Perché l’ambientalista Tom Steyer vuole finanziare i repubblicani

Cosa accadrebbe se persino i negazionisti repubblicani del parlamento statunitense dovessero iniziare ad occuparsi di clima? Cosa succederebbe se il prossimo candidato repubblicano alle presidenziali facesse dell’ambiente il suo punto di forza? Una piccola rivoluzione, forse. È la sfida di Tom Steyer, miliardario, filantropo e ambientalista, che ha deciso di usare il suo denaro per far

Cosa accadrebbe se persino i negazionisti repubblicani del parlamento statunitense dovessero iniziare ad occuparsi di clima? Cosa succederebbe se il prossimo candidato repubblicano alle presidenziali facesse dell’ambiente il suo punto di forza? Una piccola rivoluzione, forse. È la sfida di Tom Steyer, miliardario, filantropo e ambientalista, che ha deciso di usare il suo denaro per far sì che il tema del cambiamento climatico sia centrale nella campagna presidenziale del 2016.

 

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Foto: ©Getty Images

Steyer, che per raggiungere i suoi obiettivi fondò nel 2013 NextGen Climate action, una organizzazione apartitica con lo scopo di focalizzare l’attenzione della politica sul riscaldamento globale e i problemi climatici, ha puntato il suo sguardo sul candidato repubblicano alle presidenziali per il 2016, Rand Paul, attuale senatore del Kentucky.

 

Attraverso la campagna Hot Seat, Steyer punta a scoraggiare Paul e gli altri candidati conservatori a orientarsi verso finanziatori più “classici”, come i fratelli Koch, miliardari negazionisti con interessi in vari settori tra cui quello del petrolio, della carta e dei fertilizzanti. Il filantropo ha anche provocatoriamente affermato di voler finanziare i candidati repubblicani negazionisti, se servisse a far luce sul problema.

 

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Foto: ©Getty Images

L’azione di Steyer ricorda un precedente politico illustre, quello di Al Gore, che fece del cambiamento climatico il punto centrale della sua campagna elettorale e che, con il documentario Una scomoda verità, puntò a svegliare le coscienze statunitensi, vincendo tra l’altro l’Oscar nel 2007.

 

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Foto: ©Getty Images

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