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The Butterfly Effect: l’effetto farfalla non è un semplice film
“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Questa frase, dal film The Butterfly Effect del 2004, non deve spaventarci, anche se riflette la realtà.
La frase tratta dal film di Eric Bress sta a significare che, a causa della globalizzazione e della complessità caratterizzanti l’epoca attuale, esistono relazioni di inter-retroazione tra ogni fenomeno e il suo contesto, e tra quest’ultimo e il contesto planetario.
Pensiamo alla parola com-plectere (da cui proviene “complessità”): in latino significa intrecciare e aggiungere senso a due elementi opposti che si intrecciano. Questo termine si presenta sotto l’aspetto inquietante della perplessità, vale a dire ciò che è ingarbugliato, disordinato.
La teoria dell’effetto farfalla
L’effetto farfalla è una locuzione presente in fisica nella teoria del caos. Si ritiene che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine del sistema. Dunque, molto di più che un semplice film.
In realtà anche le origini di quest’espressione sono più artistiche che scientifiche: si ispira infatti a un racconto fantascientifico di Ray Bradbury, Rumore di tuono del 1952. Nel futuro, grazie ad una macchina del tempo, vengono organizzati dei safari temporali per turisti. Malauguratamente un escursionista catapultato nella preistoria calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana.
Ma The Butterfly Effect non è l’unico film che ha sviluppato questo concetto: pensiamo a Sliding Doors, del 1998, che si basa proprio sulla consapevolezza che un’azione mancata della protagonista può determinare quello che sarà il suo futuro; oppure a Frequency del 2000; oppure ancora l’episodio dei Simpson in cui un tostapane riparato (male) dallo stesso Homer diventa il mezzo per attraversare il tempo.
L’effetto farfalla è tanto più forte quanto maggiore è il livello di complessità e quindi anche di perplessità; più i fenomeni sono ingarbugliati più è difficile districarli gli uni dagli altri? Abbastanza intuitivo, no? Dunque, forse è vero che ogni azione compiuta ci si ritorce contro: meglio cominciare a comportarsi bene?
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