TotalEnergies punta ad aumentare la produzione – e di conseguenza la commercializzazione e la combustione – di petrolio e gas. L’occasione per il “felice” annuncio è stata, non a caso, un incontro a New York con un nutrito gruppo di investitori. Gli stessi che a maggio 2023 avevano approvato il piano strategico del colosso degli idrocarburi francese, nonostante le pressioni della società civile. E, ancora una volta non a caso, c’è chi nella metropoli statunitense si è spellato le mani a furia di applaudire.
La crescita prevista degli idrocarburi è del 3 per cento all’anno
La compagnia petrolifera transalpina ha infatti spiegato che intende far crescere la produzione di petrolio e gas (“principalmente”, è stato precisato) di circa il 3 per cento all’anno, di qui al 2030. Un annuncio che, a poche settimane dall’avvio della ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (la Cop29) che si terrà a novembre a Baku, in Azerbaigian), appare in totale contraddizione con le richieste che da anni giungono dalla comunità scientifica.
Pourquoi ? Parce que 1⃣réchauffer la planète est l’une des activités les plus lucratives du capitalisme mondialisé 2⃣@TotalEnergies nie les rapports scientifiques qui montrent que 80% du pétrole doit rester dans le sol 3⃣@PPouyanne préfère ses actionnaires à la planète pic.twitter.com/YOHTUl4IAR
Sappiamo infatti che dovremmo limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli preindustriali. Sappiamo inoltre di essere già attorno agli 1,2 gradi di riscaldamento globale. E sappiamo che l’unico modo che abbiamo a disposizione per bloccare tale dinamica catastrofica per la Terra è smettere di bruciare combustibili fossili.
TotalEnergies ha avviato sei nuovi progetti fossili nel 2024
Secondo TotalEnergies, tuttavia, è più importante massimizzare i profitti. Tanto più che il gas menzionato a New York è il Gnl (gas naturale liquefatto), spesso spostato via nave, con un ulteriore aggravio dell’impatto ambientale a causa delle emissioni di CO2 provocate proprio dal trasporto.
– Les scientifiques depuis 40 ans : "Il faut réduire la production de pétrole et de gaz pour sauver l'humanité du chaos climatique."
– TotalEnergies, ce 2 octobre : "Notre production de pétrole et de gaz augmentera de 3% par an jusqu'en 2030."https://t.co/brZoZkWCsX
Non si tratta però di una novità, nel senso che tra gli obiettivi del gruppo petrolifero già figurava l’aumento della produzione di idrocarburi. Ma limitato ad un 2-3 per cento, e soltanto fino al 2028. D’altra parte, basta osservare i nuovi investimenti di TotalEnergies per comprendere quali siano le linee strategiche: nel 2024 sono stati lanciati sei nuovi progetti fossili: due in Brasile, e uno rispettivamente in Suriname, Angola, Oman e Nigeria.
La compagnia petrolifera rispolvera il “ce lo chiedono i mercati”
La giustificazione? “La realtà è che la domanda di petrolio è in aumento, di poco meno di 1 milione di barili al giorno”, ha fatto sapere la compagna. Secondo la quale, tra l’altro, “per ora non si vede un impatto reale legato alla penetrazione delle tecnologie a basso impatto” nel mercato. Come dire: ce lo chiede il mercato, per cui va bene così. E pazienza se ciò che chiede il mercato è qualcosa che mette in pericolo la sopravvivenza del Pianeta, per lo meno nelle forme in cui lo conosciamo.
Per completezza, a beneficio delle pagine web colorate di verde e piene di api, e sole che splende, TotalEnergies si è data anche un obiettivo che consiste nel generare oltre 100 Terawattora di energia elettrica, prodotta al 70 per cento da fonti rinnovabili (quelle che “non penetrano nel mercato”).
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