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L’oleodotto Kinder Morgan collegherà i giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta alla costa pacifica del Canada. E ora ha pure la benedizione del leader ambientalista Justin Trudeau.
Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha approvato la costruzione di un importante oleodotto, il Kinder Morgan, che collegherà i giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta al porto di Burnaby nella regione pacifica della British Columbia. Il progetto per la costruzione di un oleodotto gemello, il Northern Gateaway, è stato invece rifiutato.
L’oleodotto che è stato approvato trasporterà il petrolio partendo dai giacimenti di sabbie bituminose, che rappresentano la quasi totalità della ricchezza petrolifera del Canada, con una stima di 1.700 miliardi di barili di petrolio. In quest’area, al momento, i costi di estrazione ed esportazione superano i ricavi per barile. Proprio per questo sono stati proposti i due oleodotti (Northern Gateway e Kinder Morgan), per cercare di ridurre i costi di trasporto e permettere al petrolio canadese di raggiungere più facilmente i mercati asiatici.
Con la costruzione dell’oleodotto Kinder Morgan il quantitativo di petrolio trasportato verso la costa canadese triplicherebbe. Per la sua approvazione Trudeau ha affermato che è “nostro dovere permettere la realizzazione di infrastrutture affinché le risorse del Canada arrivino sul mercato in modo più responsabile a livello ambientale, creino lavoro e aiutino l’economia”, aggiungendo che questo è importante per la transizione verso l’energia pulita del Paese. Il primo ministro dell’Alberta, Rachel Notley, ha commentato che l’oleodotto gioverebbe all’economia della provincia, basata principalmente sul petrolio e indebolita dal calo del prezzo del barile e dai recenti incendi nella città petrolifera di Fort McMurray.
Le controversie sull’oleodotto riguardano diversi temi. Innanzitutto, l’idea che una transizione verso l’energia pulita possa essere unita alla costruzione di oleodotti è stata criticata e definita come irrealizzabile e impossibile. Gli ambientalisti hanno anche avvertito che il nuovo traffico di autocisterne aumenterebbe il rischio di perdite di petrolio lungo la costa della British Columbia.
La maggior parte dei gruppi di Prime nazioni, infatti, si è opposta all’oleodotto in un movimento legato alle proteste dei Sioux contro il Dakota Access pipeline nella riserva Standing Rock, negli Stati Uniti. Charlene Aleck del gruppo Tsleil-Waututh ha affermato: “Non si tratta solo del giardino dietro casa, è proprio nel cuore della nostra casa. Per noi è l’inizio di una lunga battaglia”.
Tuttavia, un terzo dei gruppi di prime nazioni che sono stati consultati hanno dichiarato di essere favorevoli all’oleodotto. Infatti, 39 di questi hanno firmato accordi di condivisione dei benefici con l’azienda costruttrice (Kinder Morgan), che li risarcirebbe dei rischi a cui vanno incontro a causa della costruzione dell’oleodotto. Jim Boucher, capo delle Prime nazioni, ha infatti affermato durante un’assemblea che le sabbie bituminose possono portare benefici economici agli aborigeni canadesi.
In generale, le controversie ruotano attorno ai dubbi su chi ne beneficerà, chi ne soffrirà e quali saranno gli effetti a lungo termine dell’oleodotto Kinder Morgan. L’approvazione della sua costruzione ha compromesso la reputazione da ambientalista di Trudeau e sottolinea come la realtà economica del Canada e dell’Alberta sia ancora fortemente basata sul petrolio.
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