Orientare le persone verso scelte più consapevoli è una priorità. La parola ad Alessandra Rosa, Direttore delle attività associative dell’Aci.
Il futuro del turismo dopo la pandemia. Il caso della Lombardia
In Lombardia, fra le regioni più colpite dal coronavirus, il turismo vuole ripartire all’insegna della sostenibilità e dell’amore per il territorio.
In Giappone esiste un’arte chiamata kintsugi. Quando un oggetto in ceramica si rompe, non viene gettato via. Ogni pezzo viene rimesso al suo posto dalle sapienti mani degli artigiani, che utilizzano l’oro o altri metalli preziosi come collante. Le cicatrici, in questo modo, vengono impreziosite e valorizzate creando pezzi unici di grande pregio. Dietro questa pratica si cela una metafora che riguarda l’umanità intera: le cicatrici non sono qualcosa di cui vergognarsi, bensì qualcosa che rende le persone più speciali.
L’emergenza Covid-19 ha ferito la Lombardia. Ma i suoi abitanti, così come i turisti dal resto d’Italia e del mondo, presto ne ameranno ancora di più la bellezza. L’hanno riscoperta in questi mesi ammirando, forse per la prima volta, le sue città vuote. I suoi paesaggi silenziosi. La sua natura che non ha smesso di brulicare di vita. Prima della ripartenza, il turismo avrà fatto tesoro di ogni prezioso insegnamento. Ne parliamo con Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.
La Lombardia è fra le regioni più colpite dal coronavirus, e per questo al Meeting di Rimini 2020 si è cercato di far luce sulle possibili cause. Durante la pandemia, però, abbiamo ritrovato il piacere di un turismo locale, più sostenibile. Questo è l’approccio da cui dobbiamo ripartire?
L’emergenza Covid ci ha insegnato il valore della parola “sostenibilità”, che possiamo applicare a diversi settori, compreso quello del turismo. Certamente non possiamo immaginare che le regole personali adottate in questo periodo possano scomparire dall’oggi al domani; sono convinto che quanto stia accadendo lascerà una traccia nei comportamenti di tutti e avrà ricadute importanti anche nelle modalità con le quali fruire il nostro territorio. La Lombardia offre innumerevoli occasioni di visita e di interesse, la maggior parte ancora sconosciuta e da scoprire: sono convinto che questa sarà la frontiera del turismo del futuro, su cui investire per creare attrattività in senso sostenibile.
Quali esperienze si possono fare in Lombardia se si desidera visitarla rispettando l’ambiente, magari alla scoperta delle sue bellezze naturalistiche?
Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta, perché c’è veramente tantissimo da scoprire nella nostra regione, meta prediletta dai turisti europei ed internazionali. Sul portale turistico regionale sono presenti contenuti che raccontano tutti gli angoli della Lombardia, dalle montagne alle pianure, dai gioielli nascosti nei piccoli borghi alle grandi città d’arte millenarie, dalle cime e ghiacciai delle Alpi fino ai tranquilli borghi della campagna padana e alle sponde dei nostri grandi laghi. Visitatori di tutte le età, di tutti i gusti, in cerca di ogni genere di esperienze potranno sicuramente trovare una proposta interessante, anzi imperdibile.
Anche un turismo “slow”, comunque, va regolato. Quest’estate, per esempio, la montagna è stata presa d’assalto. Come la si può salvaguardare lasciando però che la si torni a vivere?
Da quasi un anno siamo alle prese con una pandemia globale che ha stravolto la nostra quotidianità, a partire dai gesti più semplici come lo stringersi la mano. A fatica ci siamo abituati a una nuova “normalità” che non ammette affollamenti, ad esempio nei luoghi di villeggiatura. L’esperienza di questa estate e del conseguente ritorno del virus ci ha insegnato l’importanza di essere responsabili, a partire dai comportamenti di tutti i giorni fino al modo di fare vacanza o di vivere la montagna. La salvaguardia di quest’ultima dipende, ancora una volta, dal senso di responsabilità degli individui; per parte loro, le istituzioni devono continuare a sostenere quei settori più duramente colpiti dalle limitazioni e promuovere iniziative di attrattività territoriale sostenibili e rispettose di un territorio tanto meraviglioso quanto fragile.
