Si è concluso il biennio di sperimentazione del reddito di cittadinanza in Finlandia. Nel bilancio pubblicato dal governo non mancano le sorprese.
“La sostenibilità significa competitività”, torna il Premio Bilancio Sociale
Quarta edizione per l’iniziativa che premia le aziende virtuose in termini di sostenibilità. Abbiamo discusso con Mirta Barbeschi, fondatrice della Biblioteca Bilancio Sociale, per capire vantaggi e applicazioni di questo approccio.
Si terrà il 27 novembre, a Milano, la quarta edizione del Premio Biblioteca Bilancio Sociale, promosso dal primo centro di archiviazione e divulgazione sulla rendicontazione di sostenibilità per offrire un palcoscenico alle aziende virtuose e per condividere storie ed esperienze. Le iscrizioni, gratuite e da effettuare direttamente sul sito, sono aperte fino al 9 ottobre. Se il 2016 ha visto vincitrice Costa Crociere, il premio 2017 (con partner LifeGate) sarà diviso in due categorie (grandi aziende e Pmi), e saranno assegnate anche 4 menzioni speciali (Identità e visione, Impegno sociale, Stakeholder e Ambiente). Durante la giornata di premiazione interverranno, tra gli altri, Enea Roveda, amministratore delegato LifeGate, don Walter Magnoni, responsabile Pastorale sociale e lavoro Diocesi di Milano, Francesca Fiore, capo Ufficio controlli societari e tutela diritti dei soci Consob, Ermete Realacci, presidente commissione Ambiente e Territorio alla Camera.
Sostenibilità, un valore per tutti
Non potrà mancare poi Mirta Barbeschi, fondatrice BBS, con cui abbiamo parlato dell’importanza della sostenibilità aziendale, oggi sempre più sinonimo di competitività: “Un’azienda responsabile ha un reale vantaggio, e non solo reputazionale, nei confronti del proprio mercato”, spiega Barbeschi. “Operare entro perimetri etici e rispettosi significa anche poter contare su una redditività solida e soprattutto proiettata nel lungo termine, che è sempre meno probabile, invece, se si ragiona in termini di massimo rendimento esaurendo il pianeta o abusando dei contesti sociali”.
Cosa permette a un’azienda di realizzare la sua missione sociale?
Semplicemente la piena consapevolezza del ruolo che essa svolge. Un ruolo che non può essere confinato tra i muri della fabbrica, ma che deve viaggiare assieme ai prodotti o servizi commercializzati. E il perseguimento, senza paura, della trasparenza, che è la base per un’economia della credibilità.
Quali sono le difficoltà nello scegliere questo tipo di approccio?
È molto più semplice capire dove la sostenibilità non c’è. Non esiste azienda che abbia agito irresponsabilmente senza saperlo. Quindi, riconvertire la propria produzione in tal senso è molto facile. Per contro molte aziende, pur corrette, non hanno ancora sviluppato quella consapevolezza di cui sopra e non sono in grado di mettere in fila tutti quei fatti che le qualificherebbero sostenibili. Sapesse quante volte mi è capitato di parlare con imprenditori che già operavano in ambiti di eccellenza senza però aver mai valorizzato questo aspetto.
Quali sono invece i vantaggi per l’azienda?
La sostenibilità deve avere una convenienza tangibile, e mettere a reddito questo fattore è possibile. Il mercato è pronto per premiare aziende virtuose, e non parlo solo dei consumatori, ma anche di investitori e finanziatori che stanno iniziando a indirizzarsi verso un’economia più a misura d’uomo. E per questo più forte, stabile, competitiva.
Quali sono i modelli più virtuosi a cui ispirarsi?
La sostenibilità o per meglio dire l’etica applicata secondo la propria matrice gestionale, è impalpabile, non si studia, non ha un modello né codici, è un modo di interpretare l’impresa in armonia con circostanze ed ambiti di attività. Potrei segnalare invece modelli poco virtuosi come chi, ad esempio, svicola la sostenibilità abusando del concetto di filantropia (sacrosanta e benemerita) senza revisionare la propria filiera produttiva o entrare nel merito del proprio operato.
