Formata dal Fiume Adige nel suo corso superiore, schiacciata tra il muro delle Alpi Venoste a e i massicci del Cevedale e dell’ Ortles, ecco la Val Venosta.
Trekking sul Monte Resegone (Bg)
Sul Monte Resegone ci si va per abitudine, amicizia, sportività, o semplice curiosità letteraria, è quindi una cima di tanti e per tanti
Le guglie del Resegone però richiamano camminatori anche da
lontano. I vecchi del posto sostengono che i forestieri li
riconosci subito; forse per quel particolare modo di procedere con
il naso all’insù e gli occhi puntati sulle creste dentellate
celebrate dal Manzoni.
Sul Monte Resegone ci si va per abitudine, amicizia,
sportività, o semplice curiosità letteraria, è
quindi una cima di tanti e per tanti e agli escursionisti
più esigenti può risultare una proposta troppo
comune. Però è anche vero che le mète
escursionistiche più gettonate raccolgono tanti consensi in
virtù di meriti effettivi, quali la capacità di
affascinare con i loro panorami e di rilassare in un ambiente
ospitale che metta a proprio agio, come di fatto vuole il trekking
e chi lo pratica.
- partenza: Fuipiano
- dislivello: 850 m
- tempi di percorrenza: 3/3,10 ore
- percorso: vedi itinerario n. 610 sulla cartina
Il nostro itinerario si svolge appunto su questo percorso
alternativo che dall’Alta Valle Imagna (Bg) sale direttamente in
vetta ed evita la tradizionale e affollata via da Lecco. Dal paese
di Fuipiano (1019 m) seguiamo la mulattiera in direzione delle
frazioni di Arnosto e quindi di Cappione, interessanti nella loro
robusta e inalterata architettura montana. Intorno a noi l’ambiente
naturale si divide fra prativi appisolati in lieve pendenza e
boschi di faggio in fuga verso l’alto, a custodia di statuari
torrioni rocciosi. La natura è prodiga di segnali di
rinascita, nei colori freschi di primule e crocus, nelle gemme
ovattate degli alberi. Anche la roccia dei crinali lassù
sembra nuova e pulita, come rinnovata dal contrasto con il cielo
terso delle giornate di primavera. Dalle ultime case della borgata,
le segnalazioni ci accompagnano con un ampio giro in piano ai piedi
del versante sud della Costa di Palio. Ora il sentiero sale senza
rendersi faticoso e ci porta agilmente ai 1462 m del Passo di Palio
(1,10 ore). Alla nostra destra si apre il sentiero n.15
proveniente da Morterone, lasciamo la vecchia traccia e lo
imbocchiamo. Dopo aver aggirato uno sperone roccioso, procediamo a
mezza costa fino ad incrociare il percorso con segnavia
n.13. Si tratta di una mulattiera fra fitti boschi in
comunicazione con una piccola forcellina. Alla nostra destra
vediamo la traccia che scende in pochi minuti alla Sorgente delle
Forbesette, dove l’acqua è ancora limpida e non inquinata
(50 minuti). Il sentiero n.17 diretto alla cima si scorge
invece alla sinistra della sella. Solca in costa delle macchie
boschive ed esce in una conca prativa dall’ampio respiro cosparsa
di materiale detritico e affioramenti rocciosi. Ora ci incamminiamo
verso la tratta più faticosa della nostra escursione. Il
Resegone ci sovrasta con i suoi pinnacoli di calcare dalle
sembianze taglienti e slanciate. Dopotutto ci troviamo ad una
manciata di chilometri dalla Pianura Padana e questi scenari
dolomitici regalano emozioni intense e inaspettate. Una salita
ripida s’inerpica sui pendii erbosi e punta decisa all’ambiente
roccioso in cui sorge il Rifugio Azzoni (1860 m) e quindi alla
vicinissima croce del Resegone (1875 m, 1/1,10 ore). Nonostante il
carattere aspro di questa zona sommitale, il sentiero si mantiene
sicuro e visibile grazie anche ad un’accurata opera di
segnalazione. Con la complicità di una giornata serena il
panorama non delude le premesse di partenza. Il gruppo delle Grigne
affacciato sul Lago di Lecco risalta impettito in questo quadro
paesaggistico d’autore. Le morbide ondulazioni della Brianza verso
sud confondono le idee e rimandano alla dolcezza di un paesaggio
collinare toscano. A nord si intuisce la Valtellina con i suoi
orizzonti innevati in lontananza. La città di Lecco sfumata
nella foschia ai nostri piedi passa in secondo piano, protagonista
indiscussa è la montagna.
Yalmar Tuan
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