Questi bacini rappresentano l’80 per cento della copertura forestale mondiale e circa tre quarti della sua biodiversità. All’evento hanno preso parte oltre 3.000 partecipanti, tra cui rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali, ong, società civile, scienziati, ricercatori, ambientalisti e popolazioni indigene.
La Repubblica del Congo ha ospitato il primo vertice nel 2011, quando i partecipanti hanno firmato una dichiarazione in cui promettevano di cooperare nella lotta contro la deforestazione e di adottare una linea comune nei negoziati sul clima. Da allora ci sono stati vari incontri, vertici e dichiarazioni, ma la deforestazione non si è fermata.
Global Summit in Brazzaville: Leaders convene to protect tropical forests and combat climate change https://t.co/mIcrac0jw6
Al vertice si sono presentati più di dieci capi di Stato africani, oltre a rappresentanti di organizzazioni internazionali, tra cui l’Unione europea, l’Unicef e la Fao. Grandi assenti, però, capi di Stato e primi ministri dei Paesi del bacino amazzonico o del Borneo. Queste assenze hanno messo in dubbio il raggiungimento degli obiettivi del vertice, in particolare la creazione di un fronte comune nei negoziati internazionali sulle foreste.
L’assenza dell’Indonesia è stata aspramente criticata anche dalle organizzazioni che si occupano della salvaguardia ambientale, come Green Peace. Durante il G20 tenutasi a Bali nel novembre 2022, l’Indonesia aveva concordato un’alleanza a tre per proteggere le foreste tropicali insieme al Brasile e alla Repubblica Democratica del Congo.
Tra le figure di spicco non presenti al vertice ci sono anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, così come il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente brasiliano Lula, che hanno partecipato in videoconferenza per applaudire l’iniziativa, tutti e tre impegnati nella crisi tra Israele e Palestina.
Altro assente è il Ruanda, apertamente accusato dal presidente della Repubblica Democratica del Congo Félix Tshisekedi di mettere a rischio il Parco dei Virunga, al confine tra i due Paesi, dove il conflitto in corso tra i due sta distruggendo l’ecosistema forestale.
Cooperazione con l’Unione Europea
Tra i pochi obiettivi raggiunti durante il vertice c’è stata la firma della roadmap di implementazione del partenariato forestale UE-Congo. Si sono delineate le misure per salvaguardare le foreste del bacino congolese e sostenere lo sviluppo di catene del valore sostenibili coerenti in linea con i requisiti del nuovo Regolamento UE sulla deforestazione.
Engaging discussions with 🇨🇬Congo stakeholders on the #EUDR implementation.
Supporting businesses is essential.
Listening to their insights matters.
We're committed to sharing global best practices to ensure a successful journey together. 🤝 pic.twitter.com/pN5r1ZFPI2
Questo è l’ultimo step della strategia europea annunciata durante la Cop26 per la creazione di partenariati forestali per affrontare le grandi sfide relative ai cambiamenti climatici. Durante l’ultima Cop27 a Sharm El Sheik, l’Unione Europea e la Repubblica del Congo hanno siglato il memorandum di intesa per il partenariato forestale. I partenariati forestali garantiscono una gestione sostenibile delle foreste, generano posti di lavoro attraverso catene di valore sostenibili legate alle foreste, riducono la deforestazione e il degrado forestale e facilitano il commercio di prodotti forestali legali e sostenibili.
La dichiarazione finale del Three basins summit
Nella dichiarazione finale, i partecipanti al Vertice di Brazzaville hanno ribadito il loro impegno a cooperare sulla base di una tabella di marcia comune per la protezione dei tre bacini forestali. L’obiettivo è rafforzare le misure di conservazione, combattere la deforestazione e promuovere uno sviluppo sostenibile basato sulla conservazione delle risorse naturali.
DÉCLARATION DU 2ème SOMMET DES TROIS BASSINS
DECLARATION FROM THE 2ND SUMMIT OF THE THREE BASINS
— Summit of the Three Basins (@summitof3basins) October 30, 2023
La dichiarazione, tuttavia, ribadisce concetti già esplicitati durante altri vertici e non riesce a fare grandi passi nella ricerca di soluzioni per la tutela delle foreste. Come per il One Summit Forest dello scorso marzo e l’Africa Climate Summit di settembre, il Three Basins Summit si conclude con una dichiarazione debole. L’auspicio è portare al tavolo della prossima Cop28 i risultati dei tre vertici come base per i prossimi negoziati.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
L’ad del colosso statunitense, Darren Woods, ha parlato dalla Cop29 di Baku. Exxon prevede di investire nella transizione oltre 20 miliardi di dollari entro il 2027.
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