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Un tour nella New York Lgbtq, eventi e luoghi da non perdere nell’anno del World pride
Un viaggio nella New York Lgbtq, quella che inneggia alla libertà: i luoghi culto della comunità ma anche mostre e appuntamenti a 50 anni dai moti di Stonewall che sancirono il risveglio dell’orgoglio gay.
È un anno importante il 2019 per la comunità Lgbtq, specie per quella di New York: proprio qui, 50 anni fa, ci furono i moti Stonewall, la rivolta di gay e lesbiche in risposta all’irruzione violenta della polizia nell’omonimo locale, luogo simbolo frequentato da omosessuali. Visitare quest’anno la Grande mela significa quindi celebrare i moti e i risultati ottenuti dalla comunità e condividerli durante il World pride che qui avrà luogo nel mese di giugno. I luoghi iconici in città che non solo ricordano quei giorni di lotta, ma costituiscono oggi punti di riferimento per le persone che sentono di far parte del popolo Lgbtq, sono molti e in questo tour vi proponiamo un viaggio alla scoperta della New York senza pregiudizi e paladina della libertà.
Tour dei luoghi iconici nella New York Lgbtq
Greenwich Village
Per prendere confidenza con la città e con un itinerario tematico, niente è meglio di una camminata. Il luogo scelto è il Greenwich Village, uno dei quartieri dove si concentrano molti dei luoghi simbolo della comunità Lgbtq di New York. Proprio qui è possibile partecipare a passeggiate guidate alla scoperta degli avvenimenti e quindi delle date cardine che mutarono per sempre la percezione e la vita di gay e lesbiche, non solo negli Stati Uniti. Il tour offerto dura circa 45 minuti e una delle tappe è prevista a quello che è stato dichiarato monumento nazionale nel 2016, grazie all’allora presidente Barack Obama: lo Stonewall inn e il quartiere circostante che comprende Christopher park dove è stato eretto anche il “Gay liberation monument” di George Segal, una serie di sculture che celebrano la libertà di esprimere la propria sessualità.
Lungo questo breve giro della zona, molte sono le storie da raccontare: ci si fermerà per esempio dove, negli anni Cinquanta, aveva sede la Mattachine society, l’antesignano movimento omosessuale, o ancora davanti al palazzo dove venne aperta la prima libreria gay-lesbo in città, l’Oscar Wilde memorial bookshop, e al Julius’ bar, il più longevo gay bar a New York, aperto tutt’oggi, in cui per la prima volta fu permesso agli omosessuali di consumare alcolici. È un’esperienza interessante da fare soprattutto per ascoltare gli avvenimenti di quegli anni, descritti da chi è parte della comunità.
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La fotografia di Mapplethorpe al Guggenheim per tutto il 2019
È uno dei grandi fotografi del Novecento che ha caratterizzato la sua arte attraverso un bianco e nero estremamente elegante nonostante i temi e i soggetti immortalati siano stati spesso forti e certamente espliciti. Robert Mapplethorpe è stato un artista dell’immagine e anche un esponente della comunità omosessuale newyorkese e il Solomon R. Guggenheim museum lo celebra a 30 anni dalla sua morte – avvenuta per le complicazioni conseguenti all’Aids a soli 43 anni – con due grandi mostre che a staffetta saranno esposte durante tutto il corso dell’anno.
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Una tappa imperdibile per chi ama questa forma d’arte, apprezza il coraggio di esporsi in prima persona e sa riconoscere la bellezza. Fino al 10 luglio Implicit tensions: Mapplethorpe now offre al visitatore opere cardine donate al museo dalla Robert Mapplethorpe Foundation nel 1993; esposte le prime Polaroid, i collage, alcune opere a tecnica mista e fotografie iconiche. Colpiscono la grazia e la precisione del dettaglio: la stessa sia che si fotografi un papavero o il corpo di un uomo nudo. Molto è dovuto alla capacità di utilizzare la luce, ma lo stesso Robert Mapplethorpe disse: “Ricerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti. Lo faccio con i peni. Lo faccio con i fiori. Non c’è differenza da un soggetto all’altro: cerco di catturare qualcosa che potrebbe essere scultura”.
La mostra Love and resistance: Stonewall 50 alla New York library
Per capire davvero cosa accadde nel 1969 allo Stonewall inn un primo passo è visitare la mostra Love and resistance: Stonewall 50: allestita all’interno della New York public library (biblioteca pubblica della città), presenta numerose fotografie di due fotogiornaliste, Kay Tobin Lahusen e Diana Davies, tra le prime a documentare i moti Lgbtq tra gli anni Sessanta e Settanta, capaci di trasmettere l’importanza del momento storico che si stava vivendo. Grazie a queste immagini, ma soprattutto al lavoro attento del curatore della mostra, sono sfatati molti miti sui moti di Stonewall e su tutto il movimento d’orgoglio omosessuale che si diffuse in quegli anni.
