La startup italiana Giotto Circular propone un supporto concreto per analizzare e implementare i principi dell’economia circolare nei processi produttivi.
Il trigger circolare che coniuga design e sostenibilità
Nell’intervista a Ron Arad scopriamo com’è nata eco clip Infinite, il progetto di design circolare realizzato con Guzzini. Esempio di matrimonio felice tra arte e sostenibilità.
L’istrionico Ron Arad ha bisogno di assaggiare con gli occhi la conversazione. Ci ritroviamo così in videochiamata a discutere dell’intreccio tra circular design e progettazione circolare. Di Arad, designer e architetto sopra le righe, rivoluzionario e anticipatore dei tempi, conosco solo le biografie e i lavori trovati online. Leggo che ha saputo nuotare abilmente tra l’industrial design e il pensiero fluido ed è approdato con naturalezza alla progettazione digitale. Prima i metalli poi la plastica, nelle sue creazioni sembra sempre coniugare una dimensione più onirica e giocosa a una forte pragmaticità.
I suoi lavori sono stati esposti nei musei e nelle gallerie d’arte più importanti, molti compongono le collezioni più famose: del Metropolitan Museum of Art di New York e del Victoria & Albert Museum di Londra ad esempio. Nel ripercorrere insieme l’evoluzione della sua carriera, mi confronto con quella che posso definire una “mente fluida” che non pone confini alla progettazione sostenibile. Le parole di Arad danno colore e personalità ai temi dell’evoluzione dei prodotti e dei modelli d’impresa e della trasversalità delle competenze richieste ai professionisti del futuro.
Da icona del design ritiene che l’economia circolare – declinata nel mantra delle 3R Riduzione, Riutilizzo, Riciclo – stia ridefinendo il design contemporaneo?
Ci sono molti fattori di cui tenere conto se si vuole creare un’opera ambientalmente compatibile. Non basta dire che un oggetto è realizzato con materiali riciclati: è circolare in tanti modi, anche quando è bello e piacevole. Nel processo di cambiamento che stiamo attraversando qualcosa andrà perso e qualcos’altro migliorato. Uno dei primi pezzi della mia creazione, la Rover Chair, proveniva da un’auto riciclata ed è stata scelta per la copertina di una famosa rivista dei primi anni ’80, “Friends of the earth”. La mia intenzione non è stata quella di salvare il mondo o di aiutare l’ambiente, ma questo è un buon esempio di come le persone dovrebbero agire.
Perché ha deciso di mettersi in gioco e di collaborare con Guzzini alla realizzazione di una clip multiuso in plastica riciclata post consumo? Come ha preso forma il processo creativo?
Uno dei nuovi oggetti che usiamo quotidianamente sono le mascherine. Spesso le troviamo abbandonate a terra e la maggior parte non è riciclabile. Quando vedi qualcosa di simile pensi: “Cosa posso fare”? La clip realizzata con Guzzini in plastica riciclata nasce dall’idea che il design può aiutare l’ambiente e ispirare il senso di responsabilità. L’idea, il trigger, nasce per rispondere al disastro che vediamo compiersi per strada. La produzione di milioni di pezzi della clip ovviamente avrà un impatto ed è per questo che occorre fare del proprio meglio per una produzione responsabile. Ecco perché non basta realizzare un oggetto con materiali riciclati e a sua volta riciclabili. Inoltre, non mi piace pensare che ci sia un unico modo per rispettare l’ambiente. Non ho mai disegnato nulla che sfruttasse il lavoro di bambini e persone. La miglior cosa che posso dire di questo prodotto è che non sfrutta lavoro minorile.
Cuore pulsante dell’economia circolare è il design attento all’utilizzo di prodotti che possono essere disassemblati una volta terminata la vita utile del prodotto. Crede che la plastica riciclata si presti alla richiesta dell’industria di circolarità, dei processi e dei prodotti?
Penso che riciclare sia un elemento importantissimo. Mi piace l’idea che gli oggetti riciclati durino più a lungo. Io non sono un esperto, il mio lavoro è differente. Per questo dobbiamo ascoltare i tecnici.
Quanto il settore del design contemporaneo è attento alla creazione di prodotti che acquistino valore riciclo dopo riciclo?
Penso che tra le persone sia ormai diffusa l’attenzione ai problemi ambientali e sociali, al pari dei temi dell’inclusione o della discriminazione razziale. Anche la cultura, l’arte e il design devono fare tutto il possibile per combattere per la giustizia ed essere responsabili. Talvolta ottieni risultati che non ti aspetti, talvolta qualcosa porta a qualcos’altro e la spinta è idealistica. Talvolta non realizziamo un’opera perché è efficiente ma perché c’è un’altra ragione. Attenzione, dunque, a non demonizzare qualcosa. Non posso guidare la mia auto nel centro di Londra per salvare l’ambiente eppure altre persone costruiscono bombe. Il mondo sta cambiando in un modo che non capiamo.
Dal canto mio, posso dire che la mia generazione più che al possesso dell’auto opta per la sharing mobility…
Fortunata! Fortunati voi! Sono sicuro che la vostra generazione ha molti, molti altri vantaggi rispetto alla mia. Ma allo stesso tempo guidare la mia amata auto nel centro di Londra mi manca tanto.
Si può dire che il settore sia aperto al confronto con il mondo della ricerca per trovare soluzione sempre più sostenibili?
Assolutamente. Fare ricerca è indispensabile per capire come rispondere a una moltitudine di fattori: ambientali, di estetica e funzionali. Lo strumento più importante della mia generazione era la matita. Oggi la mia matita è tecnologia sofisticata e lavoro con questo grande tablet. In questo momento ci stiamo parlando e guardando al telefono, ciò dimostra che la tecnologia aiuta le conversazioni e aiuta il mondo a essere migliore.
Può darci un’anticipazione sui suoi futuri progetti circolari?
Sto riepilogando quanto fatto in passato e mi sto chiedendo: è stato giusto fare questo? È stato giusto usare così tanta plastica? Al momento sto riciclando idee, non materiali. Sto lavorando su una scultura molto classica e presto sarò in grado di mostrare la mia opera. L’esercizio per me è molto importante e bisogna riuscire a fare buon uso delle opportunità offerte dalla tecnologia. Ad esempio, ho realizzato con la stampa in 3D un libro che raffigura il volto di Albert Einstein per celebrare la teoria della relatività. Sto risolvendo qualche problema? Ancora non lo so, magari è stata solo una perdita di tempo. Ma mi è piaciuto ed è piaciuto a tante altre persone. Ciò evidenzia l’importanza di essere deliziati da qualcosa.
Suggerimenti per le nuove generazioni di designer?
No, ma sono molto geloso di tante creazioni così intelligenti e rispettose dell’ambiente. Ho realizzato tanti lavori con la Fiat 500, oggetto che fa parte della mia crescita professionale. Ho tolto dalla strada una macchina che inquinava e l’ho appesa a un muro rendendola un pezzo d’arte. È la cosa più vicina al riciclo che ho fatto. Ancora esiste, ancora piace e non fa alcun danno. Grazie della domanda, è la prima volta che ci penso.
Infine, cosa risponderebbe se qualcuno le chiedesse di creare un prodotto che saprebbe già essere inquinante?
Probabilmente non la farei, sarebbe la cosa giusta da fare. A meno che… non saprei… non possa salvare un pezzo d’Africa.
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