La Louise Michel è la nave della missione umanitaria nel Mediterraneo finanziata dall’artista Banksy. Ha già salvato 89 vite e ora cerca un porto sicuro.
Banksy, probabilmente nato a Bristol, in Inghilterra, negli anni Settanta, ha mantenuto segreto il proprio nome e nascosto il proprio volto per tutta la sua carriera, malgrado i molti tentativi più o meno convincenti di svelarne l’identità. In un’intervista esclusiva rilasciata nel 2003 al quotidiano britannico Guardian, ha rivelato di aver iniziato a creare graffiti da adolescente per fuggire dai guai, tra cui il carcere in cui è finito per reati minori.
Quando si è trasferito a Londra, alla fine degli anni Novanta, ha cominciato ad acquisire sempre più notorietà, ma è nel 2005 che ha raggiunto la fama internazionale dipingendo, in segno di protesta, sul muro costruito in Cisgiordania per separare israeliani e palestinesi.
Molti accusano Banksy di denunciare il capitalismo, ma allo stesso tempo di aver fatto fortuna con l’arte. Il suo business si è ampliato talmente tanto che l’artista ha formato un gruppo di esperti chiamato Pest control in grado di autenticare i suoi lavori. Ma Banksy si giustifica sottolineando di aver anche dato in beneficienza migliaia di opere.
Inoltre, i suoi graffiti sono gratis per chiunque. E, tramite mostre aperte a tutti a prezzi stracciati o addirittura gratuite, stimola l’interesse del pubblico nei confronti dell’arte. Quello che crea va oltre il suo personaggio: questo pittore ha cambiato il panorama artistico per sempre, rendendolo più accessibile e sostenendo il dibattito pubblico. Che sia un venduto oppure un Robin Hood, poco importa.