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The Guardian e Ford per la mobilità di domani
The Guardian e Ford insieme per progettare la mobilità di domani. I numeri parlano chiaro: le auto sulle strade di tutto il mondo toccano quota un miliardo, una cifra che potrebbe crescere fino a diventare tra i 2 e i 4 miliardi entro 2050. Numeri in crescita anche per quanto riguarda i costi e le
The Guardian e Ford insieme per progettare la mobilità di domani.
I numeri parlano chiaro: le auto sulle strade di tutto il
mondo toccano quota un miliardo, una cifra che potrebbe crescere
fino a diventare tra i 2 e i 4 miliardi entro 2050. Numeri in
crescita anche per quanto riguarda i costi e le perdite subite a
causa delle congestioni del traffico che, secondo le stime della
Commissione Europea, cresceranno anche del 50%, fino a raggiungere
i 200 miliardi di euro ogni anno.
Come modificare questa tendenza, anche a fronte dell’ultimo
rapporto commissionato da Ford a “The Futures Company,”
azienda specializzata nel settore ricerche, il quale ha dimostrato
che la maggior parte delle persone in Europa ritiene che la vita
sarebbe “impossibile” senza un’auto?
Se n’è discusso nelle sale del Kings Place a Londra,
durante un incontro organizzato dal Guardian Sustainable Business e da
Ford, e moderato dallo stesso direttore del giornale inglese, Jo
Confino; alla presenza di tecnici, di rappresentanti delle case
automobilistiche, di chi si occupa di progettare e realizzare
soluzioni per la mobilità sostenibile.
Secondo Barb Samardzich, vice
presidente di Ford Europe, le compagnie automobilistiche
sono chaimate a migliorare le prestazioni delle auto: “grazie al
downsizing (motori più piccoli ed efficienti) e alle nuove
forme di propulsione, come le soluzioni ibride ed elettriche, che
aiutano a diminuire di concerto le emissioni di CO2″. È
ciò che la casa americana sta realizzando grazie ad esempio
al nuovo motore Ecoboost a tre cilindri, che presenta consumi e
emissioni estremamente ridotti.
Susan Claris, direttrice associata di Arup e
specializzata in urbanistica e mobilità sostenibile è
pragmatica e lancia interessanti provocazioni: “In un mondo dove la
maggior parte della popolazione vivrà in megacity dovremmo
ripensare a degli spazi che siano inacessibili alle auto e dove
invece sia possibile riscoprire il piacere di muoversi camminando e
utilzzando la bici”. Strade e aree senz’auto quindi: “Sarebbe una
scelta impopolare all’inizio, così come è stata la
Congestion Charge (la nostra Area C)”, sottolinea Susanne, ma che
ha portato alla diminuzione dell’inquinamento e all’aumento degli
spazi dedicati alle bici.
“Abbiamo bisogno che la gente cambi mentalità rispetto
alla mobilità”, ha dichiarato invece Sylvain
Haon, segretario generale di Polis
Network, associazione europea che si occupa di trovare
soluzoni sostenibili ai trasporti: “ci siamo concetrati per troppo
tempo sugli spostamenti delle auto – sottolinea – dobbiamo
concetrarci invece sugli spostamenti delle persone”. Infrastrutture
create quindi per soddisfare la necessità degli individui
che devono spostarsi da A a B, che comprenda sì l’auto, ma
anche tutte le altre forme di mobilità, spesso anche meno
inquinanti.
Per raggiungere questo obiettivo non si può fare a
meno della tecnologia. Sono quindi benvenute tutte quelle
soluzioni che permettono di connettere i veicoli tra di loro e con
le stesse infrastrutture, in modo di sapere in qualsiasi momento
qual è la soluzione migliore da adottare in quel preciso
istante. Come oggi siamo constantemente connessi alla rete con i
nostri telefoni, domani lo saremo con i veicoli sui quali ci
muoviamo.
“La tecnologia è pronta – dichiara Fabio
Orecchini, professore dei Sistemi Energetici
all’Università di Roma – e sta lavorando a diverse forme di
propulsione, siano esse elettriche, ibride o a idrogeno, comunque
rinnovabili e sostenibili”.
Un mondo sempre più interconesso, con meno auto ma
più intelligenti, dove poter scegliere in qualsiasi
momento la soluzione più adatta al luogo che si deve
raggiungere, consumando meno risorse, impiegando meno tempo e
risparmiando denaro.
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