Elezioni Usa, tweet (e silenzi) dal mondo nel giorno dell’elezione di Trump

Sole sulla Russia, nuvole sul Messico, clima variabile su tutto il pianeta. La sorprendente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca suscita inevitabili reazioni a livello mondiale, veicolate sempre più dai social oltre che dalle comunicazioni ufficiali. Anche se, nel mondo delle comunicazioni istantanee, stamattina sono due blackout a farsi sentire, guarda caso proprio negli unici

Sole sulla Russia, nuvole sul Messico, clima variabile su tutto il pianeta. La sorprendente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca suscita inevitabili reazioni a livello mondiale, veicolate sempre più dai social oltre che dalle comunicazioni ufficiali. Anche se, nel mondo delle comunicazioni istantanee, stamattina sono due blackout a farsi sentire, guarda caso proprio negli unici due paesi confinanti con gli States: il Canada, dal momento della vittoria di ufficiale di Trump, ha avuto a lungo il sito dedicato all’immigrazione offline.

Il Messico, vittima di pesantissimi attacchi da parte del neopresidente in campagna elettorale, è uno dei pochissimi paesi a non aver commentato le elezioni, se non con il crollo del peso, la valuta nazionale: il presidente Enrique Peña Nieto ha immediato convocato una riunione d’emergenza. Solo nel pomeriggio italiano il presidente ha infine twittato: “Messico e Usa sono amici, soci e alleati che devono proseguire a collaborare per la competitività e lo sviluppo del Nordamerica”. Con Messico e Canada gli Stati Uniti hanno in ballo, adesso, la ridiscussione del Nafta, l’accordo di libero scambio commerciale, oltre al tema dell’immigrazione.

Il presidente messicano Henrique Pena Nieto con Donald Trump © GettyImages
Il presidente messicano Henrique Pena Nieto con Donald Trump © GettyImages

 

Festeggiano Russia, Israele e i leader populisti

Dall’altra parte del mondo, festeggia invece la Russia: “Siamo pronti a ripristinare completamente le relazioni con gli Stati Uniti” ha detto Putin che vedeva in Hillary Clinton una acerrima nemica in politica estera, a partire dalla Siria. “La strada è lunga e difficile ma noi siamo pronti a fare la nostra parte”. Cinguetta felice anche l’Europa cosiddetta populista, quella che più ricalca i tratti di Trump: Nigel Farage, leader dell’Ukip, esalta la seconda rivoluzione dell’anno dopo la sua Brexit: “Passo il testimone a Donald Trump! Tutte le mie felicitazioni. Avete portato avanti una campagna coraggiosa”.

Marine Le Pen, leader del Front National, twitta: “Felicitazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al popolo americano, libero!”.

Diplomatici messaggi di congratulazioni arrivano via social da tutto il mondo: dalla Turchia alla Malesia, dall’India alla Cambogia. Ma è Israele, dopo la Russia, il paese più soddisfatto: il legame con gli Usa è destinato a rinforzarsi e il premier Benjamin Netanyahu scrive: “Trump è un sincero amico e con lui i nostri rapporti di alleanza raggiungeranno vette mai toccate”.

La diffidenza dell’Europa

L’altra Europa, quella delle istituzioni di Bruxelles, sono più cauti: per Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, “I legami tra Usa e Ue sono più profondi di ogni cambiamento in politica, continueremo a lavorare insieme”. Per Jean Claude Juncker, presidente della Commissione, “solo cooperando strettamente possiamo continuare a fare la differenza”.

In Italia, almeno a livello istituzionale, prevale il timore: non è un mistero che governo e maggioranza erano dalla parte di Hillary Clinton. Matteo Renzi afferma che “con Trump collaboreremo”, ma per le opposizioni il premier italiano esce sconfitto come Hillary visto il suo forte endorsement. Tacciono anche le altre cariche dello stato, tranne la presidente della Camera Laura Boldrini, che con grande sincerità twitta: “Oggi pensavo di commentare un altro risultato. Grande sorpresa ma anche rispetto per la scelta degli elettori Usa”. L’esempio che in molti devono ancora digerire il cambio alla Casa Bianca.

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