Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati e la colpa è anche degli “attrezzi fantasma”.
Trash Collec’Thor e Pixie Drone, le nuove soluzioni per eliminare la plastica dal mare
Dopo anni di ricerca e sviluppo, Poralu Marine ha realizzato due nuovi dispositivi mangiaplastica innovativi ed efficienti: Trash Collec’Thor e Pixie Drone. Ve li raccontiamo qui.
Nel Mare Nostrum continua a finire moltissima plastica. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) si tratterebbe quasi di 230mila tonnellate che ogni anno si riversano nel Mediterraneo. I motivi sono diversi: tra questi, una non corretta gestione dei rifiuti, gli elevati flussi turistici, la navigazione mercantile. Per rimuovere completamente tutti questi frammenti di micro e macroplastiche dal mare servirebbe quasi una magia. E il reparto ricerca e sviluppo di Poralu Marine, leader mondiale nella realizzazione di strutture, prodotti e servizi per attività portuali e partner principale di LifeGate PlasticLess, ci è andato abbastanza vicino con la creazione dei due nuovi dispositivi della gamma The Searial Cleaners, ovvero Trash Collec’Thor e Pixie Drone.
“Lavoriamo sulle coste marine del mondo tutti i giorni, 24 ore al giorno. Sono il luogo che consideriamo casa e che, purtroppo, abbiamo visto degradarsi nel tempo. Per questo ci siamo sentiti in dovere di agire” ci ha raccontato Claire Touvier, Responsabile di The Searial Cleaners in Poralu Marine, in occasione del lancio dei primi nove esemplari dimostrativi di Trash Collec’Thor, avvenuto il 24 marzo in contemporanea in soli cinque paesi: Francia, Grecia, Italia, Canada e Usa.
“Abbiamo capito quanto potessimo essere rilevanti e di grande impatto usando le nostre capacità di innovazione per fornire supporto tecnologico e contribuire così a pulire le nostre coste” ha continuato Touvier descrivendo i due prototipi davvero unici nel loro genere.
Trash Collec’Thor e Pixie Drone: due tecnologie innovative
Trash Collec’Thor
Il Trash Collec’Thor è un dispositivo dal design compatto e silenzioso. Si installa sui pontili galleggianti di porti e marine, vicino ai punti di accumulo, e si tratta, in pratica, di un grandissimo dispositivo “mangiaplastica” che cattura diversi i tipi di rifiuti galleggianti come bottiglie di plastica, sacchetti, mozziconi, ecc, ma che è anche in grado di raccogliere idrocarburi e microplastiche dai 3 mm di diametro in su.
Attivo 7 giorni su 7, funziona grazie a una robusta pompa industriale. E se il suo nome contiene anche quello del fortissimo dio del tuono, probabilmente non è un caso: la capienza del Trash Collec’Thor arriva infatti fino a 100 kg, una quantità notevole di rifiuti galleggianti che si possono eliminare dal mare e scaricare a terra in una volta sola grazie a un pratico argano che facilita il sollevamento del cestino.
“Ci siamo assicurati che il Trash Collec’Thor fosse facile da usare per il personale portuale, e che si inserisse positivamente nelle pratiche di pulizia del porto” ha continuato Touvier. “E volevamo anche che fosse anche ‘sexy’, in modo da catturare l’attenzione delle persone sul problema delle plastiche in mare. Quello che ci guida è avere l’obiettivo finale di creare una tecnologia che gli utenti siano entusiasti di utilizzare. La chiave è sempre pensare all’esperienza dell’utente finale”.
Pixie Drone
Anche stavolta, il dispositivo contiene il nome di una creatura fantastica, un pixie, ovvero uno di quei folletti dispettosi delle leggende britanniche che pare avessero, tra le proprie caratteristiche, quella di essere grandi esploratori dei mari e delle correnti. E anche stavolta forse non è un caso che, come il suo corrispettivo magico, anche il Pixie Drone possa muoversi liberamente per “esplorare” piccole aree di mare o di lago, andando a caccia dei rifiuti plastici lontani dai punti di accumulo dei pontili.
Il drone ha una velocità di 3 km/h, ha un’autonomia disei ore di funzionamento con una ricarica e, per ogni missione, può raccogliere fino a 60 kg di rifiuti: dalla plastica all’organico, dal vetro alla carta, ai tessuti. “È praticamente l’equivalente del robot aspirapolvere di casa”, precisa Claire. “Può anche raccogliere i residui di olio e carburante galleggiante, il che lo rende davvero unico.” Funziona con una profondità dell’acqua di almeno 30 cm, può essere telecomandato da una distanza di 500 metri e, grazie a una web app, si può monitorare la sua attività. Il suo lavoro è inoltre facilitato da una videocamera con portata di 300 metri.
Come nascono due prototipi “mangiaplastica”
I due dispositivi rappresentano il culmine di due anni intensi di ricerca per l’azienda. “Tra un’idea e la sua realizzazione succede sempre molto. Penso che la chiave sia avere fede e adottare metodi rigorosi. Questo è ciò che fa la differenza!” afferma la responsabile di The Searial Cleaners. In questo periodo non sono infatti mancati i momenti di sconforto e quei piccoli imprevisti che caratterizzano la realizzazione di ogni nuovo progetto. “Ci sono state diverse volte in cui i membri del team sono caduti in acqua mentre provavano i prototipi. Fortunatamente, si tratta di persone abituate a lavorare in condizioni meteorologiche avverse e nessuno si è mai fatto male”, ha raccontato. “Devi tenere forte la motivazione verso quello che fai per ricordare, soprattutto nei momenti difficili, di non mollare mai e di non scendere a compromessi sulle performance”.
La collaborazione con LifeGate, per un futuro senza plastica nel mare
La speranza di LifeGate Plasticless è quella di riuscire a installare uno di questi dispositivi in ogni porto e in ogni marina. “Abbiamo già ottenuto molto insieme” continua Claire Touvier. “Apprezziamo LifeGate per la sua capacità di far rete con tutte i componenti della società civile lavorando sulle cause e sulle soluzioni che possono essere determinanti nel fare la differenza. Apprezziamo la sua assoluta determinazione a pensare fuori dagli schemi e a scrivere un futuro diverso, la sua forte etica del lavoro e lo spirito di squadra. Sappiamo che insieme raccoglieremo tonnellate di plastica e, soprattutto, aiuteremo a continuare a sensibilizzare persone, istituzioni e aziende in modo tale che cambino le pratiche che inquinano i mari”. E noi ce la metteremo tutta perché questo accada.
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