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Il partito filo-curdo Hdp ha deciso di abbandonare i lavori del Parlamento dopo l’arresto in blocco dei suoi dirigenti ordinato dalle autorità della Turchia.
Il Partito democratico dei popoli (Hdp), il principale movimento politico filo-curdo della Turchia, ha scelto l’Aventino. Dopo l’arresto in blocco del suo gruppo dirigente – compresi i due co-presidenti Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag – ordinato da un tribunale di Diyarbakir per presunti legami con un’altra formazione politica (il Pkk, ritenuta di stampo terroristico dalle autorità di Ankara), la clamorosa decisione è di abbandonare il Parlamento.
“Dopo lunghe riflessioni – ha dichiarato Ayhan Bilgen, portavoce dell’Hdp – abbiamo deciso di cessare le nostre attività parlamentari, in risposta all’attacco più duro e più sinistro mai lanciato contro il nostro movimento”. Le conseguenze non saranno di poco conto, se si considera che il partito rappresenta la terza forza a livello nazionale, potendo contare su 59 deputati (su un totale di 550).
Il primo ministro della Turchia, Binali Yildirim, ha criticato la decisione, parlando di “tradimento dell’elettorato”. Quindi ha rincarato la dose, paragonando i deputati filo-curdi a “degli studenti che non si presentano a scuola”. Allo stesso modo, il ministro dell’Ambiente Mehmet Özhaseki ha spiegato che a suo avviso non si tratta di una grande perdita: “L’Hdp non faceva altro che ritardare i lavori del Parlamento”.
Il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp, la formazione politica del presidente Recep Tayyip Erdogan), dopo il tentativo di colpo di stato fallito lo scorso 15 luglio, sente il potere sempre più saldo nelle proprie mani. Non soltanto grazie alle “purghe” che hanno colpito migliaia di funzionari pubblici, giudici, avvocati, docenti universitari. Domenica il premier Yildirim era a Bayburt, un feudo islamo-conservatore nel nord-est del paese. Di fronte a una folla entusiasta ha caricato ulteriormente i toni: “Miei cari fratelli, ormai abbiano una Turchia nuova. Nessun ritorno al passato è possibile. Coloro che commetteranno il minimo errore che possa nuocere alla nazione saranno puniti, senza eccezioni”.
Il rischio più grande che comporta la decisione dell’Hdp è proprio quello di lasciare “campo libero” all’Akp. Il che potrebbe portare ad un sistema di fatto iper-presidenziale se Erdogan decidesse di indire nuove elezioni. Per una riforma costituzionale servono infatti 367 voti; per ora l’Akp ne ha a disposizione 330.
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