Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Il percorso di Tokyo 2020 prosegue dopo i Giochi grazie alla sostenibilità
Tutti gli obiettivi sostenibili di Tokyo 2020: dalle zero emissioni (e oltre) all’economia circolare, dall’inclusione sociale alla mobilità accessibile.
Ultimo aggiornamento del 5 agosto 2021
“Abbiamo deciso di essere un esempio di sostenibilità”, racconta Hiroshi Komiyama, presidente della Commissione urbanistica e sostenibilità di Tokyo 2020 e presidente del Mitsubishi research institute. Quelli della capitale giapponese vogliono essere i Giochi olimpici e paralimpici più sostenibili di sempre. Un obiettivo ambizioso basato sull’azzeramento delle emissioni, sulla mobilità sostenibile, sul riciclo dei materiali e sulla riduzione dei rifiuti. Tokyo 2020 vuole alzare l’asticella della sostenibilità anche dal punto di vista sociale, puntando sulla promozione della diversità e dell’inclusione in tutti gli ambiti dei Giochi.
Olimpiadi sostenibili, la strategia di Tokyo 2020
La strategia sostenibile di Tokyo 2020 è divisa in cinque aree tematiche e i risultati vengono diffusi attraverso diversi rapporti, come quello pubblicato nel 2020 e la versione più aggiornata uscita un anno più tardi in luce del rinvio delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi dall’estate del 2020 a quella del 2021 a causa della pandemia da Covid-19. L’ultima relazione con i risultati finali sarà consultabile a Giochi ultimati. Andiamo a vedere quali sono gli obiettivi che tracciano un modello di impegno socio-ambientale anche per il futuro.
“Abbiamo bisogno delle persone. In questo senso la sostenibilità dipende dall’inclusione sociale”, commenta Komiyama. Lo slogan “Be better, together – for the planet and the people” (Siamo migliori, insieme, per il pianeta e le persone) riassume la strategia di Tokyo 2020, che mira a contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tant’è che il comitato organizzativo ha sottoscritto l’iniziativa “sport per il clima” dell’Onu per promuovere la lotta contro i cambiamenti climatici anche nell’ambito sportivo attraverso attività di comunicazione e la riduzione dell’impatto delle manifestazioni.
Tokyo 2020 oltre alle zero emissioni
Le Olimpiadi rappresentano un’importante occasione per dimostrare l’impegno del Giappone nella lotta contro il riscaldamento globale e nel raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, obiettivo annunciato dal primo ministro Yoshihide Suga a ottobre dell’anno scorso. In questo senso, Tokyo 2020 è davvero un esempio da seguire. “Abbiamo ridotto a zero le emissioni di CO2 in questa Olimpiade”, spiega Komiyama. Una frase semplice che cela il grande lavoro fatto dal comitato organizzativo e dai suoi partner per raggiungere un risultato importante. Rifacendosi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, questo traguardo è stato raggiunto grazie all’utilizzo di sole energie rinnovabili e alla compensazione di tutte le emissioni in collaborazione con le amministrazioni locali.
Tant’è che “è previsto che i Giochi supereranno la neutralità climatica”, si legge in un comunicato stampa ufficiale. “Grazie alla partecipazione di più di 200 aziende, il governo di Tokyo e la prefettura di Saitama (dove si tengono alcuni degli eventi, ndr) hanno raccolto crediti di carbonio pari a 4,38 milioni di tonnellate di CO2, una quantità di gran lunga superiore all’impronta di carbonio prevista di 2,73 milioni di tonnellate di CO2″.
Idrogeno e mobilità sostenibile
La strategia a basso impatto di Tokyo 2020 va di pari passo con l’innovazione. Ad esempio, in questi Giochi si è puntato molto sull’idrogeno: questo è il carburante che alimenta il simbolo di continuità tra le Olimpiadi dell’antichità e quelle moderne, la fiamma olimpica. “L’idrogeno non è visibile a occhio nudo quando viene bruciato quindi riuscire a usarlo per la torcia è stato difficile. Abbiamo dovuto trovare la formula chimica giusta perché potesse avere un colore visibile”, spiega Komiyama, che è ingegnere chimico. “E l’elettricità utilizzata per produrre l’idrogeno dall’acqua viene da pannelli solari a Fukushima”.
