La pandemia in atto ci ha insegnato il legame tra inquinamento e salute. Le parole del ministro dell’Ambiente sulla forestazione urbana per un futuro sostenibile.
Quando guardiamo un albero il battito cardiaco rallenta, la pressione si abbassa, la parte primordiale del nostro cervello ci suggerisce subito: riparo, cibo, insomma, casa. È tra le fronde degli alberi infatti che la nostra specie ha mosso i primi passi, tra quell’accogliente grembo verde e umido che ci nutriva e ci teneva lontano dai predatori. Solo questo è sufficiente per capire come mai sia stata create una Giornata nazionale degli alberi, per celebrarli.
Nel 2013 il governo italiano ha infatti istituito la Giornata nazionale degli alberi, che si festeggia ogni anno il 21 novembre. È un’occasione per piantarne di nuovi e per riscoprire i boschi e le aree verdi del proprio territorio e imparare a proteggerle.
Gli alberi sono tra gli esseri viventi più antichi del pianeta, si ritiene che l’organismo vivente più vecchio conosciuto sia un abete rosso le cui radici hanno 9.550 anni. Le radici dell’albero, trovato in Svezia da un gruppo di botanici dell’Università di Umea, sarebbero nate durante l’ultima glaciazione e sono ancora al loro posto, a scrutare quasi con alterigia la deriva del mondo. Chissà quanto dobbiamo apparire insignificanti ad un organismo così antico che ha assistito a milioni di cicli vitali.
In fin dei conti, che mondo sarebbe senza alberi?