Sono quasi 50 milioni le persone in condizione di schiavitù nel mondo, di cui oltre 12 milioni minori. E i dati sono in peggioramento secondo il rapporto di Save the Children.
Quasi 50 milioni di persone siano intrappolate in reti di sfruttamento e riduzione in schiavitù, con 12,3 milioni di minorenni coinvolti.
Per quanto riguarda i matrimoni forzati, sono ben 22 milioni le persone che ne sono vittima.
Nel 2024 in Italia sono state già svolte 1.150 nuove valutazioni di presunte vittime, di cui il 5,4 per cento minori.
Sono quasi 50 milioni le persone nel mondo coinvolte in reti di assoggettamento e riduzione in schiavitù, di cui 12,3 milioni di minorenni. Sono i drammatici dati che emergono nel rapporto “Piccoli schiavi invisibili” di Save the Children, pubblicato in occasione della Giornata contro la tratta di persone del 30 luglio.
Il rapporto, che offre un’analisi dettagliata della tratta di esseri umani con una particolare attenzione ai minori, sottolinea che questi ultimi sono implicati soprattutto nelle forme di lavoro forzato, inteso ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite. E nei matrimoni forzati. Nessuna area geografica viene risparmiata, nemmeno l’Italia. E il fenomeno è in peggioramento.
Nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna. Tra queste oltre 12 milioni sono minorenni. #EndHumanTraffickinghttps://t.co/AgJgfexL6t
— Save the Children IT (@SaveChildrenIT) July 25, 2024
Lavoro e matrimoni forzati
Save the Children, in occasione della Giornata contro la tratta di persone del 30 luglio, ha pubblicato la quattordicesima edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili”. Il documento offre una sintesi degli sviluppi recenti riguardo al fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello internazionale e italiano, evidenziando le tendenze e le evoluzioni del fenomeno nelle sue varie forme.
A livello globale, si stima che quasi 50 milioni di persone siano intrappolate in reti di sfruttamento e riduzione in schiavitù, con 12,3 milioni di minorenni coinvolti. Sono circa 27,6 milioni le persone soggette a lavoro forzato, suddivise in 11,8 milioni di donne, 12,5 milioni di uomini e 3,3 milioni di minori. Questi dati, raccolti dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) e dall’ong Walk Free, indicano che il 12 per cento delle vittime totali sono giovani sotto la maggiore età. In particolare, 1,69 milioni di minori sono vittime di sfruttamento sessuale, altri 1,31 milioni sono coinvolti in sfruttamento lavorativo e attività illecite e 320mila in forme di costrizione come lavoro forzato per i detenuti o i dissidenti politici, o gli appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate dallo Stato.
— Save the Children IT (@SaveChildrenIT) July 25, 2024
Per quanto riguarda i matrimoni forzati, sono ben 22 milioni le persone che ne sono vittima, con un aumento di 6,6 milioni di unità dal 2016 al 2021 e una prevalenza di donne, che rappresentano quasi il 70 per cento dei casi. Geograficamente questo fenomeno interessa maggiormente l’Asia Orientale con 14,2 milioni di persone, seguita dall’Africa con 3,2 milioni di persone e dall’Europa e l’Asia Centrale con 2,3 milioni. La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime, pari al 73 per centi dei casi, o da parenti stretti, nel 16 per cento dei casi.
Osservando l’evoluzione del fenomeno della tratta, Save the children sottolinea che tra il 2016 e il 2021 è stato registrato un incremento nelle stime delle persone coinvolte a livello globale.
I piccoli schiavi Europa
In Europa, nel quinquennio 2017-2021, sono state circa 29mila le persone vittime di sfruttamento. Nel 53 per cento dei casi la tratta avviene per sfruttamento lavorativo, nel 43 per cento per sfruttamento sessuale e nel 4 per cento riguarda altre forme di sfruttamento come accattonaggio o attività illecite.
