Il nuovo governo si definisce ambientalista e dichiara di puntare sulla transizione ecologica. È una buona notizia ma, ovviamente, aspettiamo la pratica. L’editoriale del presidente della Fondazione Univerde.
La transizione ecologica è il futuro su cui investire i fondi Next generation Eu e per creare una vera Alleanza per la Terra. L’allarme clima è ancora sottovalutato e l’emergenza sanitaria rischia di allontanare l’urgenza di azioni per l’adattamento ai cambiamenti climatici. La sola strada da seguire è quella del Green deal europeo e il nuovo ministero della Transizione Ecologica dovrà rispettare la tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia e raggiungere la neutralità climatica, altrimenti sarà un mero slogan e si rischia di scivolare verso il fake green.
Bisogna considerare che siamo partiti con la transizione ecologica quando da ministro dell’Ambiente, insieme a Jeremy Rifkin allora mio consulente abbiamo avviato tra il 2007 e il 2008 il Secondo conto energia che ha dato avvio alla stagione del fotovoltaico in Italia e i primi progetti sull’idrogeno verde. Quando ho presentato nel palazzo Ducale di Genova il progetto Ecologia è economia per la riconversione ecologica di economia e società.
Il nuovo ministero per la Transizione ecologica dovrà partire dalle esigenze del Green deal europeo, ma soprattutto dovrà confermare e ampliare la vocazione storica del ministero dell’Ambiente verso la tutela del territorio, del mare e della biodiversità. Abbiamo bisogno di un ministero che si impegni anche per difendere il territorio con diecimila nuovi cantieri contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza delle aree a rischio.
Un ministero che unisca le azioni di tutela a quella transizione che deve essere collegata agli otto punti del Green deal, dalla mobilità sostenibile all’economia circolare, dalle rinnovabiliall’agroecologia.
È poi doveroso ricordare che l’Italia si appresta a guidare il G20e, per tradurre in visione questa realtà, dovrà indirizzarlo verso quella strategia #ClimateFirst contro gli assurdi negazionismi sul clima purtroppo ancora diffusi. Oltre a questo, è doveroso preparare una Cop26 che sia davvero efficace rispetto ai gravi ritardi nell’attuare gli accordi di Parigi.
Infine, al governo propongo di sostenere la proposta della Sindaca Raggi di candidare Roma ad ospitare Expo2030. Potrebbe essere dedicata alle smart cities e alla vera transizione ecologica. Fare cioè una Expo senza consumo di suolo, come afferma la Sindaca, ma anzi riqualificando e rigenerando l’edilizia esistente, dando così alla capitale, che festeggia i 150 anni, quell’Esposizione universale che le fu sottratta dalla guerra.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.