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Justin Trudeau in Italia. Un viaggio pieno di empatia, da Amatrice ai profughi
Non è stato affatto una toccata e fuga, il viaggio di Justin Trudeau in Italia per il G7: una volta terminato il vertice dei Grandi di Taormina e andati via i suoi colleghi, il primo ministro del Canada è rimasto nel nostro Paese per un intenso tour istituzionale. Trudeau si è commosso in mezzo alle
Non è stato affatto una toccata e fuga, il viaggio di Justin Trudeau in Italia per il G7: una volta terminato il vertice dei Grandi di Taormina e andati via i suoi colleghi, il primo ministro del Canada è rimasto nel nostro Paese per un intenso tour istituzionale. Trudeau si è commosso in mezzo alle rovine di Amatrice, ha indossato la maglia di Francesco Totti a un evento sportivo di beneficenza allo stadio Olimpico Roma, ha incontrato Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, infine nel suo ultimo giorno ha rafforzato i rapporti con la politica, con la sua visita alla Camera dei deputati e al premier italiano Paolo Gentiloni, elogiando l’Italia per i suoi sforzi per il salvataggio e l’accoglienza dei migranti che arrivano dal Mediterraneo. Tutti atteggiamenti che hanno destato l’interesse e la simpatia degli italiani, grazie a dimostrazioni di empatia e affabilità rare per un capo di stato.
La commozione ad Amatrice
Come prima cosa, una volta finito il G7 Trudeau si è fatto accompagnare da Taormina ad Amatrice, epicentro delle diverse scosse di terremoto che dallo scorso agosto hanno colpito il centro Italia. Hanno colpito molto l’abbraccio sentito al sindaco Sergio Pirozzi, le parole (“è un’opportunità per condividere i nostri pensieri, le nostre condoglianze, il nostro affetto, ma anche per dimostrare la nostra determinazione nello stare vicino ai nostri amici in questo momento difficile”), e quella promessa subito mantenuta: “So quello che devo fare” ha detto Trudeau a Pirozzi prima del commiato, e subito dopo dal governo canadese è partita una donazione di 2 milioni di dollari per la ricostruzione.
Allo stadio Olimpico per beneficenza
Il giorno dopo, lunedì 29, il giovane primo ministro ha stupito tutti vestendo addirittura i panni dell’allenatore di calcio, in un match amichevole di beneficenza allo stadio Olimpico tra la squadra di calcio femminile della Fiorentina e la Liberi Nantes, formazione composta di giovani migranti e rifugiati: Trudeau ha dato il calcio d’inizio, poi si è sistemato in panchina a dare indicazioni in italiano ai ragazzi in campo, come un vero mister. Con tanto di esibizione finale con la maglia di Totti regalatagli dal presidente della Roma James Pallotta, nel tripudio generale.
Il femminismo e la tutela dei più deboli
La visita in Italia poi ha assunto toni più formali e istituzionali, ma sempre con grande attenzione ai diritti civili dei più deboli: al Papa, in un clima di grande cordialità, Trudeau ha chiesto di “chiedere scusa a nome della Chiesa cattolica” per il trattamento subito dagli indigeni canadesi nei secoli della colonizzazione.
Infine, negli incontri con i politici italiani, da Mattarella fino a Gentiloni, il primo ministro ha spesso ricordato le politiche di grande apertura adottate dal Canada nei confronti dei rifugiati, e come detto ha anche elogiato l’Italia “per la sua leadership e per la forza con cui affronta le sfide delle migrazioni, per la sua capacità nel restare aperta e per continuare a comprendere la necessità di investire nei Paesi di origine. Questa è una responsabilità condivisa che abbiamo in tutto il mondo, il Canada ha già accolto 40 mila rifugiati negli ultimi mesi”.
.@JustinTrudeau “Onorati di partecipare a ricostruzione zone colpite da #terremoto, in tempi di tragedia dobbiamo aiutarci l’un l’altro” pic.twitter.com/eLflTA0HAO
— Camera dei deputati (@Montecitorio) 30 maggio 2017
Ma prima del suo intervento pubblico, Trudeau aveva chiesto di visitare la “Sala delle Donne”, un’aula di Montecitorio in cui la presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto esporre i ritratti delle grandi donne che hanno contribuito alla vita istituzionale della Repubblica fin dal 1946: “Ho apprezzato tanto il presidente Trudeau – lo ha omaggiato la presidente perché lui si fa parte attiva, si autodefinisce femminista e si spende personalmente su questo tema”. Poi Trudeau è andato a incontrare il premier Paolo Gentiloni, chiudendo la visita con un altro abbraccio caloroso: forse un’amicizia più forte è nata tra l’Italia e il Canada.
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