Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
The future starts here, i 100 progetti del futuro nella mostra al Victoria & Albert museum di Londra
100 oggetti per viaggiare nel design del futuro, che spesso è già presente, per far fronte alle grandi sfide globali. Questa è la mostra The future starts here al Victoria & Albert Museum di Londra.
The future starts here, “il futuro inizia qui”, più precisamente al Victoria & Albert museum di Londra, è la mostra dal titolo accattivante che raccoglie 100 progetti di altrettanti designer, architetti e pensatori che provano a ipotizzare un avvenire migliore per le persone e l’ambiente. Questo viaggio nel futuro, che anche grazie a questa mostra è già presente, si può fare fino al 4 novembre. Sono presenti non solo i giganti della tecnologia come Apple e Google, ma anche i progetti altrettanto innovativi di designer indipendenti e società minori, pensati in studi e laboratori di tutto il mondo. Quattro i temi secondo cui sono raggruppati i 100 oggetti, molti dei quali non sono mai stati esposti al pubblico: home (casa), public (pubblico), planetary (planetario) e afterlife (aldilà).
The future starts here, la mostra al V&A museum di Londra
Siamo umani? Se siamo tutti connessi perché ci sentiamo soli? Questi sono i primi interrogativi che la mostra pone al visitatore concentrandosi sull’ambiente domestico, caratterizzato da dispositivi intelligenti che stanno cambiando la concezione di privacy trasformando l’ambiente di casa in una sorta di stazione di trasmissione dalla quale condividere la propria vita attraverso i social media. In questa sezione viene dato spazio alla riflessione sull’impatto della connettività digitale sulle relazioni personali.
Un esempio è la fotografia dell’iraniano Hanif Shoaei che cattura una scena di vita quotidiana in cui è raffigurato l’artista a letto con la moglie, entrambi concentrati sul proprio mondo: lo smartphone. Questa è la situazione attuale in Occidente, in contrasto con quelle aree del mondo dove internet non è ancora arrivato, e dove invece potrebbe fare la differenza migliorando la qualità della vita. Qui potrebbe intervenire Aquila, un drone progettato da Facebook e presentato nella mostra che farà parte di una piattaforma alimentata a energia solare in grado di fornire connessione a un costo contenuto.
I progetti più sostenibili
Largo spazio è dato alla sostenibilità, un tema inevitabile visto che si parla del futuro. Uno dei grandi progetti è Protei, una nave robotizzata open source che una volta costruita potrà navigare autonomamente, anche controvento, per individuare e rimuovere le macchie di petrolio dal mare, fornendo così un’alternativa ai metodi costosi usati attualmente per affrontare i danni degli sversamenti che purtroppo accadono con troppa frequenza, come dimostrano i casi recenti in Indonesia e in Colombia.
In mostra anche la camicia della designer di moda olandese Pauline Van Dongen, specializzata in tecnologia indossabile, che ha progettato un capo di abbigliamento a cellule fotovoltaiche che se indossato per un’ora è in grado di fornire l’elettricità necessaria per caricare uno smartphone o una fotocamera digitale. Altro progetto interessante è il Svalbard global seed vault, ribattezzato “doomsday vault” (doomsday in inglese è il giudizio universale), la banca mondiale dei semi nata nel 2008 per proteggere le specie vegetali dai danni causati dall’uomo, situata sull’omonima isola norvegese. E ancora, Aerocene Explorer di Tomás Saraceno è una scultura a forma di palloncino gonfiabile che utilizza energia solare e che si può impacchettare in uno zaino. Viene gonfiata dall’aria, sollevata da terra grazie al sole e trasportata dal vento, e usa tecnologie open source per raccogliere dati atmosferici. Un modo per valutare se il danno al Pianeta può essere monitorato attraverso il design combinato alla chimica, alla biologia e allo studio di nuovi materiali.
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Verso il corpo del futuro
Altro tema affrontato in questa mostra è quello dell’immortalità che da sempre ci affascina e che porta con sé un grande mistero. Le tute della startup Superflex, già presenti alla mostra New old presso il Design museum di Londra, sono realizzate in collaborazione con il desginer Yves Béhar, e combinano le ultime innovazioni nei campi della robotica, della biomeccanica e del design di moda. Il risultato è una tuta leggera che si indossa sotto i vestiti creata per combattere le indisposizioni causate dall’avanzamento dell’età perché reagisce ai movimenti naturali del corpo dando forza muscolare e sostegno. Bento lab invece è il primo laboratorio di dna portatile che consente a chiunque di sperimentare con semplici analisi del dna, dando così anche ai non professionisti accesso alla genetica e alla biologia molecolare.
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Il design del futuro per migliorare i beni e i servizi pubblici
Nell’ultima sezione i visitatori hanno l’opportunità di valutare se il sistema democratico agisce veramente al servizio dei cittadini attraverso progetti che mostrano nuove strategie per attuare processi decisionali collettivi e idee alternative per migliorare i servizi pubblici. Si va da un modello in scala reale di Luchtsingel, un ponte pedonale a Rotterdam nonché la prima infrastruttura pubblica al mondo realizzata principalmente grazie al crowdfunding, al travestimento da supereroe “Supercitizen” appartenente ad Antanas Mockus, ex sindaco della capitale colombiana Bogotá. Attraverso strategie di auto-organizzazione, gestione del traffico e tassazione volontaria, Mockus è riuscito a incoraggiare i cittadini ad assumersi la responsabilità della propria città e ridurre il crimine e gli incidenti di oltre il 40 per cento.
The future starts here è una mostra che non solo pone il visitatore davanti a importanti interrogativi ma è in grado di fornire valide risposte e soluzioni per affrontare l’oggi e il domani. È visitabile fino al 4 novembre al Victoria & Albert museum di Londra.
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