Con le promesse attuali dei governi sul clima, il riscaldamento globale toccherà i 2,6 gradi nella migliore delle ipotesi; 3,1 gradi nella peggiore.
Cosa unisce Il trono di spade ai cambiamenti climatici. Prepariamoci ad affrontare l’ultima stagione
In occasione del ritorno del Trono di spade (Game of Thrones), cerchiamo di capire quali sono, se ci sono, i parallelismi tra l’ultima stagione e i cambiamenti climatici.
Traduzione di Benedetta Ferrari
Immaginate un mondo in cui clan appartenenti a diverse fazioni politiche combattono per aumentare il loro potere ignorando una minaccia mai vista prima, qualcosa che potrebbe annientare tutte le loro società senza prestare particolare attenzione ai confini creati dall’uomo. Questa potrebbe essere una buona introduzione per l’ottava e ultima stagione di Game of Thrones (Il trono di spade), nella quale il destino di Westeros sarà svelato nel momento in cui l’esercito dei morti troverà finalmente la sua strada attraverso “la Barriera”. Ma potrebbe rappresentare anche una descrizione accurata della situazione in cui si trova attualmente la politica mondiale, dove nomi come Donald Trump e Jair Bolsonaro conducono una guerra contro il multilateralismo, proprio nel momento in cui ne avremmo più bisogno. Distrazioni politiche come i muri miliardari e la celebrazione di dittature passate occupano, infatti, la loro agenda mentre le reali – e potenzialmente irreversibili – minacce poste dai cambiamenti climatici sono già nei nostri cortili di casa.
Se nella serie della Hbo le grandi case falliscono nell’affrontare il pericolo più grande che Westeros abbia mai dovuto fronteggiare, nella vita reale lo scenario non è poi così diverso: coloro che storicamente hanno contribuito in maggior misura al riscaldamento globale non intervengono in modo concreto per porre rimedio alle azioni passate. A loro volta, i paesi emergenti come la Cina, oggi il principale produttore di gas serra, usano la debole risposta proveniente dalle nazioni sviluppate come una scusa per rinviare le proprie azioni.
Send a raven.#GameofThrones returns tonight at 9PM on @HBO. pic.twitter.com/JEQcW3ZCx2
— Game of Thrones (@GameOfThrones) 14 aprile 2019
Perché è così difficile rispondere a una catastrofe imminente?
Forse la metafora degli “estranei” può rendere più facile comprendere perché la strategia del dilemma del prigioniero, in cui si cerca a tutti i costi di massimizzare i benefici individuali, risulta una mera illusione: se Westeros perderà la guerra contro gli estranei non ci sarà un trono su cui sedersi per Cersei o per chiunque altro. Allora perché è così difficile per la maggior parte di Westeros rispondere all’imminente catastrofe che sta arrivando dal nord della Barriera?
Qualcuno potrebbe dire che non è facile comprendere qualcosa che non si è mai visto e che contraddice la maggior parte delle passate esperienze dei propri antenati.
Nel suo bestseller Sapiens, Yuval Noah Harari sostiene che la storia potrebbe risultare abbastanza ovvia se guardata in retrospettiva, ma sarebbe comunque molto difficile per un contemporaneo dell’Impero romano, ad esempio, predire la sua caduta. Forse è questa la ragione per cui Jon Snow ha rischiato la sua vita e il futuro di Westeros per catturare un estraneo “vivo” (esiste una cosa del genere?). Come Don Chisciotte, o un attivista medievale, Snow crede di poter vincere l’inerzia politica lanciando letteralmente il problema in faccia a coloro che prendono le decisioni. Dopotutto, chi negherebbe l’esistenza di una creatura dopo aver rischiato il suo morso mortale?
La stessa cosa sta arrivando per tutti noi; un generale con cui non puoi negoziare, un esercito che non lascia corpi dietro di sé sul campo di battaglia […]. C’è solo una guerra che conta. La Grande guerra… ed è qui!Jon Snow
https://youtu.be/VetyHT-rZx0″]
3 possibili scenari una volta appurata la pericolosità del riscaldamento globale – e degli estranei
Come agiranno, dunque, le persone quando non ci saranno più dubbi sull’esistenza o la pericolosità degli estranei? Ci sono tre possibili risposte a tale quesito, ognuna delle quali possiede una versione analoga nella crisi odierna del riscaldamento globale:
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L’approccio del problem-solving
Forse inizialmente non avete creduto negli estranei (o nei cambiamenti climatici), o avete sottovalutato il rischio. Comunque, i recenti fatti vi hanno costretto a ripensare alla vostra posizione e ad ogni cosa voi consideriate importante. Questo è ciò che è accaduto a Daenerys Targaryen, che ha deciso di mettere da parte la sua ricerca del trono per affrontare un problema molto più pressante e irreversibile. Anche Jaime Lannister ha scelto di venir meno alla sua incrollabile lealtà verso la sorella Cersei per unirsi al suo ex nemico nella battaglia per la sopravvivenza di tutti. Jon Snow, poi, va oltre ed insegna addirittura al nemico come uccidere un estraneo, rivelando segreti militari per il bene comune. Analogamente, nella vita reale, azioni come quella di Elon Musk del rilascio di tutti i brevetti Tesla ci ricordano che non esiste vantaggio competitivo che possa reggere il confronto con un mondo sconvolto.
