La compagnia petrolifera francese TotalEnergies, ha deciso di rinunciare all’attività di esplorazione alla ricerca di petrolio e di gas nel giacimento di Khan Asparuh, situato nel Mar Nero, a nord della Bulgaria. Rivelarlo è il settimanale Bulgarian Capital Weekly, come riportato da Euractiv, che cita informazioni tratte dal rapporto annuale dell’altro partner del progetto: la società rumena Omv Petrom.
La compagna partner rumena Omv Petrom proseguirà le esplorazioni
Il passo indietro da parte di Total, dunque, non sembra ufficiale. Tuttavia, la stampa francese non ha pubblicato smentite da parte del colosso transalpino. E il fatto che quest’ultimo abbia deciso di ritirarsi dalle nuove trivellazioni non significa che il giacimento non possa essere comunque sfruttato. Nello stesso rapporto annuale, infatti, la Omv Petrom assicura: “Continueremo a rafforzare la nostra posizione nel Mar Nero. abbiamo assunto il ruolo di operatore e proseguiremo l’attività attività di esplorazione nel perimetro del giacimento di Khan Asparuh”.
L’autorizzazione ad effettuare le attività di esplorazione fu concessa ormai parecchi anni fa: gli studi cominciarono nel 2012. il consorzio creato da Ovm e Total è detenuto al 43 per cento dalla prima e al 57 per cento dalla seconda (inizialmente ne faceva parte anche la Repsol, che poi ha ceduto i propri diritti). Resta da capire, dunque, che cosa ne sarà della quota di partecipazione dell’azienda francese.
Nelle previsioni iniziali, confermate da Total, nella zona in questione sono presenti due giacimenti, che consentirebbero in linea teorica di estrarre rispettivamente 5 e 8 miliardi di metri cubi all’anno, nel periodo di tempo compreso tra il 2030 e il 2044. Qualora le stime si dovessero rilevare esatte, serviranno investimenti tra i 4 e gli 8 miliardi di euro per rendere operativo il sito. Chi li metterà a questo punto? Il progetto salterà?
Respinto il ricorso di Total contro Greenpeace
Ciò che è certo è che la pressione sui colossi delle fossili, anche grazie all’impegno della società civile, è sempre più alta. Proprio ieri, giovedì 28 marzo, la giustizia francese ha respinto un’azione legale lanciata dalla stessa Total contro l’associazione Greenpeace. Quest’ultima aveva accusato la compagnia petrolifera di sottostimare le proprie emissioni di CO2.
🎉 VICTORY: Oil giant Total has had its lawsuit against Greenpeace France DISMISSED by a French court.
This WIN should be a WAKE UP CALL to Shell, ENI and other fossil fuel companies who are using vindictive lawsuits to try and silence anyone who holds them to account!
Secondo Total, si sarebbe trattato di un’informazione falsa e, dunque, di una diffamazione. Da parte sua, l’azienda ha commentato limitandosi “prendere atto della decisione del giudice” e riservandosi di valutare se presentare o meno un ricorso.
Dopo Microsoft, anche Google stringe un accordo energetico con il settore nucleare. Intanto, il fabbisogno dell’ia continua a crescere, crescere, crescere.
Le principali compagnie petrolifere abbandonano l’obiettivo di ridurre la produzione di petrolio e gas. L’ultimo annuncio in questo senso arriva da Bp.
La capacità rinnovabile globale crescerà di 2,7 volte entro il 2030, superando le ambizioni dei Paesi di quasi il 25%. Ma è ancora lontana dal triplicarsi.
Il 30 settembre, la Ratcliffe-on-Soar, la 18esima centrale più inquinante d’Europa, ha smesso di bruciare carbone. D’ora in poi produrrà idrogeno verde.
L’energia solare continua a battere tutti i pronostici. Per Ember, il fotovoltaico supererà, a livello globale, la maggior le previsioni del settore nel 2024.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.