L’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) promette di fare chiarezza sulle conseguenze del treno deragliato in Ohio, carico di sostanze tossiche.
Nonostante le rassicurazioni delle autorità, gli abitanti del luogo sono preoccupati per la propria salute.
La compagnia ferroviaria, Norfolk Southern, negli ultimi cinque anni ha speso di più per remunerare i propri azionisti che per ammodernare le linee.
“Sia chiaro: l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) non lascerà East Palestine finché il lavoro non sarà terminato e finché ogni residente non si sentirà al sicuro nella propria casa. E useremo la nostra autorità per chiedere conto a Norfolk Southern di quanto accaduto”. Con queste parole Michael Regan, a capo dell’Epa, promette di fare chiarezza sul treno deragliato in Ohio a inizio febbraio. Un convoglio carico di sostanze chimiche tossiche che prima sono andate a fuoco e ora stanno viaggiando nelle acque del fiume Ohio. Ma la popolazione, almeno per ora, si sente tutt’altro che al sicuro.
Let me be clear: @EPA is not leaving East Palestine until the job is done and every resident feels safe in their home.
Le questioni irrisolte sul treno deragliato in Ohio
L’Agenzia per la protezione ambientale fa sapere di aver inviato i suoi ispettori sul posto fin dal giorno dell’incidente, per monitorare la qualità dell’aria e dell’acqua (che è stata dichiarata potabile). È stata anche testata, su base volontaria, la qualità dell’aria indoor di circa cinquecento case, senza “rilevate cloruro di vinile o acido cloridrico al di sopra dei livelli di preoccupazione”. Queste rassicurazioni però non sono sufficienti per i circa cinquemila cittadini di East Palestine, la cui vita quotidiana è stata stravolta da un giorno all’altro.
Le comunicazioni da parte della autorità vengono descritte come lacunose e contraddittorie. Inizialmente, per esempio, si parlava solo del cloruro di vinile. Ma potrebbero volerci ancora mesi prima che le agenzie federali pubblichino la lista completa delle sostanze chimiche presenti nel treno. “Le persone sono solo arrabbiate ma non sanno con chi, perché non ottengono abbastanza informazioni per saperlo”, spiega al corrispondente del GuardianJami Cozza, una dei residenti che sono stati prima evacuati e poi, dopo un paio di giorni, autorizzati a ritornare nelle proprie case. “’L’aria è pulita, ma non uscite all’aperto. L’acqua va bene, ma bevete quelle in bottiglia’. Non ci si può fidare di loro”.
Vinyl chloride, ethylene glycol monobutyl, ethylhexyl acrylate, and isobutylene.
The water, air, and soil around East Palestine, Ohio have been contaminated by these dangerous chemicals from Norfolk Southern’s derailed train. Some are known carcinogens.pic.twitter.com/wU7JekhMQP
Un’altra cittadina di East Palestine, Candice Desanzo, dal giorno dell’incidente ha gli occhi gonfi e arrossati; suo marito e i suoi figli hanno sviluppato eruzioni cutanee dopo essersi fatti la doccia. Vorrebbe andarsene ma non se lo può permettere. “Non posso fare a meno di sentirmi come se stessi lentamente avvelenando i miei figli perché resto qui”.
Nel mirino la compagnia ferroviaria Norfolk Southern
Nel frattempo i riflettori sono accesi su Norfolk Southern, una delle maggiori compagnie ferroviarie del nord America, quella che gestiva il treno deragliato in Ohio. È passato appena un mese, sottolinea il New York Times, da quando l’amministratore delegato magnificava i profitti record e diceva agli azionisti che il servizio era “al livello migliore degli ultimi due anni”.
A guardare bene i dati diffusi dall’azienda, si scopre che effettivamente il fatturato del 2022 è cresciuto del 14 per cento sull’anno precedente, raggiungendo i 12,7 miliardi di dollari. E che, durante questo anno record, la compagnia ha investito quasi 2 miliardi di dollari nelle linee ferroviarie, un terzo in più rispetto al 2021. Al tempo stesso, negli ultimi cinque anni ha fatto finire quasi 18 miliardi di dollari nelle tasche dei suoi stessi azionisti, sotto forma di dividendi e riacquisto di azioni proprie. A conti fatti, dunque, nel quinquennio ha speso molto di più per arricchire i propri azionisti che per mantenere in sicurezza le proprie linee ferroviarie (circa il doppio).
“Per anni le compagnie ferroviarie si sono battute contro qualsiasi tipo di regolamentazione base sulla sicurezza – moderni sistemi frenanti, vagoni cisterna più resistenti per materiali esplosivi, persino informazioni su cosa trasportano i treni che attraversano le comunità – sulla base dell’argomentazione per cui, semplicemente, costa troppo proteggere le nostre vite, la nostra salute, la nostra aria e la nostra acqua”, sottolinea Kristen Boyles, avvocata per l’organizzazione ambientalista Earthjustice. “È ripugnante scoprire che, al tempo stesso, queste aziende stiano erogando imponenti pagamenti agli azionisti”.
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