
Poche Regioni nel 2025 prevedono incentivi per il rinnovo del parco veicoli. A livello nazionale resistono i fondi per moto elettriche o ibride.
Il Kenya ha una nuova linea ferroviaria che renderà più semplice la vita dei pendolari e del commercio. La linea Madaraka Express ridurrà a un terzo i tempi di percorrenza tra la città costiera di Mombasa e la capitale Nairobi. La vecchia ferrovia a scartamento ridotto non era più in grado di assorbire il traffico
Il Kenya ha una nuova linea ferroviaria che renderà più semplice la vita dei pendolari e del commercio. La linea Madaraka Express ridurrà a un terzo i tempi di percorrenza tra la città costiera di Mombasa e la capitale Nairobi. La vecchia ferrovia a scartamento ridotto non era più in grado di assorbire il traffico merci dal porto di Mombasa all’interno dell’Africa orientale così è stata decisa la realizzazione del Madaraka Express. Per i tempi a cui erano abituati i keniani l’inaugurazione di questa linea equivale alla realizzazione della nostra alta velocità, pur parlando di 120 chilometri orari per i treni passeggeri (la velocità massima delle locomotive è 158 km/h) e 80 per i treni che trasportano merci.
È stato inaugurato un tratto di 470 chilometri sul totale di circa 1.300, rispettando i tempi di consegna previsti. La ferrovia completa collegherà il Kenya con Uganda, Congo, Ruanda, Burundi e Sud Sudan. Il percorso su treno ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il traffico di auto e dei camion che ogni giorno affollano le strade del Kenya e degli altri Stati.
La linea percorre in buona parte il tracciato della vecchia linea, separandosi soprattutto nelle zone ad alta densità urbanistica dove non è stato possibile seguire il vecchio tracciato. Le attese sullo sviluppo economico sono grandi, al punto che il Madaraka Express ha portato anche alla costruzione di centri commerciali e strutture per uffici.
Gli investimenti ammontano a più di tre miliardi di euro, per il novanta per cento cinesi grazie all’impegno della Banca per l’import-export della Cina, il restante dieci per cento è stato finanziato dal Kenya. La Cina, oltre ad aggiudicarsi gli appalti, si è anche occupata dei treni, inviando vagoni merci e carrozze passeggeri più locomotive a motore diesel, con l’impegno di elettrificare la ferrovia nei prossimi anni.
Visti gli elevati investimenti, circa il doppio della linea ferroviaria realizzata sempre dai cinesi tra la capitale dell’Etiopia Addis Abeba e Gibuti, sono nate delle polemiche da parte di chi si aspettava dei treni più avveniristici rispetto a quelli inviati dalla Cina.
Negli ultimi anni la politica cinese si è rivolta all’Africa in un’ottica di prospettiva: investimenti pubblici per le infrastrutture in modo tale da favorire la circolazione delle merci del Paese asiatico. Questa sinergia ha portato molte infrastrutture nel continente africano, così come dovrebbero arrivarne altre, tra cui autostrade e metropolitane leggere in grado di collegare le strutture turistiche e commerciali sorte nei pressi della ferrovia agli aeroporti più vicini.
https://www.youtube.com/watch?v=h0KAt3iYMZ8
La ferrovia che in Kenya va da Nairobi a Mombasa attraversa anche aree di interesse naturalistico come il Parco nazionale Tsavo. Il governo vorrebbe sfruttare l’infrastruttura per un maggiore sviluppo turistico dell’area. Qui gli elefanti hanno però subito lo stress dei cantieri della ferrovia Madaraka Express. Per porre rimedio sono stati monitorati gli spostamenti con l’utilizzo di collari satellitari e sono stati costruiti dei sottopassaggi per permettere gli spostamenti a elefanti e altri animali. Il vero problema ora sarà la prossima infrastruttura a cui si oppongono varie associazioni: un’autostrada a sei corsie che rendrà ancora più ardua la vita e gli spostamenti degli elefanti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Poche Regioni nel 2025 prevedono incentivi per il rinnovo del parco veicoli. A livello nazionale resistono i fondi per moto elettriche o ibride.
Cresciuto in lunghezza (ma in 2 ci si può anche dormire), semplice, efficiente e leggero. Con Bigster Dacia rilancia l’ibrido accessibile. La nostra prova.
Il capoluogo emiliano è stato premiato dalla Commissione europea per le sue politiche per una mobilità sostenibile, come le famose zone a 30 all’ora.
In un referendum i cittadini hanno scelto di creare 500 nuove “strade-giardino”, rendendo la capitale francese sempre più verde e a misura d’uomo.
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Il piacere di guida di un’auto sportiva non può dimenticare l’efficienza. Bmw con la serie 2 Coupé mild hybrid mostra che una “convivenza” è possibile.
Un report mostra come la grande ztl londinese in 3 anni abbia migliorato la qualità dell’aria. I benefici maggiori proprio in quelle periferie che si opponevano alla Ulez.
“Il meglio dei due mondi”, ossia i vantaggi dell’ibrido plug-in uniti a quelli dell’elettrico, questo è quanto promette Jaecoo 7 Super Hybrid. Con quali esiti? La risposta nella nostra prova.
Da elettrica minimalista a sportiva audace: Ariya Nismo è la versione più performante della crossover Nissan. Come è cambiata (e come va) nella nostra prova.