Attraverso quali azioni si applica la sostenibilità?
Una per tutte: guardare dentro la propria impresa e spalancare le porte ad una visione consapevole, capace di cambiare radicalmente i contesti e creare nuovi scenari. Oggi generare profitti nel perimetro concesso dall’etica è un vantaggio competitivo e un asset per il business in un mercato dichiaratamente pronto a premiare chi produce e opera con queste premesse. Declinare poi in fatti questo ‘sguardo’ responsabile è una conseguenza di facile gestione: si tratta di ripercorrere alcune macro aree di vita aziendale ridisegnando stato di fatto e obiettivi.
Tutti i tipi di azienda possono puntare alla sostenibilità?
Sì, ogni azienda deve puntare ad acquisire quella che possiamo definire una dote competitiva connessa a modelli comportamentali. Ma la sostenibilità deve essere messa in atto in contesti pertinenti, rilevanti e strettamente legati al proprio business. Faccio un esempio concreto: che una banca evidenzi una buona gestione del consumo di acqua presso uffici e filiali non è un aspetto rilevante. Al contrario deve rendere conto degli impatti sociali e ambientali dei progetti che essa finanzia e il suo ruolo nel sostenere l’economia reale di una città, di una regione o di un paese. Stessa cosa, ma invertita, vale per un produttore di birra.
Come nasce la partnership con LifeGate e qual è il valore aggiunto di questa collaborazione?
Non credo che in Italia ci sia una community più qualificata e numerosa di quella rappresentata da LifeGate. Abbiamo detto che il consumatore è pronto a premiare le aziende reponsabili, LifeGate ne è il portavoce più attento. Senza nulla togliere alle associazioni preposte, questo network rappresenta l’elemento più innovativo e attendibile per promuovere un consumo d’opinione in materia. L’Osservatorio sullo stile di vita sostenibile è uno strumento di grande importanza e per monitorare tendenze e scenari del cambiamento in atto che ogni azienda dovrebbe leggere.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Cos’è il reddito di cittadinanza 2019, quali sono i requisiti per richiederlo e chi ne ha diritto. Ma soprattutto: riuscirà a far ripartire l’occupazione e l’economia in Italia?
Il salario minimo spagnolo, che finora era i più bassi d’Europa, arriverà a 900 euro mensili a gennaio. Anche la Francia lo ritocca al rialzo.
Dalle rinnovabili all’agricoltura bio, la transizione verso un’economia sostenibile permetterà di creare 24 milioni di posti di lavoro. A fronte di soli 6 persi.
Il lavoro in carcere è previsto dalla legge, perché è un pilastro nella rieducazione delle persone. Ma, complice la burocrazia, è ancora merce rara.
In Europa c’è una differenza del 16 per cento tra gli stipendi medi degli uomini e quelli delle donne. Un dato su cui possiamo lavorare, in tanti modi.
Nei campi dell’impresa, dello sport, dell’arte, della musica, ecco alcuni migranti che stanno costruendo qualcosa. E che contribuiscono a migliorare la nostra società. Yafreisy Berenice Brown Omage, doppio premio Moneygram Award 2017 Ha appena vinto il premio Moneygram Award 2017 per l’imprenditoria giovanile e, subito dopo, il primo premio assoluto. Yafreisy Berenice Brown Omage
Evitiamo l’effetto Meucci, quello per cui inventiamo qualcosa poi ce lo scippa chi la commercializza (come accadde col telefono e Bell). E tuteliamo un settore da 150mila addetti in Italia, un giro d’affari di 12 miliardi di euro qui e di almeno oltre 60 nel mondo. Anche per questo quella della pizza – precisamente, l’”arte dei
Quasi tre quarti dei Paesi del mondo potrebbero essere alimentati interamente da fonti energetiche rinnovabili entro il 2050 – se lo vogliamo realmente. Secondo un’ambiziosa nuova tabella di marcia stilata dagli scienziati per un futuro senza emissioni grazie alle rinnovabili, si possono creare milioni di posti di lavoro, taglio di miliardi nei costi sanitari e da