L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Trasporti, il traffico aereo davanti alla sfida della sostenibilità
Il traffico aereo è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, il che rende urgente l’avvio di azioni concrete da parte del settore per limitare l’impatto dei voli. L’esempio virtuoso di Air Dolomiti.
Se il traffico aereo fosse un Paese, sarebbe il sesto inquinatore al mondo. Subito dopo il Giappone e prima della Germania. Volare costituisce senza dubbio una delle più grandi conquiste recenti dell’umanità, ma il prezzo da pagare è stato alto: secondo i dati dell’International Council on Clean Transportation, il settore è responsabile del 2,4 per cento delle emissioni globali di CO2. Un chilo di cherosene produce 3,16 chili di anidride carbonica, e un motore a reazione utilizzato nei velivoli di linea brucia mediamente un chilo di combustibile al secondo; un dato che tocca il livello massimo in fase di decollo e che viene via via ammortizzato con l’aumentare delle distanze percorse. Oltre all’anidride carbonica ci sono altri fattori che vanno a incidere sul riscaldamento globale, come l’emissione di ossidi di azoto e la scia di condensazione: la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha stimato che il traffico aereo contribuisce per il 5 per cento all’aumento del riscaldamento globale.
A ciò si aggiunge l’impronta ambientale dei passeggeri che, secondo i dati dell’International Air Transport Association, generano ogni anno circa sei milioni di tonnellate di rifiuti (novemila tonnellate solo di plastica), buona parte dei quali finisce in discarica o negli inceneritori. Molto è stato fatto negli ultimi anni dal comparto – in primo luogo dalle compagnie aeree – per alleggerire la propria impronta ecologica; ma la strada è ancora lunga anche considerando che, dopo la contrazione legata alla pandemia, nei prossimi anni il traffico aereo è destinato ad aumentare dai 4,6 miliardi di passeggeri del 2019 fino a circa 10 miliardi nel 2050.
Il percorso verso la decarbonizzazione del settore
Già da diversi anni gli operatori del settore sono al lavoro in questa direzione. All’inizio del 2008 la Iata, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree, introdusse per la prima volta un piano strutturato per ridurre le emissioni di CO2. Ora si guarda – in linea con quanto stabilito dall’Unione europea – alla neutralità carbonica da raggiungere entro il 2050, quando il traffico passeggeri crescerà ben oltre i livelli pre-pandemia: la sfida è enorme, perché si dovranno ridurre le emissioni assecondando al contempo una domanda crescente.
“Per essere in grado di soddisfare le esigenze dei 10 miliardi di persone che si prevede voleranno nel 2050 – ha spiegato il direttore generale dell’organizzazione, Willie Walsh – in quell’anno dovranno essere abbattute almeno 1,8 miliardi di tonnellate di carbonio. Inoltre, l’impegno delle zero emissioni implica che un totale cumulativo di 21,2 miliardi di tonnellate di carbonio dovrà essere ridotto da qui al 2050”. Di conseguenza, tutte le compagnie europee hanno dato via libera a nuovi progetti che investono in un futuro più sostenibile. La sostenibilità è uno degli obiettivi prioritari anche del Gruppo Lufthansa e di Air Dolomiti, nata nel 1991 nel segmento del trasporto aereo interregionale e oggi compagnia aerea italiana di Lufthansa, che opera dai principali aeroporti italiani verso la Germania con oltre 550 voli settimanali.
“Anche noi – spiega Alexander Leiter, Fuel Manager di Air Dolomiti – abbiamo subito accolto la sfida e abbiamo dato il via al nuovo progetto ‘Green Ops’ che sta per Green Operations, ovvero l’insieme di operazioni e procedure che ci consentono di ridurre l’impatto delle nostre operazioni sull’ambiente”. Gli obiettivi sono principalmente due: “Il primo – prosegue Alexander Leiter – è di studiare e analizzare le nostre procedure per renderle più efficienti. Ciò significa ridurre il consumo di carburante ed emettere meno emissioni. Il secondo è sensibilizzare tutti nostri colleghi, soprattutto il personale navigante ma anche quelli degli altri reparti operativi e tecnici. È importante convincere i vari team dell’importanza delle nostre azioni nella costruzione di un futuro più sostenibile, perché saranno proprio loro ad applicare le nuove procedure previste dal piano Green Ops”.
