The basement Tapes: una leggenda che continua

C’è stato un periodo nella vita di Bob Dylan che più di altri ha segnato la sua carriera. Parliamo di quello che ha coinciso con la convalescenza trascorsa in una casa di Byrdcliffe, piccola frazione della Woodstock Valley, subito dopo l’incidente di moto del 1966 che lo aveva costretto a fermare la propria attività live,

C’è stato un periodo nella vita di Bob Dylan che più di altri ha segnato la sua carriera. Parliamo di quello che ha coinciso con la convalescenza trascorsa in una casa di Byrdcliffe, piccola frazione della Woodstock Valley, subito dopo l’incidente di moto del 1966 che lo aveva costretto a fermare la propria attività live, a dire il vero, diventata alquanto frenetica. In questo senso l’incidente fu una delle cose migliori che potessero capitargli: la vita di Bob stava correndo troppo veloce e lui aveva bisogno di rallentare. I troppi giorni passati in tour, le registrazioni e la continua “promozione” che gli erano toccate in quanto nuovo guru della musica (e non) statunitense lo stavano rovinando, come lui stesso ha avuto modo di dichiarare in seguito.

 

Dunque Bob ha un incidente, esce dall’ospedale e decide di ritirarsi in una casa di campagna vicino al fiume Hudson. Non si muove di lì per molto più tempo del necessario, si gode la famiglia (la moglie Sara e il figlio) e la natura. Nell’estate del 1967 esce di casa poche volte e solo per dirigersi in un’altra sua casa dalla parte opposta della Woodstock Valley. Lì vicino si trova Big Pink, la villetta rosa dove abitavano Robbie Robertons e gli altri musicisti degli Hawks, band che lo aveva accompagnato nell’ultima tournée e che ora si chiama semplicemente The Band.

 

 

Nella cantina di Big Pink succede tutto: Dylan aveva scritto nuovi pezzi ispirati alla sua vita finalmente rilassata e lontano dai riflettori, e con The Band suona e registra i nuovi brani. Nascono così The Basement Tapes che, dopo essere stati tenuti nascosti per anni e essere circolati solo sotto forma di bootleg, vengono poi pubblicati ufficialmente dalla Columbia Records solo nel 1975. Ma le canzoni scritte da Dylan in quel contesto erano molte di più di quelle effettivamente pubblicate. Così ora, a distanza di quasi cinquant’anni, l’eredità dei “nastri della cantina” continua. E non per modo di dire.

 

T Bone Burnett ha deciso, infatti, di produrre un disco che conterrà brani composti sulla base di alcuni di quei testi di Bob Dylan (più di cinquanta) inediti e mai utilizzati. Per farlo Burnett ha assemblato una super band, che vede fra gli altri da Elvis Costello, Marcus Mumford e Jim James dei My Morning Jacket. Il disco si chiamerà The New Basement Tapes e, secondo il Los Angeles Times, uscirà il prossimo autunno, accompagnato anche da un film diretto dal regista Sam Jones che ne documenterà la  realizzazione.

 

 

Un aspetto interessante del progetto è la forte collaborazione che si è istaurata tra i partecipanti (insomma, all’epoca come ora): ognuno ha composto e messo a punto la propria musica per molti dei testi, in questo modo si sono prodotte più versioni delle stesse canzoni. I diversi approcci sono poi diventati una traccia unica: ogni artista ha assunto la guida di una singola canzone, ma tutti hanno offerto suggerimenti e qualsiasi supporto strumentale e vocale che gli altri richiedessero. Supervisore di tutto, naturalmente Burnett. Tra le canzoni incise ci sono le tracce Florida Key, Card Shark e Hi-De-Ho.

 

Dal canto suo Bob Dylan ha permesso l’utilizzo dei suoi testi e ha dato la benedizione al progetto. Burnett a questo proposito ha detto: “La musica migliore nasce quando un insieme di artisti si riunisce per il bene comune. C’è un senso di profonda generosità e di sostegno in studio e questo riflette solo l’enorme generosità mostrata da Bob nel condividere questi testi con noi”.

Insomma, non ci rimane che attendere l’uscita di questa nuova “Music From Big Pink”.

 

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