Con lo smart working c’è stato un ritorno dei giovani nei borghi? Come si possono valorizzare?
Indubbiamente moltissime persone, e moltissime aziende, hanno utilizzato per la prima volta questa forma di lavoro, che certamente conoscevamo già, ma che non era così diffusamente praticata. Premettendo che solo le tipiche attività “di ufficio” possono utilizzare questa modalità e che, ad esempio, tutte le attività della manifattura non possono essere disgiunte dal posto di lavoro, molte persone – soprattutto i giovani – stanno apprezzando la possibilità di continuare a svolgere un’attività lavorativa anche se gli spostamenti sono limitati o gli uffici addirittura chiusi, evitando magari lunghi tragitti per raggiungere il luogo di lavoro.
Lavorare in smart working ha messo in evidenza l’importanza di assicurare una capillarità nell’infrastrutturazione digitale del territorio. Strategico, a questo proposito, è il progetto della banda ultra larga che coinvolge 1.436 comuni lombardi per un investimento pubblico regionale e nazionale pari a oltre 450 milioni di euro. Regione Lombardia è un territorio ricco e diversificato in cui i piccoli borghi convivono armoniosamente con le grandi città e meritano, pertanto, pari attenzione in termini di risorse e valorizzazione.
La Lombardia vanta una cultura enogastronomica invidiabile: ci sono particolari esempi di prodotti a chilometro zero, e pratiche di viticoltura sostenibili?
La Lombardia vanta un patrimonio enogastronomico ricchissimo, grazie alla varietà delle sue colture e all’intraprendenza della sua classe imprenditoriale agricola. 250 eccellenze agroalimentari; 34 prodotti certificati dop e igp; 41 vini docg, doc e igt: questi sono i numeri della straordinaria produzione agricola lombarda, apprezzata in Italia e in tutto il mondo. Difficile scegliere un prodotto simbolo: a parte il pesce di mare, la tavola lombarda può dirsi davvero completa!
Sul tema della viticoltura, ricordo solo l’esperienza ad alto tasso di innovazione della Franciacorta e la viticoltura eroica della Valtellina: due esempi di sostenibilità e attenzione al territorio. Regione Lombardia infine favorisce l’imprenditoria agricola dei giovani: sempre più ragazzi si stanno avvicinando al mondo della produzione enogastronomica e vitivinicola contribuendo, con la loro freschezza e capacità di intercettare nuovi gusti, a far crescere un patrimonio già ricco e variegato.
Infine, Lombardia è sinonimo di storia, cultura e arte. Quali siti Unesco sono poco conosciuti ma presenti sul suolo lombardo?
Nella nostra regione sono presenti numerosi siti Unesco, che si riferiscono a realtà monumentali, territoriali e paesaggistiche molto diverse tra di loro. Se il Cenacolo di Leonardo è il più famoso, ed il più visitato, ce ne sono molti che invece meritano di essere riscoperti ed esplorati dal visitatore. Le mura veneziane di Bergamo, l’arte rupestre della valle Camonica, il villaggio operaio di Crespi d’Adda, i sacri monti, il trenino rosso della ferrovia retica (che si avvia dalla stazione di Tirano), le città d’arte di Mantova e Sabbioneta, il sito fossilifero del monte San Giorgio, i siti palafitticoli, i luoghi dei longobardi, la liuteria cremonese e da ultimo l’arte dei muretti a secco della Valtellina: tutti luoghi di straordinario ed imperdibile interesse, viva testimonianza di ingegno e bellezza lombarda.
A cura di Regione Lombardia in collaborazione con Explora
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