L’iniziativa, patrocinata dall’Unesco, è nata per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri, ma anche la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore.
Maria Dolores Vergani. Ti voglio credere
Torna l’ispettore Maria Dolores Vergani. Torna, ma questa volta è lei in gabbia.
Indagata per omicidio volontario per
aver accoltellato una donna nei boschi della Val d’Aosta,
l’ispettore è agli arresti domiciliari in casa dei genitori.
Qui, sola, è costretta a confrontarsi innanzitutto con se
stessa, tra le pareti della sua infanzia, con i labili confini tra
verità e menzogna. Con il suo passato, con il suo presente.
Con i successi e i fallimenti. Questa volta Maria Dolores Vergani
si trova coinvolta nella più difficile delle indagini:
quella su se stessa. E non può scappare. Ora non ha scuse,
non può dire di essere impegnata, di dover lavorare, di
essere di fretta. La vita le ha imposto una pausa.
Intanto le indagini alla questura di Milano continuano: tre
gigantesche croci appaiono in un giardino di una villa a San Siro.
A poco a poco l’Italia si riempirà di croci. E poi ancora
un dentista toglie denti sani e impianta protesi. Una ragazza si
suicida gettandosi da un ponte.Che cosa sta succedendo? Achille
Maria Funi, da poco divenuto ispettore, deve scoprirlo e decide di
coinvolgere la Vergani, suo punto di riferimento, nelle
indagini.
Questo libro inizia esattamente dove finiva
“Io ti perdono”, infatti ne è
idealmente il seguito, ma in realtà una non lettura del
precedente non preclude la comprensione del nuovo romanzo. Diciamo
che “Ti voglio credere” è un romanzo autonomo, in cui
giustizia e verità cercano un significato nelle vicende dei
protagonisti.
Si legge con piacere, non c’è mai un momento di noia o
di stasi. Si va avanti per brevi sequenze, la Bucciarelli non
indugia né su sentimenti, né su parole. Parole e
atmosfere sono ponderate, ben scelte, mai pleonastiche. Sono parole
che tagliano le sue e così facendo delineano il movimento di
uno stile essenziale, semplice, preciso, che non annoia, né
affatica il lettore.
Una ricerca sul sé, una catabasi non sempre incoraggiante.
L’immagine di copertina in questo senso è veramente icastica
e rappresentativa del contenuto. Una lettura piacevole, che mescola
sapientemente i sapori del noir con quelli dell’introspezione
psicologica. Un romanzo per capire. Per risolvere le indagini. Per
giustificare. Per giustificarsi. Per afferrare la verità. Ma
esiste la verità? Il più delle volte lo vogliamo
credere.
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