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Il turismo responsabile al centro del primo Hilton sustainability forum
Dopo la prima edizione del 2023, l’Hilton sustainability forum diverrà un appuntamento annuale. Affinché i viaggi lascino un’impronta positiva sul Pianeta.
Stabilire obiettivi a livello ambientale, sociale e di governance (Esg) come il raggiungimento della neutralità climatica, la tutela dei diritti umani e il passaggio a nuovi modelli di business può garantire alle imprese diversi vantaggi, fra cui la fidelizzazione dei propri clienti: lo ha spiegato Giuseppe Milici, partner Deloitte & Touche e senior manager in sustainability services, in occasione del primo Hilton sustainability forum italiano, il 13 novembre a Milano.
Il ruolo dell’industria alberghiera
Anche tra i cittadini, l’attenzione alla sostenibilità ormai è consolidata. Dalla nona edizione dell’Osservatorio sullo stile di vita sostenibile di LifeGate emerge che il 79 per cento della popolazione italiana si dice interessato o appassionato alla sostenibilità, con un balzo in avanti di sei punti percentuali in un anno. Un’attitudine che, spesso, si traduce in scelte di acquisto. “Oggi la maggior parte dei consumatori, soprattutto determinate generazioni, si pone delle domande prima di scegliere un brand, un prodotto e anche un albergo”, ha confermato Daniele Fabbri, direttore generale di Hilton Milan e leader italiano per i progetti Esg del gruppo. “È importante che le catene alberghiere contribuiscano alla tutela dell’ambiente, arrivando magari a coinvolgere il cliente nella costruzione di un viaggio che vada oltre la semplice piacevolezza e possa portare benefici anche alla comunità locale”.
Il concetto di turismo responsabile
Difatti, se l’obiettivo originario del turismo responsabile consisteva nell’evitare di lasciare impronte nei luoghi visitati, sempre più spesso si sta trasformando nella volontà di lasciare un’impronta positiva. Su questo si è basato l’intervento di Nicola Lamberti, giovane divulgatore scientifico, che ha parlato della sua esperienza a Lampedusa: un’isola dove le migliaia di turisti, che rischiano di alterare i delicati equilibri ecosistemici, possono trasformarsi nella chiave per una migliore salvaguardia della biodiversità, contribuendo per esempio alla cura delle tartarughe marine.
La prima Hilton sustainability cup
Ecco perché Serena De Bernardis, studentessa dell’università Bocconi, ha vinto la prima edizione della Hilton sustainability cup con il progetto Hilton for The ocean cleanup. Fra i partecipanti c’erano anche il team Hilton Earthscape dell’università Iulm e due squadre dell’università Cattolica di Milano. “Per identificare l’iniziativa vincitrice, ci siamo basati su specifici criteri di valutazione, come originalità, impatto, fattibilità e costi previsti per la realizzazione. Ci sono piaciuti tutti i progetti che abbiamo valutato: è stato molto difficile sceglierne uno”, ha commentato Fabbri, membro della giuria insieme a colleghi come Alessandro Cabella, Hilton area general manager for Italy; Cristina Salvadori, director of sales operations Italy; Fausto Ciarcia, direttore delle risorse umane.
Il progetto Hilton for The ocean cleanup
Hilton e i propri clienti, aderendo alla proposta di De Bernardis con un fundraising in parti uguali, avrebbero modo di sostenere associazioni che si occupano di varie questioni legate alla tutela dell’ambiente, fra cui la gestione dei rifiuti elettronici, la riduzione degli sprechi alimentari e, soprattutto, la pulizia dei mari. Come ricordato da De Bernardis, l’inquinamento idrico è uno dei problemi più gravi del nostro tempo, con 17 tonnellate di plastica che vengono scaricate negli oceani ogni minuto.
In sostanza, il prezzo del pernottamento verrebbe aumentato dell’1 per cento a carico del cliente, ma Hilton si impegnerebbe a versare lo stesso importo. Il cliente sceglierebbe a quale associazione locale donare la propria quota, mentre la parte restante servirebbe a finanziare una spedizione targata The ocean cleanup al largo dell’isola di plastica, nell’oceano Pacifico. Tre fortunati vincitori avrebbero anche l’opportunità di prendervi parte.
La strategia Esg di Hilton
Il concetto di travel with purpose, “viaggiare con uno scopo”, è lo stesso su cui si basa la strategia di Hilton. La compagnia si impegnerà a ridurre le emissioni di gas serra del 75 per cento nel proprio portafoglio gestito (del 56 per cento nel portafoglio in franchising), a dimezzare il consumo di acqua e la produzione di rifiuti e a creare opportunità per cinque milioni di persone in ambito formativo e occupazionale.
“Stiamo già investendo nella formazione sui temi Esg a tutti i livelli della compagnia, creando figure specializzate nello sviluppo e nella gestione dei nostri progetti dedicati. Lavoriamo molto su diversità e inclusione, tant’è che abbiamo dei corsi specifici su questi temi”, ha spiegato Fabbri. “Tutto questo porta risultati concreti con effetti che ricadono sulle singole strutture. Hilton Milan ha livelli molto elevati di efficienza energetica, misurati dal suo sistema globale di gestione Esg chiamato LightStay, che consente agli hotel di Hilton di tracciare e monitorare i propri consumi energetici e idrici, oltre agli sprechi alimentari”.
Il contributo di ognuno di noi
E se è vero che, come ha detto Riccardo Haupt di Will media, terzo speaker di questa prima edizione dell’Hilton Sustainability Forum, sostenibilità è cambiamento ed è importante fornire alle persone gli strumenti giusti per comprenderlo e affrontarlo, questo è proprio l’intento dell’Hilton sustainability forum. Un evento che “nasce, prima di tutto, da un interesse personale al riguardo”, ha concluso Daniele Fabbri.
“Lavoro in Hilton da venticinque anni e, prima di venire a Milano, ho lavorato alle Seychelles dove abbiamo introdotto una serie di misure innovative per promuovere il turismo sostenibile in tutto l’arcipelago, tra cui la nursery dei coralli. Creare awareness e comunicare l’importanza di fare qualcosa è importante. Con questo scopo abbiamo lanciato il forum, destinato a diventare un appuntamento annuale”. Arrivederci all’anno prossimo, dunque.
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