo per consentire il transito dei voli con aiuti umanitari destinati, ha spiegato il governo, al “fraterno popolo marocchino”. Solidarietà è arrivata anche da Israele, con cui i rapporti sono invece normalizzati dal 2020: la mellah, il ghetto ebraico di Marrakech, è stato devastato dal terremoto, ma anche la città di Fez, non una di quelle colpite dal terremoto, ospita una discreta comunità ebraica.
Historic Jewish ghetto in Morocco left devastated by massive earthquake https://t.co/Bki8yE2KtX
La corsa per donare il sangue, e come aiutare da qui
Nei principali centri marocchini, Marrakech in primis, ma anche Fez e Agadir, sono stati approntati dei centri di raccolta sangue di emergenza: sangue che sarà necessario, spiegano le autorità sanitarie, per soccorrere le moltissime persone rimaste ferite. I primi a dare l’esempio sono stati i calciatori della nazionale marocchina, che erano radunati in patria in vista di una partita di qualificazione ai Mondiali contro la Liberia: il match è stato rinviato e i calciatori hanno donato il sangue. Anche molti turisti hanno partecipato all’iniziativa.
Anche dall’Italia, volendo, è possibile dare un contributo per l’emergenza: già nelle prime ore del terremoto sono scattate infatti iniziative di raccolte fondi. Tra queste, quella della Croce Rossa Italiana, in raccordo con l’equivalente musulmana della Mezzaluna Rossa; quella della Caritas, che di suo ha già stanziato 300mila euro prelevati dai fondi dell’8xmille; quella dell’Unicef, il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia.
Nella storia recente del Marocco, il terremoto di venerdì scorso è il più forte per intensità e secondo per numero di vittime solamente rispetto a quello di Agadir del 1960, che causò la morte di circa 15mila persone e distrusse gran parte della città, poi rinata e oggi importante metà balneare.
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