In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Tuscia, alla scoperta dell’antica terra degli etruschi nel Lazio meno conosciuto
Viterbo, Tuscania, Tarquinia, Bolsena, Civita di Bagnoregio sono solo alcune delle tappe di un tour (con i mezzi pubblici) sulle tracce del popolo della Tuscia.
Gli abitanti ne sono in qualche modo orgogliosi: il loro magnifico territorio infatti non è ancora così noto da essere “battuto” dal turismo di massa, e conserva quindi la primitiva bellezza intrisa di storia. Andiamo in Tuscia – termine che deriva dal latino e significa “territorio abitato dai tusci”, ovvero gli etruschi, plurale del latino tuscus, contrazione di etruscus. Etruschi che vissero soprattutto in quella che oggi nel Lazio è la provincia di Viterbo, ma anche in parte di Toscana e Umbria. Un popolo affascinante che ha lasciato di sé vaste testimonianze, tutte incredibili, per bellezza e unicità. Abbiamo girato alla ricerca di luoghi che lo raccontassero al meglio, concentrandoci sul Lazio, e vi proponiamo un tour che è possibile intraprendere anche solo con i mezzi pubblici, preparandosi a vivere un’esperienza memorabile, anche se spesso faticosa.
Viterbo
È forse il centro ideale da prendere come base per un tour in questa zona del Lazio. Da qui potrete spostarvi più agevolmente che altrove per le altre mete e avrete a disposizione più corse di pullman. Questa cittadina è deliziosa e in generale ben tenuta e ha alcuni angoli davvero caretteristici e d’atmosfera. Il primo a nostro parere splendido, soprattutto perché inaspettato, è la piazza che ospita il Duomo e il palazzo dei Papi: si manifesta infatti quasi casualmente e non esibisce subito la sua perfezione e armonia, bisogna entrarci “per bene” per apprezzarla appieno. Un gioiello. Poco distante da lì, passeggiate e perdetevi nell’antico quartiere medievale di San Pellegrino: sarà un po’ come fare un salto nel tempo e immaginare come doveva esssere vivere a Viterbo in quell’epoca. Girovagando per la città, troverete decine di altri posti suggestivi: per esempio il chiostro del Museo civico è una chicca speciale, così come tutte le numerosissime fontane di cui Viterbo è ricca.
Una tappa per molti insolita è quella che vi consigliamo a 5 chilometri da Viterbo a San Martino al Cimino: si tratta di una sua frazione, nel cui antico centro medioevale spicca un’abbazia cistercense molto bella che conserva tracce della vecchia cortina muraria e dell’originaria struttura urbanistica. Qui troverete anche il seicentesco palazzo Doria Pamphili, costruito per iniziativa di Donna Olimpia, utilizzando parte dei materiali avanzati dalla ristrutturazione del palazzo di proprietà della famiglia Pamphili di piazza Navona a Roma.
Tuscania
Tuscania sorge laddove si trovava un importante centro etrusco, nella campagna maremmana, con un panorama sui monti Volsini molto suggestivo. La sua più grande ricchezza e attrazione sono senza dubbio due chiese romaniche fuori porta, poco distanti l’una dall’altra: San Pietro e Santa Maria Maggiore. La prima ha intanto una posizione invidiabile, alta su un poggio, e colpisce al primo sguardo per la bicromia dovuta ai differenti materiali utilizzati, per il grande rosone e, all’interno, per lo splendido pavimento a mosaico. Un’altra sorpresa l’avrete scendendo in cripta dove sono ancora visibili nitidamente dei mirabili affreschi. Santa Maria Maggiore non è meno speciale. Il campanile si erge in una posizione davvero insolita: è infatti di fronte al portale a pochi metri, tanto che fotografarla risulta quasi impossibile. L’interno è splendidamente affrescato (nell’abside prestate attenzione al Giudizio universale e cercate il “Caca anime”) anche nel ciborio e sulle colonne e, nonostante le inutili impalcature rovinino un po’ l’atmosfera del luogo, l’insieme è meraviglioso. Come lo è l’intero borgo: perdetevi nelle sue vie tra le mura, visitate il Duomo, custode di un prezioso polittico di Andrea di Bartolo e non dimenticate di ammirare i reperti archeologici rinvenuti nei siti etruschi esposti ora al Museo nazionale tuscanese, nel complesso della chiesa di Santa Maria del riposo. Per un panorama stupendo, invece, fate una sosta al parco pubblico della città, mentre per gli amanti del gusto è d’obbligo provare la pasta tipica di queste parti, i lombrichelli (simili ai pici).
