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Esploratore, scrittore, ricercatore infaticabile ed eterno avventuriero, ha fatto sognare una generazione con i resoconti dei suoi viaggi sui mari del sud sino alla scoperta del segreto dell’Isola di Pasqua.
“Tornare alla natura? Dire addio alla civiltà? Io ci ho
provato. Ho fracassato l’orologio tra due pietre e mi sono lasciato
crescere capelli e barba. Mi sono arrampicato sulle palme per
nutrirmi. Ho infranto tutte le catene che mi univano al mondo
moderno”. Così inizia il diario del giovane norvegese Thor
Heyerdhal che nel 1936, a soli ventisei anni, decide di ritornare
alla natura, in una remota isola del Pacifico.
Da allora la vita di Heyerdhal, esploratore, navigatore, studioso
dell’etnologia delle popolazioni polinesiane, scrittore di
successo, antropologo, archeologo, scienziato fuori da ogni scuola,
è stata un susseguirsi di avventure e imprese straordinarie
che hanno spesso destato l’invidia o lo scherno e il disprezzo del
mondo scientifico, soprattutto statunitense. Tante volte ha
rischiato la vita, sempre la reputazione. Eppure il gigante
norvegese con l’eterno sorriso degli occhi azzurri non si è
mai fermato e ha continuato a viaggiare svelando enigmi
antichissimi e dimostrando la fondatezza delle sue teorie.
Nel 1947, insieme a cinque compagni, salpa dalle coste del
Perù sul Kon Tiki, una zattera di legno di balsa,
per raggiungere le isole della Polinesia, Vuole dimostrare come le
teorie sull’origine degli isolani dei Mari del Sud fossero errate.
Dopo 101 giorni di navigazione naufragano su un’isoletta delle
Tuamotu. Sono 4300 le miglia nautiche percorse. L’impresa è
un successo come anche il libro che Thor scriverà per
raccontarla al mondo: 46 milioni di copie vendute. Nel corso di due
lunghe campagne di scavo a Rapa Nui Heyerdhal svelerà il
mistero dei Moai, le grandi statue dell’Isola di Pasqua. La sua
teoria sul popolamento dei continenti e i legami di questi ultimi
con le isole, lo spingono ad altre imprese ai limiti
dell’incoscienza: le traversate oceaniche con le barche di papiro
del Ra e del Ra II e con il Tigris, una barca di giunco simile a
quelle dei bassorilievi sumerici. E’ la volta, poi, delle campagne
di scavo in Perù, nelle Galapagos e di nuovo alle Marchesi,
alle Maldive e alle Canarie. Nato a Larvik, un paesino della
Norvegia, tre volte sposato e con una nidiata di nipoti, fin dal
1958 Thor Heyerdhal aveva scelto come suo rifugio un antico
casolare a Colla Micheri, sulle colline liguri di Laigueglia, dove
è morto il 18 aprile scorso.
Aveva 87 anni e la tempra di un ventenne. In una recente intervista
aveva dichiarato di essere un uomo molto felice e che nei suoi
interminabili viaggi le sole frontiere che aveva incontrato erano
nella mente di alcuni uomini.
Maurizio Torretti
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