Il progetto di Nescafé per città più verdi fa tappa a Ferrara: una collaborazione virtuosa con gli hotel partner per trasformare gli spazi urbani.
Turchia, la siccità ha ucciso migliaia di fenicotteri
Migliaia di fenicotteri sono morti nel lago Salato, in Turchia, a causa della siccità dovuta ai cambiamenti climatici e ai metodi di irrigazione agricola.
Nelle ultime due settimane, migliaia di fenicotteri – tra cui molti cuccioli – sono morti presso il lago Salato, in Turchia, a causa della siccità. Secondo le associazioni ambientaliste, la prolungata mancanza d’acqua è stata causata sia dai cambiamenti climatici, sia dai metodi di irrigazione dovuti a un’agricoltura intensiva.
Le immagini raccolte dai droni utilizzati per monitorare l’area mostrano fenicotteri bruciati dal sole e coperti di fango secco. Il lago Salato è un’importante colonia per questa specie di uccelli: qui, infatti, ogni anno ne nascono almeno 10mila. Nel 2019 addirittura 20mila.
Per la Turchia non è colpa dell’agricoltura
Il lago Salato (Tuz Gölü, in turco) è stato inserito nella lista del Patrimonio mondiale dall’Unesco nel 2000 ed è il lago più salino al mondo dopo il mar Morto. In estate, l’acqua del lago evapora molto velocemente lasciando una superficie di sale spessa 30 centimetri. Il bacino, dove sono state osservate 85 specie di uccelli diverse, riveste un’importanza strategica per quelli migratori e costituisce una delle colonie di fenicotteri più importanti della Turchia.
Quest’anno, tuttavia, solo 5000 uova di fenicottero si sono schiuse all’interno della grande colonia e molti di questi piccoli appena nati sono morti per mancanza d’acqua. Per il ministro dell’Agricoltura Bekir Pakdemirli la colpa non è da attribuire alle coltivazioni e i fenicotteri morti sarebbero appena mille.
Di altro avviso la fondazione ambientale Tema, la quale ha pubblicato un report in cui dimostra che le pratiche agricole sono responsabili della penuria cronica di acqua nella zona: la richiesta è cresciuta del 30 per cento rispetto allo scorso anno e i cambiamenti climatici non fanno altro che peggiorare la situazione.
Una nuova area per i fenicotteri
Anche per la presidente della ong turca Doğa, Dicle Tuba Kilic, l’unico modo per prevenire la morte in massa di fenicotteri è cambiare i metodi di irrigazione agricola nella regione e aumentare i programmi per la tutela della biodiversità.
A tal proposito, l’ong turca – che è partner dell’associazione inglese Birdlife international – punta a ottenere per il delta del Gediz, nel golfo di Smirne, il riconoscimento di area protetta da parte dell’Unesco. Grazie all’attività di Kilic e dei suoi volontari, a Gediz, quest’anno, si sono schiuse 20mila uova di fenicotteri: di tutti gli esemplari rosa del mondo, uno su dieci nasce proprio nel delta di Gediz, il 30 per cento della popolazione europea.
Ma anche Gediz ha dovuto affrontare diversi ostacoli: Doğa si è battuta contro un progetto di autostrada che avrebbe dovuto collegare il nord con il sud della Turchia, passando proprio per il delta e frammentando questa immensa zona umida. Per fortuna, nel 2019, il tribunale di Smirne ha annullato il progetto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Puglia: cambiamenti climatici e infrastrutture non all’altezza stanno creando una situazione insostenibile.
La Coppa del Mondo di calcio 2034 si terrà in Arabia Saudita, una scelta della Fifa fortemente criticata per il suo evidente richiamo allo sportswashing.
Cambiamenti climatici e impatto sull’habitat impongono di ripensare la vita in montagna. E il turismo, che resta un grande volano economico.
“Quando scaliamo ci sentiamo libere da tutto”. Le cholitas escaladoras, un gruppo di donne indigene boliviane, rompono gli stereotipi legati all’alpinismo e alla società.
La città governata dalla sindaca Anne Hidalgo sta per approvare un nuovo Piano climatico che prevede oltre 300 ettari di nuove aree verdi.
Tre organizzazioni ambientaliste incassano una storica vittoria contro il governo del Sudafrica: l’espansione del carbone va fermata.
Il rapporto dell’Ispra mostra neanche nel 2023 ci sono stati miglioramenti nella cura del territorio: si continua a cementificare a spron battuto.
Per motivi politici, il governo della Norvegia rinvia l’assegnazione delle licenze per le estrazioni minerarie nei fondali marini.