I minori rappresentano il 16 per cento delle vittime di tratta in Europa. E bambini e bambine sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. Come sottolinea Save the Children, il 69 per cento dei sopravvissuti e delle sopravvissute minorenni subiscono una forma di controllo psicologica, il 52 per cento è minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre il 46 per cento è oggetto di una forma di controllo fisico.
E l’Italia?
Nel rapporto di Save the Children è dedicato ampio spazio anche all’Italia. L’organizzazione non governativa sottolinea che in base ai dati condivisi dal Numero verde nazionale in aiuto alle vittime di tratta e/o grave sfruttamento, in Italia nel 2023 sono avvenute 2.628 nuove valutazioni con persone potenzialmente vittime di tratta, registrando un trend in lieve aumento rispetto alle 2.548 del 2022 e alle 2.427 del 2021.
I minori rappresentano circa il 3,1 per cento delle prese in carico nel 2023, un dato in aumento rispetto al 2022 quando erano l’1,6 per cento del totale. Parallelamente all’aumento di minorenni si assiste anche a un progressivo aumento dell’età degli adulti che beneficiano di percorsi di protezione sociale. Tra le prime voci maggiormente significative in termini di sfruttamento si evidenzia che nel 33,1 per cento dei casi le persone sono vittime di sfruttamento sessuale e nel 29,1 per cento di sfruttamento lavorativo. Nel 24,9 per cento dei casi le persone prese in carico sono vittime reclutate e giunte nel paese di destinazione, ma non ancora concretamente oggetto di sfruttamento.
Se si guarda al 2024, nei primi cinque mesi dell’anno sono state svolte 1.150 nuove valutazioni di presunte vittime. Rispetto al biennio precedente, il numero di nuove valutazioni è in leggero aumento. Stesso discorso per i minorenni. Le persone in minore età valutate in questi primi cinque mesi del 2024 sono state 62, rappresentando il 5,4 per cento del totale. I valori erano rispettivamente il 4,2 per cento dal 1° gennaio al 31 maggio del 2022 e il 3,8 per cento dal 1° gennaio al 31 maggio del 2023.
L’appello di Save the Children
“Chiediamo a tutte le istituzioni competenti di potenziare l’impegno per contrastare la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione nei confronti delle vittime minorenni”, è l’appello di Save the children a margine del rapporto “Piccoli schiavi invisibili”.
Tra le richieste c’è in particolare quella di attuare e aggiornare le azioni del Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, rafforzando l’impegno di approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori e includendo nuove forme di tratta. E poi garantire che le procedure di referral per l’identificazione dei minori vittimi di tratta siano messe in atto all’arrivo, nei luoghi di frontiera, nei casi di rintraccio sul territorio nazionale e in fase di prima e seconda accoglienza, per un accesso rapido a servizi di protezione.
“È necessario che alla commozione e allo sdegno faccia seguito un’azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché, dopo aver vissuto una delle esperienze più devastanti che un ragazzo o una ragazza possono trovarsi ad affrontare, siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero”, sottolineaRaffaela Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children. L’organizzazione in questi anni ha lanciato diversi progetti sul tema, come Vie d’Uscita, Nuovi percorsi, Liberi dall’invisibilità e il progetto europeo E.V.A..
Per la Giornata mondiale delle bambine, Terre des Hommes presenta il nuovo dossier #InDifesa, per fare luce sui reati di violenza nei confronti delle più piccole. In Italia registrato un aumento dei maltrattamenti sui minori.
Da 20 a 45 milioni di persone sono gli schiavi moderni, nel mondo. In catene bambini, donne, migranti, in tutti i continenti. Pare che il giro d’affari della schiavitù globale sia ancora miliardario, anche se le stime sono offuscate dall’omertà, dall’ignoranza, dalla povertà, dall’arretratezza dei sistemi giuridici, dalla pochezza dei mezzi di tracciabilità.
I disastri causati dai cambiamenti climatici mettono in ginocchio molte famiglie indiane, portandole a livelli di povertà estrema. Una condizione che convince padri e madri a lasciare i loro figli nelle mani di trafficanti di essere umani, per farli lavorare illegalmente o per inserirli nel racket della prostituzione. A svelare questa situazione drammatica è stato