Nel nord dell’Iraq si festeggia la vittoria al referendum sull’indipendenza del Kurdistan. Bagdad: “Avete 72 ore per fare retromarcia”.
Turchia, il partito filo-curdo sceglie l’Aventino e abbandona il Parlamento
Il partito filo-curdo Hdp ha deciso di abbandonare i lavori del Parlamento dopo l’arresto in blocco dei suoi dirigenti ordinato dalle autorità della Turchia.
Il Partito democratico dei popoli (Hdp), il principale movimento politico filo-curdo della Turchia, ha scelto l’Aventino. Dopo l’arresto in blocco del suo gruppo dirigente – compresi i due co-presidenti Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag – ordinato da un tribunale di Diyarbakir per presunti legami con un’altra formazione politica (il Pkk, ritenuta di stampo terroristico dalle autorità di Ankara), la clamorosa decisione è di abbandonare il Parlamento.
L’Hdp è la terza forza politica della Turchia
“Dopo lunghe riflessioni – ha dichiarato Ayhan Bilgen, portavoce dell’Hdp – abbiamo deciso di cessare le nostre attività parlamentari, in risposta all’attacco più duro e più sinistro mai lanciato contro il nostro movimento”. Le conseguenze non saranno di poco conto, se si considera che il partito rappresenta la terza forza a livello nazionale, potendo contare su 59 deputati (su un totale di 550).
Il primo ministro della Turchia, Binali Yildirim, ha criticato la decisione, parlando di “tradimento dell’elettorato”. Quindi ha rincarato la dose, paragonando i deputati filo-curdi a “degli studenti che non si presentano a scuola”. Allo stesso modo, il ministro dell’Ambiente Mehmet Özhaseki ha spiegato che a suo avviso non si tratta di una grande perdita: “L’Hdp non faceva altro che ritardare i lavori del Parlamento”.
Il progetto di uno stato iper-presidenziale
Il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp, la formazione politica del presidente Recep Tayyip Erdogan), dopo il tentativo di colpo di stato fallito lo scorso 15 luglio, sente il potere sempre più saldo nelle proprie mani. Non soltanto grazie alle “purghe” che hanno colpito migliaia di funzionari pubblici, giudici, avvocati, docenti universitari. Domenica il premier Yildirim era a Bayburt, un feudo islamo-conservatore nel nord-est del paese. Di fronte a una folla entusiasta ha caricato ulteriormente i toni: “Miei cari fratelli, ormai abbiano una Turchia nuova. Nessun ritorno al passato è possibile. Coloro che commetteranno il minimo errore che possa nuocere alla nazione saranno puniti, senza eccezioni”.
Il rischio più grande che comporta la decisione dell’Hdp è proprio quello di lasciare “campo libero” all’Akp. Il che potrebbe portare ad un sistema di fatto iper-presidenziale se Erdogan decidesse di indire nuove elezioni. Per una riforma costituzionale servono infatti 367 voti; per ora l’Akp ne ha a disposizione 330.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo Le Monde, la Turchia avrebbe accettato il cessate il fuoco in Siria a condizione di evitare la creazione di uno stato autonomo dei curdi.
Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto, contro ogni pronostico, le elezioni parlamentari che si sono tenute domenica 1 novembre. Tutti i sondaggi, infatti, davano l’Akp poco sopra il 40 per cento, mentre i risultati ufficiali danno al partito di Erdogan il 49,4 per cento
Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
È drammatico il bilancio dell’attentato subito il 10 ottobre, a tre settimane dalle elezioni, da migliaia di militanti pacifisti curdi nel centro della capitale turca.