L’importanza dei carburanti sostenibili (Saf)
Il settore è sempre più orientato in direzione della carbon neutrality. Per raggiungere questo obiettivo sfidante, i carburanti sostenibili detti Saf (Sustainable aviation fuel) hanno e avranno un ruolo sempre più importante. Secondo le stime della Iata sono necessari incentivi governativi per aumentarne la produzione e l’utilizzo: un possibile punto di svolta sarebbe la produzione di 30 miliardi di litri entro il 2030. Al momento sono in corso investimenti per espandere la produzione annuale di Saf dagli attuali 125 milioni di litri a 5 miliardi entro il 2025, ma per raggiungere il livello auspicato dall’organizzazione internazionale delle compagnie aeree c’è ancora moltissima strada da fare. Di certo l’International Energy Agency ha stimato una crescita della domanda globale di Saf di almeno dieci volte rispetto a oggi nel quinquennio 2023-2027, senza dimenticare che la produzione di questo carburante di ultima generazione potrà creare nel mondo centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
I biocarburanti sono ottenuti dalla lavorazione di sostanze organiche di origine vegetale o animale, e persino dalle alghe; talvolta, invece, vengono ricavati dalla coltivazione diretta di alcuni vegetali. Ma ci sono anche altre strade che si stanno vagliando per alimentare gli aerei: per esempio un biodiesel che sfrutti il processo metabolico di comuni batteri del suolo. Al momento esistono sette tipologie di Saf di cui, però, solo una soddisfa pienamente i requisiti richiesti dagli standard tecnici dell’aviazione, e attualmente può essere miscelata fino ad un massimo del 50 per cento con il kerosene fossile: l’obiettivo è raggiungere, negli anni a venire, la quota del 100 per cento. Una delle sfide più grandi resta quella del prezzo, perché al momento i biocarburanti costano fino a quattro volte in più rispetto al carburante fossile. Per incentivarne la produzione, lo scorso giugno la Commissione europea ha approvato il piano ReFuelEU Aviation: dal 2025 l’uso del Saf sarà obbligatorio per le compagnie aeree in partenza dall’Europa, partendo da una quota minima del 2 per cento della miscela che gradualmente aumenterà fino al 63 per cento entro il 2050.
Le altre soluzioni che il comparto sta adottando
Con ogni probabilità la ricetta magica per una svolta green del settore aereo non esiste ancora, ma di certo non mancano elementi promettenti. È il caso degli interventi sul peso dei veicoli, o delle modifiche tecniche in grado di esaltarne l’aerodinamica e ancora dell’ottimizzazione delle procedure di decollo e atterraggio, in modo da consumare meno carburante. I sedili di ultima generazione, ad esempio, consentono di aumentare il numero di posti senza compromettere il comfort dei passeggeri e, grazie al peso decisamente minore, permettono di ridurre il consumo di carburante con un beneficio sui costi e sull’impatto ambientale: Air Dolomiti ha stimato che la diminuzione del peso dell’aereo di 189 chili si può tradurre in un risparmio di otto chili di carburante per ogni ora di volo.
E ancora, la procedura Single-Engine-Taxi-In consiste nello spegnere uno dei due motori dell’aereo durante lo spostamento dalla pista di atterraggio verso il parcheggio. Così facendo, è possibile risparmiare fino a quattro chili al minuto di carburante, ovvero più di 12 chili al minuto di CO2: questa pratica diventa estremamente importante in aeroporti grandi come l’hub di Francoforte, dove il rullaggio può superare anche i 20 minuti. Nella prossima revisione delle procedure interne, Air Dolomiti farà un passo ulteriore e introdurrà anche il Single-Engine-Taxi-Out: il rullaggio dal parcheggio fino alla pista di decollo sarà fatto con un motore solo e il secondo motore sarà acceso solo in prossimità della pista nella fase precedente al decollo. L’idle descent è invece una procedura che rende la discesa dell’aereo verso l’aeroporto di destinazione il più efficiente possibile, facendo girare il motore al minimo senza l’applicazione di potenza.