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La genesi infatti è più antica e profonda e fonda le sue radici su precedenti manifestazioni, seppur con modalità totalmente differenti, e su numerose pubblicazioni – più o meno diffuse clandestinamente che parlavano alla comunità Lgbtq e non solo. Di queste sono esposti parecchi esemplari e l’esposizione diventa così non solo fotografica ma documentaristica, restituendo al visitatore un panorama completo e interessante. È un appuntamento adatto a tutti, necessario per capire e apprezzare fino dove si è arrivati oggi, e grazie alle “lotte” di chi, e riflettere su ciò che ancora va conquistato. Visitabile fino al 14 luglio, quindi sino oltre la fine del mese del World pride.
New York vanta anche un museo dedicato unicamente ad artisti gay e lesbiche: il Leslie- Lohman museum, fondato nel 1987 come organizzazione senza scopo di lucro da Charles Leslie e Fritz Lohman, è il primo nel suo genere. La collezione permanente comprende opere di Catherine Opie, Mapplethorpe e Andy Warhol e periodicamente ospita mostre fotografiche sempre a tema Lgbtq. Molte delle opere esposte sono talvolta davvero esplicite, quindi se andate con dei bambini, preparatevi a una raffica di domande.
The prom, il musical a Broadway
New York è anche la città dei musical, dove è nato questo genere di spettacolo che fonde armoniosamente teatro, ballo e musica. Il quartiere simbolo dei teatri è Broadway – in realtà una strada che si snoda per ben 23 chilometri in città – dove si trova anche The Longacre Theatre. Qui fino a tutto ottobre 2019 va in scena The prom: per gli americani è un termine molto conosciuto, per noi un po’ meno, si tratta del ballo di fine anno dei licei statunitensi, momento cardine della vita scolastica di ogni teenager. È uno spettacolo coinvolgente, divertente e ben recitato che trattando la tematica Lgbtq riesce a divertire facendo allo stesso tempo riflettere. Consigliato anche ai più giovani, per introdurre il mondo dell’omosessualità attraverso una forma d’arte tra le più coinvolgenti. I biglietti non sono economici ma è davvero un’esperienza da non perdere.
Una tappa insolita del tour a tema Lgbtq a New York
Per gli italiani appassionati d’arte, un’altra meta interessante è il Cima, Center for Italian modern art (centro d’arte moderna italiana), che al momento ospita una bella mostra sul periodo metafisico con opere di Mario Sironi, Carlo Carrà e Giorgio Morandi. Perché citarlo in un itinerario a tema Lgbtq? Per una curiosità, a dir il vero piuttosto noir: lo stabile, e in particolare l’appartamento, dove si trova questa galleria è il luogo dove Heath Ledger, attore protagonista di I segreti di Brokeback mountain – film cult per lo sdoganamento dell’amore omosessuale – si è tolto la vita nel 2008. A parte il gossip, la galleria è un angolo d’arte italiana raffinato e ben curato che vale la pena visitare, specie se accompagnati dalla guida.
Come e quando partire per New York
Il consiglio è quello di visitare la Grande mela proprio nel 2019, l’anno del 50esimo anniversario dei moti di Stonewall e, ancor meglio, nel mese di giugno quando a New York verranno celebrati i 50 anni dell’orgoglio omosessuale con il World pride: un mese di eventi senza sosta, aperti a tutti e pensati per tutti. Sul sito ufficiale trovate tutte le indicazioni delle varie celebrazioni previste: l’inaugurazione, la parata, i concerti, oltre a mappe, locali e luoghi da non perdere. Questo viaggio alla scoperta della New York Lgbtq è stato realizzato in collaborazione con Air Italy, compagnia che tra l’altro è stata scelta come vettore ufficiale europeo per il prossimo Toronto pride che avrà luogo sempre a giugno in Canada. Qui, nel weekend clou del festival – dal 21 al 23 giugno – gli appuntamenti assolutamente da non perdere sono la Parade e la Street fair, lungo Church Street, Wood Street e Wellesley Streets. Si tratta della 38 esima edizione, alla quale sono previsti accorreranno più di un milione di visitatori. Un’altra occasione per celebrare la bellezza della “diversità”.
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