Nel 2023 ci sono già state 130 sparatorie di massa negli Stati Uniti, con decine di morti. I dati sono in peggioramento ma una riforma sul tema è lontana.
Trump vorrebbe armare gli insegnanti per difendere gli studenti
L’ipotesi di Trump per avere scuole più sicure negli Stati Uniti è dare pistole in mano agli insegnanti. Uno scenario che riporta alla mente il corto animato di Michael Moore nel documentario Bowling a Columbine.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ipotizzato che armare gli insegnanti potrebbe essere un modo per prevenire le sparatorie nelle scuole americane, proprio come l’ultima avvenuta il 14 febbraio nella scuola superiore di Parkland, in Florida, in cui hanno perso la vita 17 persone per mano del diciannovenne Nikolas Cruz. “Una scuola senza pistole attrae la gente cattiva. In questo modo, invece, gli attacchi finirebbero. È un deterrente”. Una frase che ha fatto pensare, e discutere molto, su quali siano le risposte e le soluzioni reali alla violenza e all’uso delle armi nel paese. E in questo dibattito torna inevitabilmente alla mente il corto animato Breve storia degli Stati Uniti d’America, del documentario Bowling a Columbine di Michael Moore, che parla del rapporto storico e controverso degli americani con le proprie paure e, di conseguenza, con le armi.
Bowling a Columbine e le armi negli Stati Uniti
Bowling a Columbine, diretto da Michael Moore e vincitore del premio Oscar come miglior documentario nel 2013, ripercorre la storia delle armi da fuoco negli Stati Uniti attraverso la lente di ingrandimento delle sparatorie nelle scuole americane. In particolare, quella del 1999 nella scuola superiore Columbine, in Colorado, pianificata ed eseguita da due ragazzi armati che, dopo aver usato bombe incendiare per sviare i soccorsi, uccisero 12 studenti e un insegnante, e si suicidarono.
Quasi vent’anni dopo la storia si ripete, riportando a galla i temi – sempre attuali negli Stati Uniti – della sicurezza, dell’uso e della facilità di ricorrere alle armi che compongono la cultura americana. Una cultura che, come sottolinea Moore nel suo documentario, è abituata a rispondere alla paura con le armi. “Invece di fornire armi, armerei gli insegnanti della conoscenza per evitare che questi atti avvengano di nuovo”, ha detto Nicole Hocley, madre di un ragazzino di sei anni ucciso nella sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook, nel Connecticut, nel 2012.
Nel frattempo, i ragazzi della scuola di Parkland, insieme alla società civile, ai politici di diversi schieramenti, a personaggi di spicco e alla comunità internazionale, stanno chiedendo all’amministrazione Trump di rivedere la regolamentazione sulle armi negli Stati Uniti, e marceranno il prossimo 24 marzo nella capitale Washington alla March for our lives per chiedere più sicurezza nelle scuole e più controllo sulle armi. E perché venga affrontato, una volta per tutte, questo elefante nella stanza.
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