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Il trasporto aereo si prepara a una nuova, più efficiente, ripartenza. In Francia vietando la maggior parte dei voli interni. Negli Usa con il ricorso ai biocarburanti.
Stop ai voli interni in Francia se esiste già un’alternativa via treno inferiore a 2 ore e 30 minuti. È quanto ha proposto l’Assemblea nazionale, la Camera bassa del Parlamento francese, con una legge che, se approvata, di fatto costringerebbe le compagnie aeree a cancellare i voli interni che collegano due città raggiungibili su rotaia in tempi accettabili. Originariamente, come riportato da Reuters, la commissione sul clima istituita dal presidente Emmanuel Macron aveva proposto misure ancora più stringenti, vietando tutti i voli interni alla Francia fra destinazioni collegate da treni diretti con tempi inferiori alle 4 ore.
La proposta di legge, come spiega Le Monde, dovrà prima essere approvata anche dal Senato, ma fa parte di un più ampio pacchetto di leggi sul clima che punta a ridurre del 40 per cento entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica (rispetto a quelle emesse nel 1990). Un provvedimento che ha riacceso l’attenzione dell’opinione pubblica sull’inquinamento prodotto dagli spostamenti aerei.
Se è vero, infatti, che il 2020 e il 2021 hanno visto una drastica riduzione dei traffici aerei a causa della pandemia di coronavirus, le statistiche degli anni precedenti diffuse dall’Airports council international (Aci) dimostravano come il cielo fosse sempre più trafficato, e dagli aeroporti passassero sempre più merci e persone (più 6 per cento dal 2018 al 2019). Nel 2019 sono stati 4,5 miliardi i passeggeri che hanno scelto un aereo come mezzo di trasporto, e stando ai numeri forniti dall’Atag (Air transport action group), a livello globale il settore produrrebbe circa il 2 per cento delle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana, percentuale che sale al 3 per cento considerando la sola Europa.
Il trasporto aereo – sempre secondo l’Atag – è responsabile per il 12 per cento delle emissioni complessive del comparto trasporti (comunque lontano dal 74 per cento imputabile al trasporto su strada), con la maggior parte di emissioni imputabili ai voli a lungo raggio, ossia le tratte superiori ai 1.500 chilometri, per il quale di fatto oggi non ci sono delle vere alternative.
È la stessa Atag, dunque, a sottolineare che “i combustibili alternativi, in particolare i combustibili sostenibili per l’aviazione (Saf), sono stati identificati come ottimi candidati per aiutare a raggiungere gli obiettivi climatici del settore”. E tra questi ci sono fonti derivate come alghe, jatropha o sottoprodotti di scarto, che hanno dimostrato di ridurre l’impronta di carbonio del carburante per aviazione fino all’80 per cento durante il loro intero ciclo di vita.
“Il nostro settore ha l’obiettivo a lungo termine di ridurre della metà le emissioni di CO2 entro il 2050 – ha confermato Michael Gill, direttore esecutivo dell’Atag – Con il giusto aiuto dei governi, del settore energetico e della tecnologia, ci aspettiamo che l’aviazione globale sia in grado di raggiungere le emissioni zero entro un decennio circa. Per raggiungere questo obiettivo – continua Gill – sarà necessaria oltre a una transizione dagli attuali combustibili fossili impiegati dall’aviazione ai combustibili sostenibili, anche l’accelerazione della ricerca e dello sviluppo di aeromobili elettrici, ibridi e potenzialmente a idrogeno”. Una transizione che lo stesso Gill ha auspicato già nel prossimo decennio.
La collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel trasporto aereo, hanno sottolineato ancora da Atag, sarà fondamentale. E c’è già chi ha preso impegni per volare con carburanti alternativi, come Boeing. Il colosso statunitense ha annunciato che entro il 2030 tutti i suoi aerei utilizzeranno solo biocarburanti, derivati dalla lavorazione di materiali come olio vegetale, rifiuti agricoli, piante non commestibili, rifiuti domestici non riciclabili e ancora gas di scarico di impianti industriali, un’alternativa che secondo l’attuale normativa può essere mescolata ai carburanti tradizionali in un rapporto massimo di 50:50.
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“Per rispettare l’impegno dell’aviazione di ridurre le emissioni di carbonio del 50 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2050 gli aeroplani devono essere in grado di volare con carburanti per aviazione sostenibili al 100 per cento ben prima del 2050”, ha sottolineato la Boeing, ricordando gli obiettivi già raggiunti in passato: “Nel 2018, grazie al programma sperimentale di volo Boeing ecoDemonstrator abbiamo realizzato la prima tratta al mondo su velivoli commerciali (in collaborazione con FedEx) utilizzando l’aeromobile cargo 777 Freighter alimentato carburanti a basso impatto.
Tra gli altri carburanti alternativi ci sono le biomasse e il gas naturale, ma devono tutti essere certificati per essere utilizzati nei voli commerciali, e a oggi sono sei i percorsi di produzione di carburanti per aviazione a base biologica certificati, anche se molti altri sono in fase di approvazione. La diffusione da parte delle compagnie aeree rimane limitata, spiegano dall’European union safety agency, principalmente a causa dei costi, e non è un caso che siano molto pochi gli aeroporti dell’Unione Europea che operano voli che utilizzano miscele di biocarburanti.
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