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Basta turismo in elicottero sulle Dolomiti, la lettera all’Unesco
L’associazione Mountain Wilderness scrive una lettera alla Fondazione Dolomiti Unesco per dire basta agli elicotteri sulle montagne patrimonio dell’umanità
Basta elicotteri a scopo turistico sulle Dolomiti, basta deroghe, più coerenza, più sostenibilità nel turismo. È questa la richiesta rivolta dall’associazione Mountain Wilderness alla Fondazione Dolomiti Unesco attraverso una lettera-comunicato inviata il 2 gennaio. L’obiettivo dell’associazione ambientalista internazionale, nata nel 1987 per tutelare gli ecosistemi montani, è infatti quello di salvaguardare l’ambiente dolomitico patrimonio dell’umanità e di eliminare le pratiche turistiche considerate insostenibili.
In queste aree gli elicotteri dovrebbero essere utilizzati solo ed esclusivamente a scopo di salvataggio, mentre in provincia di Trento sarebbe in vigore una legge che vieta i voli turistici. Di fatto, deroghe e autorizzazioni da parte delle province autonome di Trento e Bolzano consentono a questi mezzi di “violare” la montagna.
Mountain Wilderness si è rivolta alla Fondazione perché si tratta del referente univoco sia per il Ministero italiano dell’Ambiente sia per il Comitato per il Patrimonio mondiale Unesco con il compito di comunicare e collaborare con gli enti che dovrebbero gestire e amministrare il territorio. Dolomiti Unesco è nata nel 2010, dopo che nel 2009 nove sistemi montuosi dolomitici estesi per 142 mila ettari e divisi in cinque province (Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento, Udine) sono diventati patrimonio dell’umanità. L’associazione chiede quindi coerenza e maggiore attenzione.
La Frangivento Asfanè a Tofana “viola” le Dolomiti
Come riportato dalla fonte Ansa, quello che ha spinto Mountain Wilderness a contattare il referente Unesco è stato un episodio di pochi giorni fa, quando a Tofana (BL), presso la capanna Ra Valles a quota 2.475 metri è stata depositata proprio da un elicottero la Frangivento Asfanè, una super-automobile elettrica dalla quale la notte di San Silvestro sono partiti fasci di luce che hanno illuminato la montagna.
In precedenza, sul ghiacciaio della Marmolada sono state portate in elicottero alcune fotomodelle per una campagna pubblicitaria di una rete alberghiera, mentre durante tutta l’estate si sono svolti voli turistici. A detta di Carlo Alberto Pinelli, presidente del Consiglio direttivo di Mountain Wilderness “In soli pochi mesi 5 gruppi montani posti sotto il patrocinio Unesco sono stati violati dall’uso illegale e arrogante di questi mezzi.”
La delibera di novembre sulle pratiche di eliski
Richieste di questo tipo non sono nuove per Mountain Wilderness. Mesi fa l’associazione aveva già chiesto di bloccare in Piemonte la pratica dell’uso di elicotteri per l’eliski, cioè lo sci fuori pista che usa questi mezzi per la risalita, riuscendo a ottenere la delibera del 30 novembre 2016 del comune di Balme (To) che vieta “qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio, sia estiva, quando preveda la percorrenza di sentieri e piste con motocicli, mezzi fuoristrada e quad, sia nel periodo invernale quando ciò avvenga per mezzo di motoslitte e di elicotteri per il trasporto turistico”. Dopo la delibera c’è stata poi un’interrogazione parlamentare proposta da Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con l’obiettivo di promuovere un turismo alpino responsabile.
L’obiettivo finale sarebbe quello di adeguare la nostra legislazione a quella degli altri paesi alpini, visto che le pratiche di eliski, che hanno un elevato impatto sull’ambiente, sono già vietate in Germania, Francia, Slovenia, Liechtenstein, mentre in Austria sono consentite solo in due siti nella regione dell’Arlberg. Fa eccezione il Canton Vallese della Svizzera, che le consente in un una quarantina di siti.
Il progetto #Dolomiti2040
La lettera di Mountain Wilderness cerca infine di ricordare alla Fondazione Dolomiti Unesco i propri doveri di salvaguardia e coerenza rispetto a un progetto lanciato proprio dall’ente stesso. Si tratta di #Dolomiti2040, iniziativa avviata nel 2015 che ha riunito abitanti e stakeholder per immaginare il futuro del bene Unesco da qui al 2040 e che ha prodotto un documento in cui sono esposte idee e strategie per favorire il turismo sostenibile, la conservazione attiva del territorio e lo sviluppo socio-economico dell’area.
Un impegno che nell’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo la Fondazione non si può proprio dimenticare.
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