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L’opzione della ritirata
Similmente ai personaggi menzionati sopra, Euron Greyjoy ha visto la sua visione del mondo e le sue priorità profondamente scosse dall’incontro con l’estraneo. Tuttavia, lui non ha scelto di unirsi alla coalizione guidata da Daenerys. Dopo che Jon Snow ha confermato che gli estranei non possono nuotare, Euron decide di abbandonare Cersei e tutti gli altri e di ritornare alla sua isola, dove crede che sarà al sicuro quando l’esercito dei morti arriverà. Consiglia persino a Daenerys di fare lo stesso, dicendo che entrambi potrebbero governare il mondo quando la crisi sarà finita. Ma ci sarà davvero qualcosa da governare per allora? Tornando alla cooperazione multilaterale, paesi come gli Stati Uniti potrebbero avere meno posta in gioco rispetto a Tuvalu o altre isole del Pacifico, ma è un’illusione credere che sarebbero comunque immuni all’impatto dei cambiamenti climatici. Nessuno lo sarà.
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“The cold never bothered me anyway”
Cersei potrebbe non avere mai visto Frozen, ma come Elsa crede di poter tenere – o addirittura aumentare – il suo potere mentre il resto del mondo viene annientato dal gelo. Lei non solo non si unisce alla resistenza, ma pianifica di attaccarli per massimizzare il suo profitto a breve termine. Anche paesi come la Russia e l’Arabia Saudita stanno bloccando la cooperazione internazionale per il bene delle loro industrie di combustibili fossili. Sebbene queste industrie siano fonte di guadagni a breve termine per il loro pil, la popolazione non risulta sicuramente protetta dalle conseguenze climatiche che tali emissioni generano.
Ascoltiamo il grido disperato di Greta Thunberg
Un’altra similarità tra gli estranei ed i cambiamenti climatici è l’imprevedibilità dei loro attacchi. Entrambe le minacce non sono qualcosa a cui l’uomo è abituato e, purtroppo, non è rimasto più tempo per prepararsi ad esse. Dopo 25 anni di discussioni alle conferenze annuali delle Nazioni Unite, i leader mondiali sono stati invitati dai ragazzi delle scuole a smettere di parlare e iniziare ad agire. La serie Game of Thrones (Il trono di spade) ci mostra cosa potrebbe accadere se non ascoltiamo il grido di allerta dei ragazzi: quando Daenerys, infatti, perde uno dei suoi draghi contro il Re della notte, la forza dell’armata dei morti viene intensificata da questa stessa perdita, cambiando l’intero scenario in pochi minuti (e forse condannando tutti gli altri).
Allo stesso modo, noi affrontiamo il rischio di una brusca mutazione climatica, la quale sta portando ad un livello di riscaldamento futuro che spingerebbe il clima globale ad un punto critico, imponendo improvvisi ed irreversibili cambiamenti ai sistemi fisici. Ci sono molte incertezze su quale sia questo livello per i differenti processi, ma i rischi diventano sempre più alti con temperature superiori di 1-3 gradi centigradi. Questi meccanismi possono anche intensificarsi con il tempo. Dato che la maggior parte degli aspetti della variazione climatica si manterrà per secoli e un innalzamento ulteriore della temperatura potrebbe portare a feedback positivi che sfrutterebbero ancora di più il riscaldamento, le politiche di mitigazione dovrebbero applicare il principio di precauzione per evitare cambiamenti catastrofici e irreversibili nel sistema climatico terrestre.
I cambiamenti climatici, come gli estranei de Il trono di spade, è qualcosa di troppo grande, complesso e fuori dalle nostre preoccupazioni quotidiane :per capirlo realmente è necessario vederlo e provarlo in prima persona.
https://youtu.be/mWrhWh6QbnY”]
La Ycl 2019 immersion
Per questo Youth climate leaders (Ycl) ha progettato un’esperienza unica – la Ycl 2019 immersion: una spedizione intercontinentale nella quale i giovani possono imparare di più sui cambiamenti climatici a livello teorico, capirli a livello pratico e lavorare a progetti con altri coetanei per dare il via alla loro carriera in qualità di leader del clima. Come Jon Snow, il nostro obiettivo è di portare esploratori senza paura in un’avventura in cui potranno vedere con i propri occhi l’impatto e le risposte al riscaldamento globale, aiutandoci a documentare ogni cosa e diffondere il verbo nel nostro Westeros. In un modo molto più sicuro, ovviamente.
Fan di tutta Italia, volete entrare nella “resistenza” di Ycl? Avete tempo fino alla fine di aprile per iscrivervi alla Ycl 2019 immersion e diventare il futuro Jon Snow della Terra.
Foto in apertura © Hbo
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Secondo Copernicus, dal 3 luglio 2023 in poi il record del giorno più caldo (che precedentemente risaliva al 2016) è stato infranto 57 volte.
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Uno studio basato su dati raccolti da spugne calcaree nell’oceano indica che il riscaldamento globale potrebbe già essere più grave di quanto ipotizzato.
Il servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus ha confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo dall’era pre-industriale ad oggi.
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Secondo uno studio, le emissioni del settore alimentare basteranno, da sole, a superare l’obiettivo degli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale.
La provincia dello Jiangsu è in cima alla lista delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La prima non cinese è la Florida, al decimo posto.