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Tortellante e il laboratorio terapeutico che fa sbocciare i talenti nascosti
Tortellante è l’associazione sostenuta dallo chef Massimo Bottura che offre ai ragazzi autistici l’opportunità di fare un percorso terapeutico-gastronomico davvero unico.
Un’associazione che raccoglie 25 famiglie. Un laboratorio terapeutico-abilitativo dedicato ai ragazzi autistici che, con il supporto di famiglie e volontari, confezionano golosi tortellini. Questo, in sintesi, il progetto Tortellante. Avviato nel gennaio 2016, esempio di inclusione che coinvolge una numerosa comunità modenese, il progetto è nato fin dagli esordi grazie anche al supporto dello chef Massimo Bottura e di sua moglie Lara Gilmore, che ancora oggi partecipano attivamente alle attività e alla promozione del progetto.
Il Tortellante è soprattutto un laboratorio terapeutico
Inserito all’interno dei circuiti turistico-gastronomici di alta cucina modenese, a breve il progetto Tortellante si arricchirà anche di uno spazio per la vendita al pubblico, per la degustazione e l’organizzazione di eventi, un modo per dare anche una sostenibilità economica al progetto. Un progetto, e un’associazione, che nascono per fare dell’esperienza lavorativa uno strumento didattico-terapeutico che stimoli i ragazzi autistici ad avere un ruolo attivo e integrato nella comunità.
Gli strumenti per costruire la propria libertà e autonomia
Realizzare i tortellini alla modenese, cimentarsi con una attività divertente, con il supporto di un team di coetanei, autistici e non. Ecco l’idea di Tortellante. Un progetto voluto soprattutto dalle famiglie dei ragazzi, che così possono rendere concreto il superamento di quei limiti dovuti non tanto alla disabilità in sè, piuttosto alle poche opportunità che i ragazzi hanno di misurarsi con le sfide e la naturale evoluzione dell’età adulta. Il progetto, che prevede programmi personalizzati per ciascuno dei ragazzi, è guidato e supervisionato da un’equipe clinica specializzata in neuropsichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza.
insieme, per trasformare le difficoltà e le disabilità in risorse per la società
La tradizione emiliana e la forza della comunità
Obiettivo dell’associazione anche consentire alle famiglie di sentirsi parte di una comunità, di uscire da quel senso di mancanza di prospettive che l’autismo comporta, specie nella vita adulta. Insieme, accomunati da un progetto, i Tortellanti (così si autodefiniscono i ragazzi che prendono parte al progetto), escono da una condizione di isolamento. Un ruolo importante è affidato anche alle nonne volontarie, di fatto le depositarie della tradizione culinaria emiliana, quelle rezdore che grazie alla loro esperienza affiancano i ragazzi nelle attività, regalando loro un ruolo attivo e produttivo.
In più, la pasta realizzata viene venduta al pubblico. Oltre all’attività nel laboratorio di pasta fresca, l’associazione si occupa anche di organizzare programmi di lavoro e vacanze, uscite serali per migliorare le autonomie e la socializzazione e attività nel fine settimana dove i ragazzi hanno modo di sperimentare come si vive fuori casa, come fare la spesa, cucinare, pulire, gestirsi insomma.
Il podcast La rivoluzione tranquilla e il supporto di Mini
Il supporto di Mini e del gruppo Bmw al progetto Tortellante si è concretizzato in una mini serie di podcast che ne racconta le attività. La rivoluzione tranquilla spiega come l’Emilia, Modena, le comunità locali, il tortellino, siano ingredienti capaci di cambiare la vita di decine di persone autistiche e delle loro famiglie. Narrati dallo scrittore Enrico Brizzi, i podcast raccontano il progetto da dentro, dando voce alle sue fondatrici, ai ragazzi coinvolti, alle rezdore che condividono nel laboratorio il loro sapere sulla tradizione della pasta fresca e del tortellino e allo staff scientifico che supporta l’attività.
“Il legame tra Mini e il progetto Tortellante”, ha spiegato Roberto Olivi, direttore relazioni istituzionali e comunicazione Bmw Italia, “ha a che fare con il tema dell’amore: la cucina è un gesto d’amore e l’amore è sempre stato tra i protagonisti delle campagne di Mini. La volontà è quella di dare valore alle realtà più deboli della società”, conclude Olivi, “. Perché “si può cambiare la vita delle persone passo dopo passo, tortellino dopo tortellino”, ha aggiunto Lara Gilmore, “insieme, per trasformare le difficoltà e le disabilità in risorse per la società”.
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