Idrogeno verde, elettrificazione. Ma anche carburanti alternativi e l’annosa questione del diesel e delle emissioni. Il punto sulla mobilità nell’intervista con Fabio Giuliani, General manager di Bosch Italia.
Il trattore a biometano punta a rendere autosufficienti le aziende agricole
Provate a immaginare un’azienda agricola energeticamente indipendente. In grado cioè di soddisfare i fabbisogni di combustibile e di energia propri e magari anche quelli della comunità locale. Un’azienda agricola capace di produrre energia usando prodotti di scarto. E adesso pensate a un trattore agricolo virtuoso, capace di svolgere i compiti più duri (lavori in campo,
Provate a immaginare un’azienda agricola energeticamente indipendente. In grado cioè di soddisfare i fabbisogni di combustibile e di energia propri e magari anche quelli della comunità locale. Un’azienda agricola capace di produrre energia usando prodotti di scarto. E adesso pensate a un trattore agricolo virtuoso, capace di svolgere i compiti più duri (lavori in campo, arare, nutrire il bestiame, trasportare o caricare le granaglie) senza emissioni, riducendo l’impatto acustico e – ancora più importante – utilizzando come combustibile il biogas prodotto da quello che l’azienda agricola scarta. Un sogno? Affatto. Il trattore che funziona a biometano esiste e funziona già. Lo ha realizzato New Holland, uno dei leader nel mondo della meccanizzazione agricola, e anche se per ora è ancora un concept, siamo ormai vicini allo sviluppo finale che potrebbe voler dire che lo vedremo lavorare nei campi attorno al 2020.
Il biometano? In agricoltura meglio di idrogeno ed elettrico
Ufficialmente si tratta del primo trattore agricolo a metano, che può però funzionare anche a biometano ottenuto da colture, scarti agricoli e rifiuti dell’industria alimentare in generale. Non si tratta di una tecnologia nuova, FPT Industrial (il brand che costruisce motori in CNH Industrial, di cui anche New Holland fa parte), da una ventina d’anni sperimenta sistemi di trazione a gas naturale. Escludendo l’idrogeno, per ora ancora troppo difficile da produrre e stoccare, escludendo l’elettrico o l’ibrido, entrambi non adatti all’impiego su un trattore agricolo (che a differenza di un’auto non ha fasi di recupero dell’energia come discese o frenate), il metano, specie se prodotto da fonti rinnovabili, è il combustibile ad oggi più sostenibile per il mondo agricolo: utilizzando per produrlo oltre alle colture energetiche, anche gli scarti di prodotti agricoli e altri rifiuti si ottiene un carburante con emissioni di CO2 praticamente pari a zero, con una riduzione dell’80 per cento delle emissioni complessive.
Il biogas è una realtà in molte parti del mondo
Certo, serve un circolo virtuoso, oggi non facilissimo da realizzare. Ma già possibile. Duemila aziende agricole in Europa lo fanno già. Almeno quattrocento in Italia ci stanno provando seriamente, e l’azienda agricola del torinese La Bellotta ne è un esempio. Dal 2009, con il progetto Energy Independent Farm, New Holland sostiene l’adozione di carburanti alternativi e in molte aziende agricole di Brasile, Repubblica Ceca, Francia, Gran Bretagna e Italia la sperimentazione sull’uso del biometano prosegue con successo. Cosa serve? Nuove leggi, con lo sblocco del decreto sul biometano. Il coraggio di innovare. E la disponibilità economica per poterlo fare. Infine gli strumenti “tecnologici” giusti.
Come rendersi energicamente indipendenti
Credere nell’importanza delle energie rinnovabili significa realizzare impianti fotovoltaici e di biogas, che oltre a rendere l’azienda agricola indipendente la trasformano in un produttore di energie rinnovabili. Sicuramente un buon esempio di economia circolare applicato all’agricoltura è quello in cui un trattore viene alimentato usando l’energia prodotta dai campi, dove tutto, dagli scarti ai reflui possono trasformarsi in energia rinnovabile. Innanzitutto bisogna dotarsi di un digestore, ossia un impianto che trasforma la parte organica dei rifiuti in biogas, attraverso la loro decomposizione anaerobica grazie all’azione di speciali batteri. Quanto costa? Un impianto professionale dai 100mila euro in su. Servono almeno 300mila euro per creare il ciclo completo e le stime parlano di 3-4 anni per ripagarsi l’investimento. Ma esistono anche impianti pensati per piccoli allevamenti.
Forte come un diesel, ma senza (o quasi) emissioni
Un trattore agricolo come il concept a biometano che sta sperimentando New Holland ha le stesse prestazioni di un diesel di ultima generazione ma, per esempio, è più silenzioso del 50 per cento. L’ultima versione di questo trattore sorprende per i contenuti tecnologici. Utilizza un potente motore da 180 cavalli di potenza, e grazie a uno speciale serbatoio, con un pieno di biogas può lavorare nei campi per un’intera giornata. E fare un pieno di biogas è semplice come fare il pieno di benzina. Ma il concept del trattore New Holland è anche sorprendentemente tecnologico.
Più tecnologico di molte automobili
Dotato di luci a LED a basso consumo, con una linea esterna moderna e filante, il trattore New Holland è pensato per assicurare all’operatore comfort tipici di un’auto di lusso. Il sedile ha la forma di una foglia ed è rivestito da un tessuto idrorepellente e traspirante. La grande cabina vetrata offre una visibilità panoramica a 360 gradi, inclusa una “finestra” sul cielo utile per usare particolari applicazioni. Ci sono telecamere wireless che vedono tutto attorno a 360 gradi con le immagini proiettate sul display al centro del volante. Un display interattivo mostra, oltre a dati come la velocità o la mappa gps, anche info sul meteo e un feed di notizie utili. Ci sono i comandi vocali, la climatizzazione e un sistema multimediale che consente di trasformare lo smartphone nel collegamento ideale fra l’azienda agricola e il trattore. Ma la prossimo frontiera dell’agricoltura di precisione è la guida autonoma, una tecnologia già in via di sperimentazione e che permette al trattore (gestibile in remoto) di operare autonomamente nelle campagne, migliorando la produttività e la redditività delle aziende, liberando l’uomo da tutte quelle operazioni di routine e riducendo anche il rischio di infortuni sul lavoro.
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