Tarquinia
Se tutta la zona ospita numerose testimonianze del popolo etrusco, Tarquinia è il luogo “più etrusco” per eccellenza: la necropoli di Monterozzi (che prende il nome dal colle dove si trova) è in assoluto la più importante del Mediterraneo e conta circa 6mila sepolture, le più antiche delle quali datate VII secolo a.C.. Tra queste, circa 200 contengono una serie di affreschi (a Tarquinia si usava decorare con pitture i sepolcri delle famiglie aristocratiche) e nella porzione di necropoli aperta al pubblico, in località Calvario, sono attualmente visitabili 22 ipogei. Ve ne sono di splendide e ottimamente conservate e saranno una vera scoperta: per visitarle occorre scendere di qualche metro e, purtroppo, ammirarle attraverso una porta di vetro che è stata posta per proteggerle ma che, spesso, si appanna e ne impedisce la visuale.
Il continuo su e giù, specie nella stagione estiva, è abbastanza faticoso, ma ne vale davvero la pena. Il consiglio è di visitare il Museo nazionale etrusco di Tarquinia prima di venire alla necropoli in modo da aver ben chiare le caratteristiche di questo popolo e dei suoi complessi e affascinanti riti dedicati ai morti. È stupefacente infatti come risulti palese che il momento della morte fosse tutt’altro che penoso e raffigurato in modo dolente, ma anzi festoso e speranzoso per la vita nell’aldilà. Quella al museo sarà una tappa interessante: innumerevoli i sarcofagi che vanno dal periodo villanoviano a quello romano, ma il pezzo in assoluto più famoso, unico al mondo, sono i Cavalli alati, provenienti dall’Ara della regina. Fate un salto anche alla cattedrale, stupenda.
Bolsena
Località sull’omonimo lago, Bolsena è una tappa piacevolissima non solo per fare per qualche giorno “vita di lago” e dei bagni, ma anche per visitare alcuni suoi angoli e luoghi storici davvero pregevoli. Prima fermata alla basilica di Santa Cristina della quale troverete la tomba all’interno. Si tratta di un santuario vero e proprio e del sarcofago della giovane divenuta santa in tenera età dopo le persecuzioni subite perché cristiana. Bellissimo il monumento in marmo che custodisce le sue spoglie e altrettanto affascinanti sono le catacombe che ancora oggi si trovano sotto l’edificio e sono visitabili.
Da lì salite alla parte alta del paese, denominata “castello”, dove si trova la rocca Monaldeschi: questo quartiere di Bolsena è molto caratteristico e ha mantenuto le caratteristiche di antico borgo, oltre a regalare un panorama stupendo. Scegliete uno dei graziosi locali che servono un buon bicchiere di vino locale e qualche prodotto tipico realizzato con il pesce di lago e fermatevi a pranzo ammirando il lago dall’alto. Tra le altre attività da fare a Bolsena, c’è un giro in battello che esplori lo specchio d’acqua, le due isolette – Martana e Bisentina – e la natura circostante: ne organizzano anche con una sosta per tuffarsi e fare il bagno.
Bagnaia
Perché visitare questa piccola frazione di Viterbo? Perché qui ha sede villa Lante, definita come uno dei più stupefacenti giardini italiani a sorpresa manieristici del XVI secolo. Un tripudio di fontane, giochi d’acqua, giardini labirintici che vi lasceranno senza fiato. Da subito infatti ci si trova davanti alla fontana di Pegaso, molto scenografica, che è un ottimo beneveuto per entrare poi nell’ala di uno dei due casini visitabile con affreschi ben conservati e d’impatto. Si tratta di una piacevolissima tappa anche solo per riposarsi un po’ all’ombra dei numerosi alberi presenti nell’ampio parco. Il nostro consiglio è quello di raggiungere Bagnaia a piedi, grazie a una corroborante passeggiata di circa 4 chilometri da Viterbo lungo viale Trieste, una strada alberata con alcune belle ville che conduce prima al santuario di Santa Maria della quercia (che se avete tempo vale una sosta) e poi a Bagnaia e alla villa. È bello anche girovagare per il borgo di Bagnaia: la piazzetta principale, oltrepassata la porta, con la fontana e la chiesa, è un perfetto esempio della vita e dell’urbanistica d’un tempo. Un salto nostalgico nel passato che rassicura.
