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The Troggs, Wild thing è un inno “proto-punk”
E’ il 30 luglio 1966, quando il brano Wild Thing nella versione del gruppo inglese The Troggs, raggiunge la prima posizione della classifica americana Billboard. Il brano era stato scritto pochi anni prima dal cantautore del Greenwich Village Chip Taylor e inciso per la prima volta nel 1965 dalla band The Wild Ones, senza successo.
E’ il 30 luglio 1966, quando il brano Wild Thing nella versione del gruppo inglese The Troggs, raggiunge la prima posizione della classifica americana Billboard. Il brano era stato scritto pochi anni prima dal cantautore del Greenwich Village Chip Taylor e inciso per la prima volta nel 1965 dalla band The Wild Ones, senza successo. I Troggs incidono questo inno “proto-punk” il 1° aprile 1966: ci impiegano solo 10 minuti ed entrano così nella storia del rock…
Secondo il critico e scrittore americano Lester Bangs, i Troggs erano i progenitori del punk. E come dargli torto? La elementare ma tagliente melodia, il ritmo serrato e quel suono grezzo e acido hanno fatto proseliti. Yesterday dei Beatles sarà anche la canzone più suonata della storia ma Wild Thing non ci va lontano. Basti pensare alle re-interpretazioni di: Jimi Hendrix (Monterey Pop festival), X, Prince, Bruce Springsteen, per citare solo i più famosi.
Anche l’autore, Chip Taylor, sembrò subito apprezzare. “Sentivo che i Troggs avevano catturato la vera essenza della canzone”. Wild Thing è la prima cover di un gruppo britannico a finire in testa alle classifiche americane. A causa di dispute legali nate attorno alla distribuzione del brano, il brano era disponibile su due etichette rivali: ATCO e Fontana.
Roberto Vivaldelli
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