Anna Frank, di famiglia ebrea tedesca rifugiatasi ad Amsterdam negli anni dell’occupazione nazista, visse nascosta con i suoi in una stanza murata e poi deportata a Bergen-Belsen. Nei due anni di segregazione tenne un diario, straordinaria testimonianza.
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata rossa, l’esercito dell’Unione Sovietica, entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz e in quello di sterminio di Birkenau, nell’odierna Polonia, mentre avanzavano verso Berlino. In quei luoghi, le truppe sovietiche videro per la prima volta ciò di cui i paesi alleati – contro la Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale – avevano solo sentito parlare nei mesi precedenti. Scoprirono l’Olocausto, il genocidio perpetrato dal regime guidato dal dittatore Adolf Hitler e dai suoi gerarchi ai danni della popolazione di religione ebraica, di etnia rom e di altre minoranze.
Per questo nel 2005 le Nazioni Unite hanno scelto il 27 gennaio per celebrare il Giorno della memoria. Ogni anno in tutto il mondo si tengono iniziative ed eventi per non dimenticare le vittime dell’Olocausto causate dal nazifascismo.