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Materiali innovativi e sostenibilità: la plastica biocircolare a contatto col cibo alza l’asticella del Made in Italy. L’esempio di Guzzini.
Un obiettivo: perseguire il benessere del pianeta e delle persone realizzando oggetti di valore, che siano davvero utili e rispettosi dell’ambiente. Una visione: ridurre l’uso di risorse non rinnovabili e recuperare quelle già nel circolo (produttivo) per riciclarle e donare loro nuova vita. Una strada, sostenibile: usare la plastica biocircolare.
Per spegnere le sue 110 candeline, l’italiana Guzzini, produttrice di articoli di design per la tavola, la cucina e l’arredo, fa il salto di qualità e rende ancora più sostenibile il processo produttivo circolare. La collezione Circle quest’anno si arricchisce con la caraffa 110, ispirata al designer Charles F. Joosten e alla sua linea drink beverage del 1957, in plastica biocircolare, ottenuta da rifiuti e rimanenze di biomasse vegetali.
Se finora gli oggetti e i complementi d’arredo sono stati realizzati con termopolimeri riciclati (PP, Ldpe/Hdpe e Pet), derivanti dal trattamento degli imballaggi in plastica giunti a fine vita, nel futuro della collezione c’è il biopolistirene ottenuto dalle biomasse vegetali.
Il processo produttivo parte dalla raccolta di materie prime rinnovabili di seconda generazione, cioè olio alimentare esausto e rifiuti agricoli e forestali, e dal loro trattamento nelle bioraffinerie, impianti industriali in cui si lavorano non prodotti petroliferi ma, appunto, di origine biologica. Cuore del processo è l’impianto di polimerizzazione: qui il materiale, riciclato, assume una nuova forma per essere impiegato in elementi di design e d’arredo.
Se oggi i pezzi della linea Circle sono già privi di elementi più inquinanti, come melammina e componenti termoindurenti, il lungo percorso di ricerca e sviluppo ha portato a disegnare una nuova frontiera nell’innovazione dei materiali a contatto col cibo. Il risultato si vede nelle elevate prestazioni tecniche, le stesse tra materie vergini e biocircolari, nel superamento dei limiti estetici, come la trasparenza, e nella continua riciclabilità del prodotto.
Che l’innovazione abbia bisogno di competenze è indiscutibile. Centrale nel processo d’innovazione promosso da Guzzini è la collaborazione con il dipartimento di Chimica dell’università di Camerino, la scuola internazionale di ecodesign e il consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi in plastica Corepla. Oltre al confronto con altri produttori italiani ed europei di plastica biocircolare e plastica post consumo e con le istituzioni nazionali e di oltreconfine.
Competenze che devono valere la fiducia del consumatore, oggi sempre più attento all’acquisto di prodotti realizzati rispettando l’ambiente. L’utilizzo delle biomasse nell’intero processo produttivo rispetta, infatti, l’approccio di “bilancio della massa” previsto dallo schema Iscc Plus-International sustainability and carbon certification, standard di certificazione internazionale per materiali rinnovabili e riciclati che richiede la tracciabilità dei materiali e la misurazione del tasso di sostenibilità.
Ulteriore conferma della qualità del processo promosso da Guzzini è la collaborazione con Csi, centro all’avanguardia che fornisce strumenti per test e ricerca, e il marchio di sicurezza UL, leader globale nel campo delle ispezioni e della formazione sul tema. A dimostrazione che responsabilità ed etica possono guidare idee sostenibili e vincenti, a tutela del pianeta e delle persone.
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