Questo è il carburante che alimenta anche parte della flotta olimpica, per il 90 per cento fatta di veicoli elettrificati. Un altro tassello fondamentale nel raggiungimento dello zero netto di emissioni, infatti, è stata l’adozione della mobilità sostenibile, incentivando l’utilizzo della rete di trasporto urbano ed extraurbano già altamente sviluppata, e lavorando insieme alla storica azienda giapponese Toyota, partner ufficiale per la mobilità del Comitato olimpico internazionale e del Comitato paralimpico internazionale. Con oltre tremila prodotti – dalla berlina Mirai ai bus Sora, entrambi a idrogeno, fino agli ultimi modelli Full Hybrid Electric e Hybrid Plug-in – la casa automobilistica ha messo in campo la flotta olimpica a più basso impatto di sempre sotto la bandiera del programma-manifesto Mobility for all (mobilità per tutti) e della missione Beyond Zero, che punta ad andare oltre alle zero emissioni per una società sostenibile e inclusiva.
Leggi anche
- Tokyo 2020, una flotta di veicoli per ridurre le emissioni come non mai
- Il glossario della mobilità sostenibile a Tokyo 2020, anche in giapponese
- Una giornata al Museo Olimpico di Losanna. Parte da qui il viaggio verso Tokyo 2020
- Dal Tokyo Motor Show a Bebe Vio, la mobilità sarà sempre più per tutti
- Dalla cultura “ibrida” alle Olimpiadi. Toyota e LifeGate, da dieci anni insieme per una mobilità sostenibile
Gestione delle risorse per azzerare gli sprechi
Hanno fatto notizia le medaglie e i podi olimpici realizzati con materiali riciclati: questa è solo la punta dell’iceberg della strategia per abbattere il consumo di risorse se consideriamo che il 65 per cento degli oggetti e dei materiali impiegati per Tokyo 2020 verrà riutilizzato o riciclato. Anche la torcia olimpica che ha raggiunto il Giappone dalla Grecia, patria delle Olimpiadi, il 20 marzo 2020 è fatta con alluminio recuperato dalle strutture che hanno ospitato i sopravvissuti del disatro del Tōhoku, il terremoto e lo tsunami che hanno colpito la costa nord-orientale del paese nel 2011 causando 16mila vittime e il disastro nucleare di Fukushima. Le Olimpiadi di Tokyo mirano a essere anche quelle della “ricostruzione”, con le prefetture colpite dalla tragedia che ricopriranno un ruolo speciale. È da qui infatti che è partita la staffetta della torcia olimpica in Giappone il 25 marzo di quest’anno.
La lista di oggetti realizzati con materiali sostenibili continua: l’uniforme della squadra giapponese è in tessuti riciclati, il legno della piazza centrale del villaggio degli atleti è stato donato da diverse località giapponesi a cui verrà poi restituito per essere riutilizzato, e le abitazioni degli atleti, in legno riciclato, diventeranno poi case per i cittadini locali. Sono diventate virali anche le immagini dei letti degli atleti fatti in cartone riciclato che verranno poi donati ad enti sportivi nazionali.
Metallo e plastica di scarto “donati” dai cittadini sono stati utilizzati rispettivamente per creare le medaglie e i podi olimpici. Presso 18mila stazioni di raccolta, gli abitanti di oltre il 90 per cento dei comuni giapponesi hanno conferito quasi 80mila tonnellate di rifiuti elettronici, di cui oltre 6 milioni di cellulari, da cui sono stati estratti i metalli preziosi usati per produrre 5mila medaglie. E per la prima volta, gli atleti olimpici vincenti salgono su podi realizzati con rifiuti di plastica domestici e provenienti dagli oceani – recuperati anche durante tre eventi di pulizia delle spiagge, nelle località che ospitano le gare di vela e surf.
Diritti umani, diversità e inclusione
Nonostante il Giappone sia un paese demograficamente omogeneo, dove meno del 2 per cento della popolazione è costituito da migranti, Tokyo 2020 punta a integrare i valori della diversità e dell’inclusione in tutte le sfaccettature dei giochi. Ambire al meglio, accettare il prossimo e creare un legame con il domani sono i concetti chiave di questa filosofia espressa nello slogan “unione nella diversità”. “La parola chiave è partecipazione”, aggiunge Komiyama.