Civita di Bagnoregio
Si è fatto un gran parlare del borgo di Civita, definito come il “borgo che scompare” o il “borgo che si sgretola”… e questo ha portato a flussi di turismo davvero importanti per un luogo così piccolo. Se desiderate vederlo in tranquillità e godere dell’atmosfera unica che sicuramente ha questo posto, vi suggeriamo di alzarvi presto e visitarlo di prima mattina. È raggiungibile comodamente anche in bus da Viterbo con i mezzi Cotral che sarebbe meglio monitorare grazie alla loro app per rimanere aggiornati su orari e fermate. Come ormai si sa, per arrivare a Civita occorre percorrere a piedi un lungo ponte in leggera salita che può dare qualche brivido: è ampio, ma chi soffre di vertigini o non ama il vuoto potrebbe non gradire il percorso; tenetene conto. Prima di intraprendere “la scalata” bisogna pagare un biglietto di 5 euro. Quel che visiterete è un borgo ben tenuto arroccato su un piccolo promontorio argilloso e tufaceo che sorge tra meravigliosi e scenografici calanchi. Lo spettacolo infatti è dato dai panorami più che dal paese in sé: quello da Bagnoregio che dà su Civita e quello che da Civita dà sulla valle sottostante. È sicuramente un’esperienza da fare per apprezzare una zona naturalisticamente molto suggestiva.
Caprarola
Altro gioiello nel viterbese, a poca distanza dal lago di Vico, è Caprarola. Qui la meraviglia che lascia estasiati è senza dubbio palazzo Farnese che si trova alla fine del lungo corso in salita che costituisce di fatto il paese. Infatti, il panorama che si gode dal palazzo è notevole. Si tratta di una architettura manierista realizzata a metà del 1500 per la famiglia Farnese. Tutto, sia all’interno che all’esterno di questo sontuoso palazzo, è perfetto: il cortile circolare, le stanze tutte affrescate, la scala elicoidale, i giardini, le fontane, il parco immenso… Difficile dire quale sia tra le stanze la più suggestiva, ma forse la maggior parte dei visitatori rimane affascinata da quella denominata “Sala del mappamondo”, sulle cui pareti sono rappresentate le quattro parti del mondo, mentre nella spettacolare volta con la mappa del cielo è raffigurato lo zodiaco e i dodici segni con animali fantastici e mitologici ripresi dall’astronomia antica. Meravigliosa, come lo sono i giardini.
Non fate l’errore di non visitare a fondo tutto il parco: seguendo il viale, infatti, raggiungerete un’altra zona spettacolare fatta di fontane, giochi d’acqua e statue tutte diverse. Anche il resto del borgo di Caprarola vale una visita: molto bella, soprattutto per la posizione, è la chiesa di Santa Teresa la cui imponente facciata, arroccata sulla rupe di tufo proprio di fronte alla facciata sud di palazzo Farnese, si staglia sul verde intenso della collina.
Fin qui una selezione di tappe che non sono certo le uniche e forse le migliori, ma certamente rappresentano bene la zona e la storia del territorio. Non abbiamo dimenticato il Parco dei mostri di Bomarzo, ma l’abbiamo tralasciato solo perché ve ne abbiamo già parlato anni fa qui. Ci siamo concentrati su mete raggiungibili grazie ai mezzi pubblici perché per noi è importante, per quanto possibile, spostarci in modo sostenibile. Ma un giro di più giorni (il nostro ne è durato 5) potrebbe comprendere il piccolo ma delizioso lago di Vico, decine di altri piccoli borghi caratteristici come: Vitorchiano, Bracciano, Acquapendente, Calcata, Sutri, Capodimonte, Montefiascone, Ronciglione e molti ancora.
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