Il trasporto di animali vivi è ancora oggi una pratica ordinaria nell’industria della carne. Le condizioni però degli animali a bordo dei mezzi di trasporto non sono tutelate, soprattutto per quelli esportati all’estero.
Una nuova inchiesta, pubblicata da Animal Equality con immagini inedite di Animal Welfare Foundation, porta alla luce un aspetto oscuro e poco discusso: il trasporto via nave di animali vivi allevati a scopo alimentare dall’Europa ai macelli di Medio Oriente e nord Africa. L’indagine rivela il trattamento crudele inflitto agli animali durante questi viaggi a partire dalla Spagna, tra i principali Paesi esportatori di bovini vivi in Europa e il secondo esportatore mondiale di ovini.
Il commercio di animali vivi a scopo alimentare dai porti europei oltre i confini dell’Unione è cresciuto dopo che l’Australia ha inasprito i requisiti di benessere animale per le esportazioni nel 2011, lasciando una fetta di mercato libera. La Spagna è tra i Paesi europei che ne hanno più approfittato, indirizzando i propri commerci di animali sempre più verso i confini extra-Ue.
Il problema però è che durante questi viaggi e al loro termine mucche, vitelli, pecore, agnelli e polli vanno incontro a terribili sofferenze. Innanzitutto le navi su cui sono stipati gli animali sono spesso inadeguate a questo scopo: solo quattro delle 64 navi autorizzate dall’Ue sono state costruite appositamente per il trasporto di animali. Le altre sono state convertite per altri scopi e hanno un’età media di trent’anni.
A bordo di queste navi gli animali sono esposti a intemperie e ad alte temperature; viaggiano in condizioni di sovraffollamento, in uno stato di stress e sofferenza costante. Nonostante queste criticità, a bordo delle navi non è richiesta la presenza di un veterinario per assistere gli animali, che viste le pessime condizioni di viaggio spesso muoiono.
I loro cadaveri, inoltre, vengono gettati in mare: una pratica illegale, ma spesso documentata in altre inchieste e provata anche dal ritrovamento di carcasse di animali come mucche e pecore sulle coste di diversi paesi, come accaduto recentemente anche in Francia.
Gli animali che arrivano vivi a destinazione vanno incontro a un destino terribile. Nei macelli dei Paesi di Medio Oriente e Nord Africa dove vengono trasportati, infatti, non esistono gli standard minimi di legge a tutela degli animali che vigono invece in Europa. Gli animali seguiti dalla nostra inchiesta, per esempio, hanno viaggiato per giorni dalla Spagna, passando per i porti di Tarragona e Cartagena, fino al Libano. Qui sono stati uccisi in un macello senza essere storditi, tra terribili sofferenze.
🔴 Il trasporto di animali vivi in una foto.
Ogni anno circa 9,7 milioni di animali compiono interminabili viaggi, dall’Europa verso paesi terzi.
Caricati come oggetti su imbarcazioni sovraffollate, arrivano a destinazione stremati, disidratati, feriti e in alcuni casi non… pic.twitter.com/GzAo0qK60v
Queste crudeltà consentite ancora oggi dall’Europa non possono continuare, per questo chiediamo alla Commissione europea di vietare l’esportazione di animali vivi verso Paesi terzi al di fuori dell’Unione europea, ponendo fine a questa pratica problematica e inaccettabile. È imperativo agire per porre fine alle sofferenze di miliardi di animali che sono vittime di questo commercio.
Chi vuole unirsi all’appello di Animal Equality può firmare la petizione, che ha raccolto già oltre settanta mila firme in Italia. Perché gli animali non sono merci.
Quella degli animali allevati in gabbia è una vita di crudeltà e costrizioni. Eliminare le gabbie significa realizzare una transizione giusta per tutti.
L’allevamento biologico rispetta l’ambiente e il benessere animale e si propone come modello verso la transizione agroecologica. Ma per Federbio servono standard di produzione ancora più elevati.
Stereotipi animali è la nuova rubrica di Animal Equality e LifeGate sulla vera natura degli animali che siamo abituati a concepire solo “da allevamento”.