L’animale, con 3 cuccioli, aveva ferito un turista: Il Tar ha sospeso l’ordinanza della Provincia, accogliendo il ricorso di associazioni come la Lav.
- L’orsa KJ1, responsabile del ferimento di un turista francese il 16 luglio scorso, salvata dal ricorso al Tar delle associazioni animaliste contro l’ordinanza della Provincia di Trento.
- La presidente del tribunale invita Fugatti a intraprendere azioni più proporzionate, tra cui monitoraggio del territorio, segnalazioni e chiusure, o al limite il trasferimento.
- Il 5 settembre l’udienza collegiale del Tar dovrà confermare o ribaltare la sospensiva: ottimismo da parte della Lav.
La presidente del Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento ha emesso per ben due volte in pochi giorni una sentenza che sospende l’abbattimento dell’orsa KJ1, accusata di aver aggredito un turista francese a Dro, in Trentino, lo scorso 16 luglio. L’orsa KJ1, per ora, è salva e in libertà, anche se le sue sorti rimangono in bilico.
L’orsa KJ1 sul banco degli imputati
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva inizialmente firmato un’ordinanza di abbattimento per l’orsa KJ1, che però è stata sospesa la scorsa settimana dopo le eccezioni e i ricorsi presentati dalle associazioni animaliste Enpa, Lav, Oipa e Leal.
Tuttavia, Fugatti ha deciso di emettere una seconda ordinanza, basata sui risultati dei test genetici condotti nei laboratori della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, che hanno confermato che l’orsa KJ1 è la responsabile dell’aggressione. La nuova ordinanza autorizzava il posizionamento di quattro trappole a tubo per catturare l’animale. Ma anche questa iniziativa non è andata a buon fine, perché gli animalisti hanno presentato un nuovo ricorso al Tar, sostenendo che vi siano alternative all’abbattimento e che la sicurezza pubblica può essere garantita in altri modi. Il tribunale ha accolto questa tesi, sospendendo di nuovo l’ordine di abbattimento e invitando la Provincia di Trento all’adozione di misure alternative. Si legge nel decreto del Tar:
“La diversa tempistica con la quale si può procedere alla captivazione e la necessità di garantire la sicurezza degli operatori indicata dal provvedimento impugnato quali ragioni che giustificano l’abbattimento come unica misura praticabile, non appaiono sufficienti a sostenere, in termini di necessità, idoneità e proporzionalità, la scelta definitiva dell’abbattimento”.
Inoltre il Tar ha indicato alla Provincia di Trento la necessità fare opera di prevenzione, assicurando un costante monitoraggio del territorio e le puntuali segnalazioni alla popolazione che frequenta le zone interessate del pericolo esistente e dei comportamenti da seguire, non ultima l’interdizione all’accesso in determinate aree, giungendo eventualmente alla cattura, ma escludendo la soluzione irreversibile dell’uccisione.
Che cosa succede adesso?
L’orsa KJ1 (e i suoi 3 cuccioli, per proteggere i quali probabilmente si è verificata l’aggressione) è salva almeno fino al 5 settembre, data in cui è fissata l’udienza collegiale del Tar che potrà confermare o ribaltare la decisione della sua presidente: nel frattempo, le associazioni animaliste continuano a monitorare da vicino la situazione, cercando di garantire un futuro per l’animale senza compromettere la sicurezza umana.
Ma cosa può succedere da settembre in poi? L’appuntamento del 5 settembre, spiega Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav, la Lega antivivisezione, “non è una formalità: il Tar in teoria potrebbe anche ribaltare completamente la pronuncia, e l’ordinanza tornerebbe in vigore. Ma siamo ottimisti che invece possa confermato quello che ha detto la presidente”. Anche perché la sospensiva, come visto, prevede tutta una serie di azioni alternative all’abbattimento “che sicuramente resteranno valide anche a settembre. Fugatti ha tutto il tempo per mettere in atto quei consigli, che sono gli stessi che diamo noi da sempre e che utilizzano tutti i paesi dove ci sono gli orsi, e anche l’Abruzzo. Questo è quello che potrebbe fare Fugatti se volesse davvero garantire la sicurezza del cittadini, invece di aspettare un attacco e poi decretare l’abbattimento”.
Nel caso auspicabile in cui il Tar confermi il divieto di abbattimento, l’orsa KJ1 potrebbe rimanere libera in territorio trentino insieme ai suoi 3 cuccioli. Oppure, spiega Vitturi, la Provincia di Trento potrebbe optare per la cattura e l’allontanamento, una soluzione già applicata a JJ4, l’orsa responsabile dell’uccisione del runner Andrea Papi, che come Lav “avevamo proposto fin da subito, ma come alternativa all’uccisione e per togliere alibi a Fugatti: al contrario di quel che dice, il rifugio in Romania con cui siamo in contatto è assolutamente disponibile”. La soluzione migliore però, secondo l’associazione animalista, rimane quello della permanenza in Trentino, con le dovute opere di prevenzione. Anche perché, sottolinea Vitturi, è sbagliato sostenere che oggi sui monti trentini vi siano troppi orsi (circa un centinaio), come afferma la Provincia: semplicemente “perché il numero perfetto dipende da cosa offre loro il territorio per sopravvivere. Se un certo territorio dà sostegno a 100 orsi, vuol dire che 100 orsi è il numero giusto: il 101esimo o muore o si sposta da un’altra parte. Si chiama capacità portante del territorio”. Una sorta di autoregolazione al quale l’uomo non può opporsi, se non andando contro le leggi di natura.
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