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Come procede la transizione energetica in Colombia? Esiste o non esiste?
La crisi climatica colpisce tutti gli abitanti del pianeta, indipendentemente da razza, posizione geografica o situazione economica. La situazione in Colombia.
Al centro dei cambiamenti climatici c’è l’industria dell’energia, un settore che contribuisce in modo importante alle emissioni di gas serra e, a sua volta, uno di quelli che saranno maggiormente colpiti dal riscaldamento globale. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, la domanda energetica mondiale è destinata ad aumentare del 37 per cento entro il 2040, producendo un aumento delle emissioni di gas serra generate da fattori come la crescita economica, l’aumento della popolazione globale e la mancanza di efficaci politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.
L’energia come elemento indispensabile
L’energia svolge un ruolo fondamentale negli aspetti sociali, politici ed economici. Nelle società consumiste come quelle occidentali, pochissime persone possono vivere in una casa o appartamento, lavorare, spostarsi e persino divertirsi senza bisogno di “collegarsi” a una fonte di energia. La sua produzione è considerata un elemento vitale nell’economia globale, tuttavia rappresenta una minaccia di forte impatto su questioni ambientali e sociali e, inoltre, impone importanti sfide in termini di produzione, distribuzione e consumo.
Ecco perché, da alcuni anni, il concetto di transizione energetica (Energiewende in tedesco) è entrato in vigore in tutto il mondo. Alcuni lo definiscono “il passaggio da energie non rinnovabili e inquinanti a energie rinnovabili e pulite, a maggiore efficienza e consumo responsabile”. L’uso di energie fotovoltaiche, eoliche o la biomassa, tra le altre cose, apre la strada a un modello di sviluppo sostenibile, produttivo ed equo.
Precisamente, il più grande esponente di questa transizione oggi è la Germania. Il paese europeo ha scommesso sul passaggio alle energie rinnovabili attuando misure legislative e fissando obiettivi come la riduzione dei gas a effetto serra dell’80-95 per cento entro il 2050. Ovviamente, ciò implica inoltre, un maggiore investimento in ricerca e sviluppo.
La situazione in Colombia
Nel caso della Colombia, è importante sottolineare che negli ultimi sessanta anni il paese ha subito più di tredici blackout interregionali e che, attualmente, la capacità energetica dipende dal 66,6 per cento dai grandi impianti idroelettrici e da un 28,5 per cento di impianti termici fossili. È prevedibile che queste cifre varieranno in modo significativo, poiché il clima continuerà a cambiare e influenzerà senza dubbio l’intero territorio nazionale colombiano.
Secondo Ideam, la variazione media della temperatura in Colombia nel periodo 2011-2040 aumenterà di 1ºC e 2,14ºC tra il 2071-2100. Questo aumento delle temperature influenzerà anche la piovosità media: tra il 2011 e il 2040, regioni come l’Amazzonia e i Caraibi mostreranno diminuzioni del 30,2 per cento, mentre nella regione andina ci saranno aumenti medi del 20,2 per cento.
La transizione energetica in Colombia
Stando così le cose e affrontando queste calde aspettative, sorge la domanda: come sta andando la transizione energetica in Colombia? Esiste o non esiste? È evidente che lo scenario è cambiato. Negli ultimi decenni, che i governanti promuovessero l’energia idroelettrica nel paese era comprensibile. A quel tempo, gli effetti dei cambiamenti climatici sulle dighe non erano chiari, né i loro impatti ambientali e sociali.
Oggi eventi come il fenomeno El Niño dell’anno scorso, che ha lasciato il paese sull’orlo di un blackout e risvegliato il fantasma del razionamento, dimostrano che non è consigliabile – né prudente – dipendere da un’unica fonte di energia. Tuttavia, questo fenomeno ha anche rivelato opportunità in regioni come La Guajira, ad esempio, dove i venti raggiungono una velocità media di 9 metri al secondo (m/s) e sono costanti durante l’evento climatico. Condizioni ideali per la generazione di energia eolica.
In termini di energia solare, le aree di Magdalena e La Guajira hanno il maggior irraggiamento solare durante tutto l’anno e, a volte, questa intensità è doppia rispetto a quella di paesi pionieri nel fotovoltaico come la Germania. Ancora una volta, la Colombia si trova di fronte a un’opportunità di crescita verde da non perdere.
D’altra parte, per anni le discariche sanitarie, o “bidoni della spazzatura”, come vengono spesso chiamati, sono diventate più comuni. La preoccupazione e l’entusiasmo di nascondere i nostri rifiuti, ha innescato metodi alternativi per eliminarli come la sepoltura di immondizia o la combustione all’aria aperta, escludendo così l’opportunità di generare energia dalla biomassa.
L’energia da biomassa emette basse quantità di anidride carbonica e ha un elevato potenziale energetico che, come osservato dal Ministro delle miniere e dell’energia, Germán Arce Zapata, durante il primo Congresso nazionale di bioenergia Bi-On, incoraggia la creazione di posti di lavoro e aiuta a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Nel 2016, solo lo 0,9 per cento dell’energia totale nel paese è stata prodotta da biomassa da bagassa e biogas.
Anche in Colombia l’energia del futuro deve essere green
Nonostante il fatto che siano stati compiuti progressi legislativi attraverso l’approvazione di leggi come la 1.715 del 2014 e che, a maggio di quest’anno, la Colombia sia stata eletta vicepresidente dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena), il governo nazionale deve stabilire ambiziosi obiettivi di mitigazione che accompagnino maggiori investimenti statali nella scienza e nella tecnologia per generare le proprie conoscenze sul mercato. È necessario un uso efficiente della ricchezza naturale, della biodiversità e della geografia per costruire modelli di sviluppo che consentano al paese di competere nelle energie rinnovabili, essere più produttivo e garantire l’accesso all’energia per tutti i colombiani.
Allo stesso modo, è necessario aggiornare l’agenda energetica e l’attuale legislazione per promuovere l’uso efficiente e responsabile dell’energia pulita. In Colombia il problema non è tecnologico, è istituzionale. Il ruolo del potere e degli interessi dietro l’implementazione di diversi modelli che aprono lo spazio a nuovi attori sociali, politici ed economici ha bloccato il paese nella corruzione e nella mancanza di masse critiche che richiedono cambiamenti.
Ma la transizione energetica richiede anche la partecipazione dei cittadini, poiché ciò è possibile solo se si dispone di una cittadinanza attiva che lavora insieme per contribuire a questa transizione modificando le abitudini di trasporto, alimentazione e consumo.
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