Un’altra strada che le compagnie aeree stanno perseguendo è quella della registrazione Emas, la certificazione ambientale volontaria di cui le aziende possono dotarsi per evidenziare gli sforzi compiuti nella direzione della sostenibilità. “Il nostro percorso per ottenerla – spiega Cristina Silvestri, Passenger Satisfaction & Environment Director di Air Dolomiti – è stato impegnativo e lungo quasi un anno, ma si è trattato di una grande opportunità di coinvolgimento dei collaboratori della nostra compagnia. La Dichiarazione Ambientale contiene gli obiettivi di miglioramento che ci siamo posti e che ogni anno dobbiamo aggiornare rispetto al loro stato di completamento, dato che alcuni target importanti possono avere durata pluriennale”.
Proprio in quest’ottica si inquadrano altre scelte assunte da Air Dolomiti, come l’eliminazione della plastica monouso dal servizio di bordo in anticipo rispetto alla normativa vigente: con l’abolizione delle palette miscelatrici e dei bicchieri la compagnia è riuscita a evitare l’utilizzo di quasi 11mila chili di plastica l’anno; a questi si aggiungeranno altri 2mila chili con la sostituzione dei coperchi in plastica per le vivande di classe business con coperchi in carta. A proposito di carta, Air Dolomiti ha eliminato quotidiani e riviste che ora sono disponibili on line sul sistema di intrattenimento di bordo e ha introdotto il quaderno tecnico di bordo digitale (prima compagnia aerea in Italia a farlo) al posto di quello cartaceo: scelte che hanno consentito di ridurre il consumo di carta di circa 800 chili l’anno. Anche per quanto riguarda i pasti a bordo, l’impegno è quello di fornire cibi sani, imballati in packaging biodegradabili o riutilizzabili, che tengano conto della stagionalità e che vengano sottoposti al minor numero possibile di lavorazioni.
Aerei elettrici o a idrogeno
Si parla molto, negli ultimi anni, di aerei elettrici o alimentati a idrogeno. Se è probabile che il futuro vada in questa direzione, è innegabile che ci vorranno diversi anni prima che queste tecnologie siano in grado di sostituire gli aerei tradizionali, soprattutto per i voli a medio e lungo raggio. Questo evidenzia ancora una volta quanto sia importante accelerare sul fronte dei carburanti sostenibili e implementare le pratiche virtuose messe in campo dalle compagnie aeree in questi anni. Volare è stata una grande conquista. Ma ora dobbiamo imparare a farlo riducendo il nostro impatto sull’ambiente.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo i dati preliminari il 2023 è stato un anno anomalo, in cui l’assorbimento netto della CO2 da parte degli ecosistemi terrestri si è quasi azzerato.
Cambia l’intesa sui limiti di emissioni di CO2 imposti alle case costruttrici dall’Europa. Dopo l’ostruzionismo della Germania, colosso automobilistico, le aziende produttrici avranno più tempo per rispettare le regole.
Allarme per l’anomalia climatica sulla cima della montagna più famosa e venerata del Sol Levante dopo un’estate e un ottobre caldissimi.
Il west highland white terrier è un piccolo cane dal grande carattere. Selezionato in Scozia è diventato ben presto famoso in Europa e Usa
In vista della sfida tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, ripercorriamo i grandi temi aperti in materia di clima.
Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Il dramma che vive la città di Valencia è soltanto un assaggio di ciò che rischiamo senza un’azione immediata e drastica sul clima.
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.