Oltre alla sottoscrizione ai principi guida dell’Onu su imprese e diritti umani ed l’aver siglato un accordo con l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) per tutelare i diritti dei lavoratori – scelte da non sottovalutare considerando le polemiche sui diritti umani e sulla corruzione che hanno macchiato l’immagine di Rio 2016 –, il comitato di Tokyo 2020 è stato anche premiato dal Pride index dell’associazione giapponese Work with pride che valuta l’implementazione delle politiche a favore dei diritti Lgbtq da parte degli enti e delle organizzazioni.
Cruciale anche il tema dell’accessibilità, con la creazione di linee guida per fornire l’infrastruttura e adottare le politiche necessarie per dare a tutti la possibilità di partecipare agli eventi a prescindere delle proprie abilità fisiche e intellettive. E grazie alla filosofia di Mobility for all, rivolta non solo all’abbattimento delle emissioni ma anche all’inclusione sociale – come dimostrano le storie di superamento dei limiti personali degli atleti del Toyota Team, consultabili sul sito dedicato – la mobilità sostenibile è alla portata di tutti.
La tutela della biodiversità e il coinvolgimento dei cittadini
La strategia sostenibile di Tokyo 2020 punta anche alla tutela degli spazi verdi attraverso una gestione efficiente dell’energia e delle risorse idriche, ad esempio utilizzando acqua riciclata e piovana, e la piantumazione di specie autoctone nelle sedi dei Giochi, e al coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso iniziative come quelle già citate di raccolta dei rifiuti elettronici e della plastica, “perchè il coinvolgimento del pubblico è un obiettivo importante oltre alla sostenibilità”, commenta Komiyama. La visione è quella di lasciare un segno duraturo sulla società giapponese anche una volta che i riflettori si saranno spenti.
L’impegno socio-ambientale riguarda anche le imprese e gli enti che contribuiscono alla realizzazione dei Giochi e per questo motivo è stato creato un codice per i fornitori che prevede, tra le altre cose, l’utilizzo di prodotti ittici allevati o pescati rispettando le linee guida della Fao e l’impiego di olio di palma certificato dalla Rspo (nonostante nel documento ufficiale si faccia cenno ai dubbi riguardo all’efficacia di questa attestazione).
Non tutti si sarebbero aspettati che queste Olimpiadi avrebbero puntato così tanto sull’ambiente e sull’inclusione sociale, ma proprio perché in Giappone la consapevolezza ecologica è ancora di nicchia e la diversità un valore poco compreso, l’eredità che potranno lasciare è ancora più significativa. Celebriamo la grande performance di Tokyo 2020 non solo sul palcoscenico dello sport ma anche agli occhi di chi ha a cuore la sostenibilità.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le alluvioni in India e Bangladesh hanno colpito una delle aree più popolate al mondo. Le piogge torrenziali hanno fatto esondare i tanti fiumi di grande portata della zona. Si parla già di 3 milioni si persone colpite.
L’urgano Beryl è il più veloce ad aver raggiunto categoria 4 nella storia delle rilevazioni. Ha già colpito duramente molte isole caraibiche.
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
Prima di essere declassato a tempesta tropicale, l’uragano Idalia ha causato inondazioni anche lungo le coste atlantiche, colpendo con venti oltre i 150 chilometri orari.
Da quando Elon Musk ha acquisito la piattaforma il numero di esperti di clima che la utilizzavano per arricchire il dibattito scientifico è crollato.
Una giudice del Montana ha dato ragione ai 16 ragazzi tra i 5 e i 22 che avevano fatto causa allo stato per il sostegno dato ai combustibili fossili.
Un team di metereologi e divulgatori italiani ha affrontato una spedizione in Groenlandia per toccare con mano gli effetti dei cambiamenti climatici in una delle regioni cruciali per il futuro del nostro Pianeta.
Nel giorno del suo diploma Greta Thunberg ha partecipato al suo ultimo sciopero scolastico per il clima, là dove sono nati i Fridays for future.