La presa di coscienza della tematica ambientale nella musica risale all’aprile del 1970, con la nascita negli Stati Uniti dell’attuale movimento ambientalista e l’istituzione della Giornata della Terra dedicata alla natura e alla conservazione. Il primo inno rock ambientale moderno è quello della cantautrice canadese Joni Mitchell, che nella canzone Big yellow taxi parla di “pavimentazione
Anche Thom Yorke, Brian Eno e David Byrne fra i firmatari della lettera per sostenere Extinction Rebellion
Più di cento nomi illustri del mondo dello spettacolo e della musica hanno sottoscritto una lettera aperta per sostenere Extintion Rebellion, il movimento non violento nato per contrastare i cambiamenti climatici.
Thom Yorke, Brian Eno, David Byrne, Robert Del Naja dei Massive Attack, il leader dei Pulp Jarvis Cocker, Lily Allen, Warren Ellis, la Spice Girl Mel B, Natalie Imbruglia, Jon Hopkins e Jason Pierce degli Spiritualized: questi sono solo alcuni dei nomi degli artisti che hanno deciso di sostenere Extinction Rebellion, movimento ambientalista nato nel Regno Unito per contrastare i cambiamenti climatici, e pubblicare una lettera aperta sul loro sito per rispondere alle innumerevoli accuse di “ipocrisia” da parte della stampa internazionale.
Le accuse di “ipocrisia” da parte della stampa
Più volte i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno sostenuto Extinction Rebellion – come, per esempio, Michael Stipe dei Rem, che ha pubblicamente appoggiato la settimana di ribellione nel mondo e in Italia e ha dichiarato che devolverà i proventi del suo primo singolo solista per un anno proprio al movimento ambientalista – sono stati definiti “ipocriti” dal momento che conducono uno stile di vita impattante per lavoro (per esempio, viaggiando in aereo) e contemporaneamente appoggiano battaglie in difesa dell’ambiente.
Già il frontman dei Radiohead Thom Yorke, in un’intervento durante uno show radiofonico della Bbc, aveva ammesso di essere continuamente combattuto per il fatto di aver sempre supportato la lotta contro i cambiamenti climatici, ma allo stesso tempo di girare il mondo in aereo per lavoro. Lo stesso aveva fatto anche Jonny Greenwood: “Certo, un’ipocrisia di fondo c’è”, aggiungendo: “Ma cercare la macchia sulle credenziali di qualcuno per autoconvincersi che i cambiamenti climatici non siano un problema è da idioti”.
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La lettera aperta sul sito di Extinction Rebellion
Ora, il gruppo di chi ha deciso di difendersi dalle accuse della stampa e sente che sia arrivato il momento di usare la propria voce per smuovere le coscienze si allarga.
”Cari giornalisti che ci chiamate ipocriti: avete ragione”, è l’incipit della lettera aperta sottoscritta. “Viviamo vite ad alte emissioni e le industrie di cui facciamo parte hanno enormi impronte di carbonio. Come voi – e tutti gli altri – siamo bloccati in questa economia dei combustibili fossili e senza un cambiamento sistemico, i nostri stili di vita continueranno a causare danni ecologici e al clima”.
Nella lettera, quindi, viene chiaramente riconosciuto come l’industria della musica e dell’arte in generale abbiano una parte di colpa, ma nello stesso è evidente come anche queste debbano diventare protagoniste – esattamente come tutti gli altri settori – di un “cambiamento sistemico”.
“Vi è una storia più urgente su cui i nostri profili e piattaforme possono attirare l’attenzione. La vita sulla Terra sta morendo (…) Milioni di persone soffrono, lasciano le loro case e arrivano ai nostri confini come rifugiati. Accanto a queste persone ci sono milioni di bambini che stanno implorando noi, persone con potere e influenza, di alzarci e lottare per il loro già devastato futuro (…) Chiamarci ipocriti non ci farà stare zitti. Invitiamo tutti a unirsi a noi, a superare la paura per dire la verità sull’emergenza climatica ed ecologica. Sta già accadendo”.
La lettera termina con un riferimento alla ribellione internazionale di Extinction Rebellion: “Migliaia di persone normali stanno mettendo a repentaglio la loro libertà per prendere parte alla disobbedienza civile. Noi ci siamo ispirati al loro coraggio e ci siamo uniti a loro. Vi preghiamo di fare lo stesso.”
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